Net Zero

Il 21% delle blue chips mondiali ha fissato obiettivi per arrivare a zero emissioni nette

Almeno un quinto (21%) delle 2.000 più grandi società quotate del mondo, che rappresentano un fatturato di quasi 12 trilioni, ha fissato degli obiettivi per raggiungere zero emissioni nette, secondo il rapporto Taking Stock: A global assessment of net zero target realizzato da Energy and Climate Intelligence Unit (ECIU) e da Oxford Net Zero.

La maggior parte delle società esaminate ha anche obiettivi intermedi, un piano pubblicato e un meccanismo di rendicontazione, con poco più di un quarto che soddisfa una serie completa di “criteri di robustezza”. Però, gli autori avvertono che, se le aziende non completano gli obiettivi con meccanismi di governance e trasparenza adeguati, rischiano di essere accusate di greenwashing.

Questo documento è la prima analisi sistematica degli impegni verso il traguardo delle zero emissioni nette tra paesi, governi subnazionali e grandi aziende. Il report rileva inoltre che il 61% dei paesi, il 9% degli stati e delle regioni nei principali paesi emittenti e il 13% delle città con oltre 500.000 abitanti si sono ora impegnati a raggiungere zero emissioni nette.

Richard Black, Senior Associate presso ECIU e autore principale del rapporto, ha dichiarato: “Sebbene il concetto di zero emissioni nette sia ancora agli inizi, sta già guidando il cambiamento. Chiaramente, però, per perseguire gli obiettivi climatici globali, abbiamo bisogno che più paesi, stati, regioni e aziende aderiscano agli obiettivi e agli impegni esistenti.

Il rapporto identifica anche una mancanza di chiarezza su come i paesi e le aziende utilizzeranno la compensazione delle emissioni per raggiungere gli obiettivi, avvertendo che la situazione non può essere assolutamente trascurata.

Il coautore, Thomas Hale della Blavatnik School of Government dell’Università di Oxford, ha dichiarato: “Sebbene la rapida diffusione dell’obiettivo Net Zero sia incoraggiante, abbiamo bisogno di molta più chiarezza da parte degli attori su come intendono arrivarci. È particolarmente importante che gli attori chiariscano il loro approccio alla compensazione delle emissioni anche se ad ora la priorità più importante è la loro riduzione immediata. Se ogni azienda e paese fa affidamento sulla compensazione delle emissioni e non abbastanza sui tagli effettivi, il pianeta non sarà in grado di adattrarsi”.

I paesi che hanno fissato target a zero emissioni nette rappresentano insieme il 61% delle emissioni globali, il 68% del prodotto interno lordo globale e il 52% della popolazione mondiale. Anche i governi, affermano gli autori del rapporto, devono mantenere i loro impegni con meccanismi di rendicontazione, piani pubblicati e obiettivi provvisori credibili.

In vista del vertice sul clima COP26 di Glasgow, l’attenzione si intensificherà sul numero di entità che si impegnano nella riduzione delle emissioni e sul loro potenziale per aiutare a mantenere il cambiamento climatico entro i limiti, nonché sugli impegni rinnovati per il 2030 ai sensi dell’accordo di Parigi.

La coautrice Kate Cullen, Net Zero Policy Researcher presso l’Università di Oxford, ha dichiarato: “La definizione di obiettivi è il primo passo e questi devono essere utilizzati come punto di partenza per far comprendere ai paesi, gli stati e le aziende come sviluppare piani dettagliati di riduzione delle emissioni, in particolare nel breve termine”.