Mercato del carbone

IEA: l’energia dal carbone è in crescita e mina gli sforzi verso il net zero

Secondo il rapporto annuale dell’International Energy Agency (IEA) Coal 2021, l’elettricità generata dal carbone in tutto il mondo ha raggiunto un nuovo record nel 2021, dopo essere scesa nel 2019 e nel 2020. Questo, avverte l’Agenzia, mina fortemente gli sforzi messi in atto per ridurre le emissioni di gas serra.  

Il rapporto presenta una stima completa della domanda, l’offerta e il commercio di carbone, basata sull’analisi dettagliata dei dati più recenti a livello nazionale e settoriale, suddivisi per qualità di carbone (carbone termico, carbone da coke, iniezione di carbone polverizzato e lignite). 

Coal 2021 mostra i dati reali per il 2019 e il 2020, le stime più aggiornate per il 2021 e le previsioni per il 2022, 2023 e 2024. Il documento pone un’attenzione speciale sulla Cina, il cui dominio dei mercati del carbone – è il più grande consumatore, produttore e importatore – non ha uguali. Anche l’India, che si piazza al secondo posto per produzione, consumi e import, riceve un’attenzione particolare. 

Secondo l’IEA, l’analisi fatta in Coal 2021 è fondamentale, dato che il carbone è la più grande fonte di produzione di elettricità, la seconda fonte di energia primaria e la più grande fonte di emissioni di CO2 legate all’energia.

La domanda

Il crollo della domanda di carbone nel 2020 si è rivelato più piccolo del previsto

Nel 2020, anche prima dello scoppio della pandemia, la domanda di carbone è stata schiacciata da un inverno mite nell’emisfero settentrionale, dai bassi prezzi del gas naturale e dalla forte crescita delle energie rinnovabili. Successivamente, quando la domanda di elettricità e i prezzi del gas naturale sono crollati con l’aggravarsi della crisi del Covid-19, la produzione di energia a carbone ha subito un’ulteriore riduzione. Anche il rallentamento dell’attività industriale ha colpito la domanda di carbone, sebbene in modo più limitato. 

In questo contesto, però, la ripresa economica in Cina è arrivata prima e più forte di quanto previsto inizialmente, già in aprile. Con la ripresa economica seguita altrove e un’ondata di freddo a dicembre nel nord-est dell’Asia, la domanda globale di carbone è scesa del 4,4% nel 2020 – il più grande calo in molti decenni, ma meno di quanto inizialmente previsto. Si sono registrate forti disparità regionali: la domanda è cresciuta dell’1% in Cina nel 2020, ma è scesa di quasi il 20% negli Stati Uniti e nell’Unione Europea – e dell’8% in India e Sud Africa.

La domanda globale di carbone potrebbe raggiungere un nuovo massimo storico nei prossimi due anni

Ad eccezione del 2021, il consumo globale di carbone è destinato a ritornare al modello visto nel decennio precedente: declino nelle economie avanzate compensato dalla crescita in alcune economie emergenti e in via di sviluppo. Dopo il breve rialzo negli Stati Uniti e nell’Unione Europea nel 2021, la domanda di carbone riprenderà il suo declino fino al 2024. La causa è legata principalmente al settore energetico, dove la lenta crescita della domanda di elettricità e la rapida espansione dell’eolico e del solare fotovoltaico stanno provocando una forte riduzione nella produzione di energia da carbone. Inoltre, gran parte del recente passaggio dal gas naturale al carbone si invertirà quando i prezzi del gas si ritireranno dai loro massimi. 

Tuttavia, le tendenze globali del carbone saranno plasmate in gran parte da Cina e India. In Cina, la crescita della domanda di carbone dovrebbe essere in media inferiore all’1% all’anno tra il 2022 e il 2024. In India, si prevede che una crescita economica più forte e una crescente elettrificazione guidino una crescita della domanda di carbone del 4% all’anno. Il crescente appetito di carbone dell’India è destinato ad aggiungere 130 milioni di tonnellate (Mt) alla domanda di carbone tra il 2021 e il 2024. Sulla base delle tendenze attuali, la domanda globale di carbone è destinata a salire a 8.025 Mt nel 2022, il livello più alto mai visto, e a rimanere stabile fino al 2024.

Fonte: IEA, Coal 2021

L‘offerta

La produzione di energia da carbone registra un massimo storico nel 2021 e si prevede che salga a livelli più alti nel 2022

Secondo le stime dell’IEA, nel 2021, con la domanda di elettricità che supera l’offerta a basse emissioni di carbonio, e con i prezzi del gas naturale in forte aumento, la produzione globale di energia da carbone è aumentata del 9% fino a 10.350 terawattora (TWh) – un nuovo massimo storico. Tuttavia, la quota del carbone nel mix energetico globale nel 2021 si è attestata intorno al 36% – 5 punti percentuali sotto il suo picco del 2007. Negli Stati Uniti e nell’Unione europea, la produzione di energia a carbone è aumentata di quasi il 20% nel 2021, non raggiungendo però i livelli del 2019. Al contrario, una crescita stimata del 12% in India e del 9% in Cina, ha spinto la produzione di energia a carbone a livelli record in entrambi i paesi.Tenendo conto del rimbalzo della produzione industriale globale, la domanda globale di carbone nel mondo è cresciuta del 6% nel 2021, avvicinandosi ai livelli record raggiunti nel 2013 e nel 2014.

“Il carbone è la più grande fonte di emissioni globali di carbonio, e il livello storicamente alto della produzione di energia da carbone di quest’anno è un segno preoccupante di quanto il mondo sia fuori strada nei suoi sforzi per mettere le emissioni in declino verso lo zero netto”, ha detto il direttore esecutivo della IEA Fatih Birol. “Senza azioni forti e immediate da parte dei governi per affrontare le emissioni di carbone – in un modo che sia equo, accessibile e sicuro per chi ne è colpito – avremo poche possibilità, se non nessuna, di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C”.

Si prevede, però, che la produzione di carbone raggiungerà un massimo storico nel 2022 e poi si stabilizzerà quando la domanda si appiattirà.

La Cina continua a dominare le tendenze del carbone globale

L’influenza della Cina sui mercati del carbone, come già sottolineato, è notevole. La produzione di energia elettrica della Cina, compreso il teleriscaldamento, rappresenta un terzo del consumo globale di carbone, e l’uso complessivo del carbone nel paese è più della metà del totale globale. La domanda di carbone in Cina è sostenuta da una domanda di elettricità in rapida crescita e dalla resistenza dell’industria pesante.

Questo nonostante un decennio di sforzi sostenuti per diversificare il mix energetico del paese – durante il quale la Cina ha ampliato la capacità idroelettrica, eolica, solare e nucleare più di qualsiasi altro paese al mondo – e il passaggio intensivo dal carbone al gas naturale nel riscaldamento residenziale e nei settori industriali leggeri. 

“Gli impegni per raggiungere le emissioni nette zero fatti da molti paesi, tra cui Cina e India, dovrebbero avere implicazioni molto forti per il carbone – ma queste non sono ancora visibili nelle nostre previsioni a breve termine, riflettendo il grande divario tra ambizioni e azioni”, ha detto Keisuke Sadamori, direttore di Energy Markets and Security alla IEA. “L’Asia domina il mercato globale del carbone, con Cina e India che rappresentano due terzi della domanda globale. Queste due economie – dipendenti dal carbone e con una popolazione combinata di quasi 3 miliardi di persone – detengono la chiave della futura domanda di carbone”.

I prezzi

I prezzi del carbone hanno raggiunto livelli record nel 2021

In conseguenza alle forti variazioni di domanda e offerta, anche i prezzi del carbone hanno seguito un andamento simile. Sotto la pressione della bassa domanda e dei bassi prezzi del gas naturale, i prezzi del carbone termico scambiato erano scesi a 50 dollari per tonnellata nel secondo trimestre del 2020, con un calo di circa il 50% su un periodo di 18 mesi. Sono rimasti intorno allo stesso livello fino al terzo trimestre. I tagli all’offerta hanno poi bilanciato il mercato prima che la ripresa dell’attività economica e la domanda di carbone in Cina iniziassero a spingere i prezzi verso l’alto. 

Nel 2021, il prezzo del carbone è stato ulteriormente sollevato dalla domanda che ha superato l’offerta in Cina, così come dalle interruzioni dell’offerta e dai prezzi più alti del gas naturale a livello globale. I prezzi del carbone hanno raggiunto i massimi storici all’inizio di ottobre 2021, con il carbone termico importato in Europa, per esempio, che ha raggiunto 298 dollari per tonnellata. Il deciso intervento politico del governo cinese per bilanciare il mercato ha avuto un rapido effetto sui prezzi. A metà novembre, i prezzi europei erano nell’ordine dei 150 dollari a tonnellata.

Lo slancio verso il net zero è in aumento, ma non abbastanza

In conclusione, gli impegni per raggiungere le emissioni nette zero fatti da molti paesi, Cina e India incluse, avranno implicazioni molto forti per il carbone, sebbene non siano ancora visibili nelle previsioni a breve termine dell’IEA per il divario esistente tra ambizioni e azioni. Il Giappone, la Corea e la Cina si sono anche impegnati a fermare i finanziamenti pubblici per la costruzione di nuovi progetti di energia a carbone all’estero, limitando gravemente le possibilità di espansione della generazione a carbone in molti paesi. 

Nuovi impegni durante la COP26, come la “Dichiarazione globale sulla transizione dal carbone all’energia pulita”, hanno messo ulteriore pressione sul carbone. Come visto, la forte crescita della produzione di energia elettrica da carbone negli Stati Uniti e in Europa nel 2021 è una battuta d’arresto, e la domanda di carbone riprenderà il suo declino in entrambe le regioni. Tuttavia, le economie cinese e indiana, ancora fortemente dipendenti dal carbone influenzeranno la domanda. Il destino del carbone dipende da quanto velocemente ed efficacemente i paesi si muovono per implementare i loro impegni verso il net zero. Il livello della domanda di carbone in un’economia a zero emissioni dipenderà dal successo degli sforzi per implementare le tecnologie di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio (CCUS, Carbon dioxide Capture & Utilization or Storage).

Fonte: IEA, Coal 2021