Il colosso dell’oil&gas Exxon Mobil ha dichiarato di aspettarsi che la domanda di greggio rimanga sopra i 100 milioni di barili al giorno fino al 2050, simile ai livelli odierni, una previsione del 25% in più rispetto al principale rivale europeo BP.
La domanda più forte, stimata dalla più grande compagnia petrolifera statunitense nelle sue ultime previsioni globali sul petrolio, sostiene i piani di crescita della produzione di Exxon, i più ambiziosi tra le principali compagnie petrolifere occidentali. La società ha anche dipinto una visione più cupa sulle riduzioni delle emissioni globali di carbonio rispetto a BP. I progressi nella tecnologia consentiranno riduzioni delle emissioni dopo il 2029, rispetto alla metà di questo decennio secondo BP. Exxon, invece, prevede di produrre 4,3 milioni di barili di petrolio e gas al giorno quest’anno, il 30% in più rispetto alla produzione attuale del principale rivale statunitense Chevron. BP dal canto suo sta puntando a tagliare la produzione a circa 2 milioni di barili al giorno entro il 2030.
Nelle sue stime, Exxon prevede anche che i veicoli elettrici non altereranno in modo significativo la domanda globale di petrolio a lungo termine, poiché la popolazione mondiale dovrebbe aumentare dagli 8 miliardi di oggi a quasi 10 miliardi nel 2050, aumentando la domanda di energia. In sostanza, se ogni nuova auto venduta nel mondo nel 2035 fosse elettrica, la domanda di petrolio greggio sarebbe ancora di 85 milioni di barili al giorno, la stessa del 2010. Anche in questo caso, BP è più ottimista e prevede che il consumo di petrolio raggiungerà il picco nel 2025 e scenderà a 75 milioni di barili al giorno nel 2050.
Le stime di Exxon rappresentano più del triplo dei 24 milioni di barili al giorno di greggio che l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) afferma consentirebbero al mondo di raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050.
Exxon prevede che il 67% del mix energetico globale nel 2050 sarà fornito da petrolio, gas naturale e carbone, in calo rispetto al 68% dell’anno scorso. La società, inoltre, ha affermato che saranno necessari più investimenti nel petrolio di quelli attualmente previsti man mano che il mondo passerà a risorse non convenzionali. Senza nuovi investimenti, infatti, la produzione diminuirebbe di circa il 15% all’anno, un calo più brusco rispetto alle stime dell’IEA del 2018 di circa l’8% all’anno. Questo tasso di declino potrebbe far quintuplicare i prezzi del petrolio, con un crollo dell’offerta globale a 30 milioni di barili al giorno già nel 2030, secondo Birdsall.