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Energia

ExxonMobil cita in giudizio l’UE contro la tassa sugli extraprofitti delle compagnie petrolifere

ExxonMobil ha citato in giudizio l’Unione Europea nel tentativo di bloccare la tassa sugli extraprofitti per le compagnie petrolifere, del gas e del carbone, annunciata dalla Commissione Europea a settembre. Il colosso dell’energia statunitense, ha definito tale provvedimento controproducente perché bloccherebbe gli investimenti delle compagnie petrolifere in Europa e sostiene che la sua imposizione oltrepassi l’autorità legale di Bruxelles.

L’idea della tassa era nata per affrontare le distorsioni nel mercato causate dallo scoppio della guerra in Ucraina. La limitazione degli approvvigionamenti energetici da parte della Russia e il conseguente incremento dei prezzi i gas e petrolio hanno determinato un extra incremento dei profitti per le società dell’oil&gas.

Per far fronte a tale crisi e al conseguente rincaro dei prezzi energetici e delle bollette per le famiglie europee, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva dichiarato dopo l’estate l’intenzione di proporre una tassa del 33% sui profitti di quest’anno del settore. Nel complesso Bruxelles punta a raccogliere da tale tassa una cifra vicina ai 25 miliardi da redistribuire agli stati membri per politiche energetiche.

Il nuovo provvedimento costerebbe a un colosso come ExxonMobil, che ha registrato un utile trimestrale a ottobre di circa 20 miliardi di dollari, una cifra pari a oltre due miliardi di dollari secondo quanto stimato dal gruppo dell’energia.

Il portavoce della Exxon, Casey Norton, ha spiegato che la tassa potrebbe essere controproducente per l’Europa e potrebbe frenare gli investimenti del gruppo in quanto “la scelta di investire in Europa dipende principalmente da quanto il continente sarà attraente e competitivo a livello globale”. Negli ultimi dieci anni Exxon aveva investito in Europa circa 3 miliardi di dollari in progetti per la raffinazione, infrastrutture che, è l’osservazione del gruppo USA, risultano tanto più rilevanti in un momento di crisi energetica.

La Commissione europea ritiene di aver agito nei limiti consentiti dalla legge.