L’accelerazione nell’introduzione di politiche che favoriscano la transizione energetica e il raggiungimento di un’economia a emissioni zero entro il 2050 consentiranno, oltre al rafforzamento dell’indipendenza e della sicurezza energetica del Continente europeo, maggiori opportunità di creazione di valore e di occupazione rispetto a scenari con ambizioni ridotte. È quanto emerge dallo studio Net Zero E-conomy 2050, realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti in collaborazione con Enel. L’analisi è stata presentata venerdì in una conferenza stampa cui hanno preso parte Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti, Francesco Starace, CEO e General Manager di Enel e Andris Piebalgs, Professore presso la European University Institute, già Commissario europeo per l’energia.
“Due anni dallo scoppio della pandemia COVID-19 e le sue rilevanti implicazioni sull’economia globale, la guerra in Ucraina ha reso più che mai urgenti le preoccupazioni sulla sostenibilità dell’attuale sistema energetico. Seppure la necessità di affrontare il cambiamento climatico sia da sola una ragione più che sufficiente per perseguire una transizione energetica, la vulnerabilità delle nostre economie, dipendenti dal gas e dal petrolio, ha reso tale urgenza più che mai impellente.” ha commentato Francesco Starace, CEO e General Manager di Enel. “Questo studio mostra molto chiaramente l’eccessiva dipendenza dal gas di alcune economie dei paesi UE, in primis la grande dipendenza dell’Italia, e i vantaggi molto chiari che un‘accelerata riduzione dell’uso delle fonti energetiche fossili può portare proprio a chi oggi ne fa un uso eccessivo”.
“È oggi più che mai necessario mettere in atto decisioni e azioni tempestive per favorire un rapido cambiamento di rotta. ha sottolineato Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti spiegando lo studio. “Le analisi hanno individuato due scenari di decarbonizzazione (“Low Ambition” e “Net Zero”) per l’Italia e la Spagna. Lo scenario “Net Zero” prevede investimenti per 3.351 miliardi di euro in Italia e 2.215 miliardi di euro in Spagna nel periodo 2021-2050, meno degli investimenti necessari per lo scenario “Low Ambition”.
Dall’analisi emerge che “lo scenario “Net Zero” prevede non solo minori investimenti ma anche maggiori benefici” ha proseguito De Molli, “Infatti, se confrontati con uno scenario Controfattuale, gli scenari “Net Zero” in Italia e Spagna sono associati a benefici rilevanti entro il 2050, in termini di ritorni economici (+328 miliardi di euro e +223 miliardi di euro), di occupazione (+2,6 milioni di posti di lavoro e +1,8 milioni di posti di lavoro), riduzione dell’inquinamento (-614 miliardi di euro e -317 miliardi di euro di costi connessi alla salute e alla minore produttività) e risparmio sulle spese per combustibili fossili (-1.914 miliardi di euro e -1.279 miliardi di euro). Rispetto ad oggi, inoltre, gli scenari “Net Zero” in entrambi i Paesi garantiscono benefici in termini di sicurezza energetica entro il 2050, abilitando una riduzione dell’intensità dell’utilizzo di gas (-94% e -92% nell’indice di intensità di gas sul PIL rispetto al 2020) e della dipendenza energetica (-73,5 p.p. e -54,9 p.p. rispetto al 2020)”.
L’andamento delle emissioni globali di CO2, che nel 2021 hanno continuato a crescere raggiungendo il record di 36,3 miliardi di tonnellate, ha evidenziato più che mai la necessità di ripensare l’attuale sistema energetico. Per rispondere a questa sfida, l’UE si è posta l’obiettivo di diventare “neutrale dal punto di vista climatico” entro il 2050. Sia in Italia sia in Spagna, tuttavia, si registrano alcune criticità nel processo della transizione energetica. In particolare, rispetto alle emissioni di gas serra, le performance sono insufficienti sia nel breve che nel lungo periodo: nel 2050 il divario tra il trend inerziale e gli obiettivi delle rispettive Strategie nazionali di lungo periodo è di circa 151,2 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti in Italia e 136,9 milioni in Spagna.
L’attuale crisi energetica, con l’impennata dei prezzi sui mercati energetici internazionali e lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, ha ulteriormente messo in luce la vulnerabilità e la dipendenza energetica dell’UE dalle importazioni di combustibili fossili. L’Europa dipende per il 57% dalle importazioni di energia e nel ventennio 2000-2020 questa quota è rimasta pressoché invariata. L’Italia è seconda nell’indice di dipendenza dal gas naturale tra i Paesi dell’UE.
Il processo di decarbonizzazione è quindi uno strumento chiave per il raggiungimento dell’indipendenza energetica. Negli ultimi 10 anni, infatti, la riduzione della dipendenza energetica in Italia e Spagna ( meno 9,1 punti percentuali in entrambi i Paesi) è stata accompagnata da un aumento del tasso di elettrificazione (+1,5 p.p. in Italia e +3,3 p.p. in Spagna) e della diffusione delle energie rinnovabili (+2 p.p. in Italia e +4,7 p.p. in Spagna) nei consumi finali di energia. Un’accelerazione più decisa della decarbonizzazione richiederebbe meno risorse rispetto a uno scenario con ambizioni ridotte.
Lo studio e i risultati
Gli scenari “Net Zero” individuati per Italia e Spagna dallo studio prevedono investimenti pari a 3.351 miliardi di euro e 2.215 miliardi di euro nel periodo 2021-2050 rispettivamente, inferiori agli investimenti necessari per gli scenari “Low Ambition (3.899 miliardi di euro in Italia e i 2.761 miliardi di euro in Spagna).
Lo studio evidenzia come gli scenari “Net Zero” in Italia e Spagna siano associati a rilevanti benefici sociali, economici, ambientali e di sicurezza energetica. Lo scenario “Net Zero” genera un effetto economico migliore rispetto allo scenario “Low Ambition”: considerando gli investimenti stimati, ciò si traduce, per l’Italia e la Spagna, in 328 e 223 miliardi di euro rispettivamente di maggiori ritorni economici rispetto a uno scenario Controfattuale, e in un maggior numero di posti di lavoro creati (2,6 milioni contro i 2,1 dello scenario “Low Ambition” in Italia e 1,8 contro 1,7 in Spagna). I risparmi legati alla riduzione delle malattie, al miglioramento della produttività e alla riduzione di morti premature resi possibili dal contenimento dell’inquinamento nello scenario “Net Zero” ammontano a circa 614 miliardi di euro in Italia e 317 miliardi di euro in Spagna (rispetto ai risparmi economici di 495 e 205 miliardi di euro negli scenari “Low Ambition” in Italia e Spagna).
Per quanto riguarda i risparmi sulle spese per i combustibili fossili, nel periodo 2021-2050 il beneficio nello scenario “Net Zero” rispetto a uno scenario Controfattuale sarebbe pari a 1.914 miliardi di euro (rispetto ai 851 miliardi di euro nello scenario “Low Ambition”) in Italia e a 1.279 miliardi di euro in Spagna. Lo scenario “Net Zero” consentirebbe inoltre una significativa riduzione dell’intensità di gas sul PIL, che in Italia potrebbe diminuire del 94% rispetto ai dati attuali (rispetto al -76% dello scenario “Low Ambition” nel 2050) e in Spagna del 92% (rispetto al 56% dello scenario “Low Ambition”). Lo scenario “Net Zero”, infine, consentirebbe un’ulteriore riduzione dell’indice di dipendenza energetica rispetto alle proiezioni dei piani nazionali, dal 73,5% nel 2020 allo 0% nel 2050 in Italia (31,3% nello scenario “Low Ambition”) e dal 67,9% al 13% in Spagna (52% nello scenario “Low Ambition”).
Per accelerare il percorso verso un’economia a zero emissioni, lo studio ha messo a fuoco due prerequisiti e cinque proposte di policy: una proposta riguarda trasversalmente tutti i settori economici analizzati, mentre le altre quattro sono iniziative specifiche per ogni settore.
I prerequisiti e le proposte di policy
Il primo prerequisito è costituito dalla necessità di garantire stabilità, trasparenza e coerenza delle politiche e misure energetiche europee, nazionali e locali; allo stesso tempo, risulta fondamentale sostenere la produzione industriale nel potenziamento delle tecnologie green esistenti, nello sviluppo di nuove soluzioni verdi e nell’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili. Per quanto riguarda la proposta trasversale, si propone di garantire una forma di cooperazione più forte e un maggior grado di armonizzazione nella governance della transizione energetica a livello europeo.
Relativamente alle proposte settoriali, nel settore elettrico lo studio propone di semplificare le procedure di autorizzazione per gli impianti rinnovabili, facilitare gli interventi sulle infrastrutture energetiche, promuovere la gestione della domanda, e la diffusione di strutture di stoccaggio e di soluzioni per la flessibilità. Per promuovere la decarbonizzazione nei trasporti, l’analisi propone di semplificare le procedure per la realizzazione di infrastrutture di ricarica, rafforzare la collaborazione tra tutti gli attori della mobilità elettrica, promuovere l’interoperabilità, ottimizzare i tempi di connessione alla rete e favorire l’elettrificazione del Traporto Pubblico Locale (TPL). Per il settore industriale, invece, si propone di sfruttare i quadri giuridici per sostenere il passaggio tecnologico verso soluzioni più ecologiche, creare laboratori di trasferimento tecnologico per soluzioni di elettrificazione diretta e indiretta, e favorire i sistemi di demand-response. Infine, nell’ambito degli edifici, lo studio propone di definire l’eliminazione graduale delle caldaie a combustibile fossile – tramite un quadro giusto, stabile e trasparente per quanto riguarda le pompe di calore – e creare uno sportello unico per sostenere il rinnovamento degli edifici.