net zero card emissioni

Compensazioni carboniche

Da Singapore la carta con token digitali per compensare le emissioni dei viaggi

MetaVerse Green Exchange (MVGX), una borsa digitale autorizzata e regolamentata dalla Monetary Authority of Singapore (MAS), ha lanciato la Net Zero Card, una carta prepagata personalizzabile che permette a un’azienda, e ai suoi clienti, di compensare le proprie emissioni di carbonio legate agli spostamenti.

La card è stata recentemente sperimentata per la prima volta all’incontro annuale del World Economic Forum a Davos, dove il presidente esecutivo e co-fondatore di MetaVerse Green Exchange, Bo Bai, ha compensato 3 tonnellate di CO2, equivalenti all’intero viaggio di andata e ritorno da Singapore a Davos e al soggiorno in hotel. Il primo lotto di 700 carte sarà rilasciato a fine giugno e supporterà esclusivamente le applicazioni legate ai viaggi all’interno di Singapore, quindi principalmente il pendolarismo, con mezzi di trasporto pubblici o privati, verso lavoro o eventi aziendali.

La Net Zero Card è una carta prepagata simile a quella EZ-link, smart card contactless ricaricabile e sistema di moneta elettronica utilizzata principalmente come metodo di pagamento per i trasporti pubblici come autobus e linee ferroviarie a Singapore. Attraverso la scansione di un tag NFC (Near Field Communication) o di un QR code si accede a una pagina che consentirà all’utente di calcolare le proprie emissioni in base alla durata del viaggio e alla modalità di trasporto. L’app associata poi sfrutterà le capacità di geo-tracciamento dello smartphone dell’utente per tracciare e misurare la carbon footprint durante il viaggio. Una volta calcolate le emissioni, MVGX ritirerà la quantità corrispondente di Carbon Neutrality Tokens (CNTsTM) in base all’importo prepagato sulla carta, con registrazioni tracciabili e immutabili sulla blockchain.

“Se l’ultimo anno è indicativo, la crisi climatica si è trasformata in un’emergenza climatica e noi, come comunità imprenditoriale, dobbiamo agire in ogni modo possibile. La riduzione delle emissioni è un tassello fondamentale del puzzle, ma è necessario un modo più semplice e snello per compensare le emissioni” ha dichiarato Bo Bai, “Abbiamo creato la Net Zero Card per rendere più facile per le aziende di tutto il mondo, indipendentemente dal settore o dalle dimensioni, compensare la propria impronta di carbonio”.

L’obiettivo, dunque, della borsa green del metaverso è quello di estendere questo servizio a livello globale. Le VER, riduzioni volontarie delle emissioni o riduzioni delle emissioni verificate (modalità di compensazione del carbonio scambiata in mercati volontari o non regolamentati di crediti di carbonio), svolgono ad oggi un ruolo significativo nel sostenere i progetti di riduzione delle emissioni di carbonio e, nel 2021, il mercato volontario del carbonio ha superato il miliardo di dollari.

La Net Zero Card può essere uno strumento interessante considerando la ripresa post pandemica di eventi aziendali su larga scala e di persona che inevitabilmente porterà a un’impennata dei viaggi d’affari internazionali e quindi di emissioni di gas serra.

“La strategia di sostenibilità di un’azienda non dovrebbe essere solo una questione di responsabilità aziendale, ma anche di responsabilità individuale. Un ostacolo critico nella mobilitazione dell’azione per il clima è spesso rappresentato dall’incapacità delle persone di visualizzare realmente l’intero impatto negativo del loro comportamento sull’ambiente.” ha aggiunto Bai, “Con la Net Zero Card ci auguriamo che le persone si rendano conto che ogni azione, così come l’inazione, è importante quando si tratta di garantire il futuro del pianeta”.

I dubbi degli esperti

Restano in ogni caso i dubbi degli esperti ambientali sul reale impatto della digitalizzazione delle compensazioni di carbonio per combattere veramente il cambiamento climatico. I token digitali portano infatti con se tutte le problematiche legate al carbon offsetting e, quindi, al fatto che spesso le compensazioni sono associate a progetti di dubbio impatto ambientale perché possono basarsi su una certa quantità di emissioni evitate o ridotte dichiarate ma che poi non rappresentano o non realizzano realmente i risparmi di carbonio promessi. Tale problematica, che sul mercato reale è stata messa in luce negli ultimi anni e aveva sospeso o frenato lo scambio di alcuni prodotti, rischia di andare nel dimenticatoio quando si convertono le compensazioni in token. Inoltre, poi, il conio di criptovalute è spesso ad alto consumo energetico, fattore che può essere un po’ contraddittorio se l’intento alla base è quello di scambiare crediti di emissione di carbonio per ridurre l’impatto emissivo dell’economia.