A cinque giorni dalla sentenza che ha abolito il diritto all’ aborto negli Stati Uniti, la Corte Suprema USA torna a far parlare di sé. Questa volta decidendo di limitare i poteri dell’EPA (Environmental Protection Agency), l’agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente, di ridurre le emissioni di gas serra delle centrali elettriche.
È un duro colpo questo per l’amministrazione Biden, che aveva basato la propria campagna elettorale anche sulla lotta al cambiamento climatico e ha promesso di raggiungere emissioni nette zero entro il 2050, oltre che per gli obiettivi climatici internazionali. La decisione manda infatti un segnale che va nella direzione opposta agli obiettivi di limitazione dell’aumento della temperatura globale stabiliti nell’Accordo di Parigi in cui gli Stati Uniti sono rientrati poco più di un anno fa, a trenta giorni dall’insediamento di Biden.
La questione è stata aperta nel 2015 quando, durante l’era Obama, era stata proposta una direttiva nota come Clean Power Plan che stabiliva target emissivi per ciascuno Stato e che dava la possibilità all’EPA di intervenire nel caso in cui non fossero stati presentati piani adeguati. La proposta prevedeva una riduzione delle emissioni di carbonio derivanti dalla produzione di energia elettrica del 32% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005.
Subito gli Stati repubblicani e l’industria fossile si erano opposti intentando una causa, la West Virginia vs EPA, in cui veniva messa in dubbio il potere dell’EPA di limitare le emissioni e sviluppare standard emissivi per le centrali elettriche, accusando l’autorità di effettuare un’interpretazione troppo ampia di alcune parti del Clean Air Act del 1970. Nel 2016 la Corte stessa aveva frenato l’entrata in vigore della proposta.
Ora, a distanza di sei anni, arriva la decisione definitiva della Corte in merito. Con una approvazione finale di 6-3, la sentenza ha stabilito che l’agenzia per la protezione dell’ambiente non è stata specificamente autorizzata dal Congresso a ridurre le emissioni di carbonio quando è stata istituita e che pertanto le decisioni in merito “spettano al Congresso stesso, o a un’agenzia che agisce in base a una chiara delega da parte di tale organo rappresentativo” si legge nel documento.
A nulla è valsa l’opinione dissenziente, scritta dalla giudice della Corte Elena Kagan che, secondo quanto riportato dal Financial Times, ha affermato che l’EPA ha l’autorità di regolamentare le “fonti fisse” di sostanze inquinanti dannose per la popolazione, aggiungendo che la riduzione delle emissioni di gas serra è “una parte necessaria di qualsiasi approccio efficace per affrontare il cambiamento climatico”.