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Riduzione emissioni

Cos’è la Carbon Tax e come funziona

Che cosa fare per ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera? Una soluzione è quella di tassarle con il meccanismo della carbon tax, vale a dire con una ecotassa che viene calcolata sulla quantità di emissioni climalteranti che vengono immesse nell’atmosfera e che prevede quindi un’aliquota su ogni tonnellata di anidride carbonica prodotta dalle aziende. 

Una premessa necessaria è che il CO2 (diossido di carbonio) non sia l’unica tipologia di emissione inquinante, tuttavia, secondo gli esperti, è responsabile di più della metà dell’effetto serra risultante dalle attività umane. Per tenere conto di questa situazione viene utilizzata come unità di misura il CO2e, dove “e” sta per equivalente, in modo da esprimere in maniera uniforme l’impatto sul clima dei diversi gas serra tra cui il metano e il protossido di azoto.

In Italia la carbon tax non esiste ancora ma in molti altri paesi, invece, è già realtà. E dall’esperienza fatta in questi paesi si possono trarre degli elementi interessanti. 

A cosa serve la carbon tax

La carbon tax ha due obiettivi fondamentali: uno è quello di indirizzare le imprese ad adottare comportamenti che limitino il risultato dell’attività di produzione sull’ambiente. L’altro effetto conseguente è quello di garantire un introito fiscale che possa essere utilizzato per varie finalità come facilitare la transizione ecologica, promuovendo ad esempio le iniziative finalizzate a mitigare il riscaldamento globale o sostenendo le aree più vulnerabili. Tali introiti possono essere utilizzati anche per rispondere ad esigenze sociali, a favore delle categorie più fragili.

Come funziona la carbon tax

Le riflessioni sulla carbon tax non si limitano al tema della correttezza della sua introduzione ma vertono soprattutto sul valore dell’aliquota che viene applicata e, di conseguenza, su quale debba essere il valore più corretto da associare ad una tonnellata di emissioni di anidride carbonica. Si tratta soprattutto di un tema di politica fiscale e dipende quindi dall’orientamento del governo del paese che rende le decisioni in questo ambito. 

Il costo di una tonnellata di CO2e

Alla data del 1° ottobre 2021, secondo quanto riportato da IC4E, i prezzi espliciti per tonnellata di CO2e variano da meno di 1 dollaro a 142 dollari. Tuttavia, oltre il 46% delle emissioni regolate dal carbon pricing è ancora coperto da un prezzo inferiore a 10 dollari. Per rimanere sulla traiettoria della riduzione della temperatura globale 2°C sostenendo la crescita economica, tra le raccomandazioni della Commissione di alto livello sui prezzi guidata dagli economisti Stern e Stiglitz vi sono quelle di raggiungere prezzi compresi tra 40 e 80 dollari per tonnellata di CO2e entro il 2020 e tra 50 e 100 dollari per tonnellata di CO2e entro il 2030.

Dove viene applicata la Carbon Tax

Ma quali sono i paesi che hanno adottato la carbon tax o meccanismi analoghi? La situazione al 1° ottobre 2021, secondo il rapporto elaborato da IC4E, Institute for Climate economics, evidenzia che a 47 giurisdizioni (Paesi, province o città) sia riferibile un sistema di tariffazione del carbonio (carbon tax e/o sistema di scambio di emissioni (ETS)). Il PIL di questi 47 paesi insieme rappresenta circa il 60% del prodotto interno lordo (PIL) globale. Nell’ultimo anno, in particolare, Cina e Germania, cioè due Paesi del G20, hanno implementato un prezzo esplicito.

Più in dettaglio, sempre secondo i dati di IC4E, i sistemi di tariffazione del carbonio hanno generato introiti fiscali per 56,8 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2020-2021; in aumento rispetto ai 48 miliardi di dollari dei 12 mesi precedenti. Per quanto riguarda la composizione delle entrate, invece, il 52% deriva dalle tasse sul carbonio e il resto dalle aste ETS e sono state destinate ai bilanci generali nazionali o a specifici progetti ambientali o di sviluppo. 

Soluzioni alternative: l’ETS

Un meccanismo alternativo alla carbon tax è quello dell’ETS (Emission Trading System), che è uno strumento esplicito per la determinazione del prezzo che limita la quantità di emissioni di gas serra consentite ed è, quindi, il mercato a determinare il prezzo attraverso lo scambio di quote di emissione da parte degli emittenti. L’EU ETS, cioè il mercato di scambio europeo, è considerato dalla UE una pietra miliare della politica per la lotta ai cambiamenti climatici e il suo strumento chiave per ridurre le emissioni di gas serra in modo economicamente efficace. È il primo grande mercato del genere al mondo e rimane il più grande.