La crescente frequenza e gravità delle catastrofi naturali, che nel 2021 ha prodotto 329 miliardi di dollari di perdite direttamente legate a eventi climatici e meteorologici, ha impatti sempre più dannosi a livello mondiale. Le perdite che ne derivano a livello economico, peraltro, non sono sufficientemente coperte a livello assicurativo. È quanto emerge dal rapporto 2021 Weather, Climate and Catastrophe Insight redatto da Aon, gruppo specializzato nella consulenza dei rischi e delle risorse umane, nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa.
I dati elaborati sono una base per un’analisi più comprensiva utile al top management delle aziende per quantificare e qualificare il rischio legato alle catastrofi e valutare come le imprese possano essere più resilienti a repentini cambiamenti climatici sempre più frequenti.
Indice
Le perdite economiche causate da disastri naturali
Nel rapporto Aon riferisce un valore complessivo di 343 miliardi di dollari di perdite economiche nel 2021, di cui 329 miliardi di dollari derivanti da eventi meteorologici e climatici. Così, commenta Aon, il 2021 diventa il terzo anno più “costoso”, tenuto conto dell’inflazione. Mentre le perdite sono aumentate rispetto al 2020, il numero di eventi catastrofici degni di nota è leggermente diminuito, dimostrando l’aumento del costo e della gravità di questi avvenimenti.
Aon spiega che delle perdite registrate nel 2021 solo il 38% è stato coperto da un’assicurazione. Nonostante un aumento delle perdite complessive rispetto al 2020, il gap esistente a livello di copertura assicurativa dal rischio di perdite economiche nelle aziende è leggermente diminuito dal 63% al 62%. I paesi che hanno registrato gli eventi più costosi del settore assicurativo, secondo i dati riportati nel rapporto, sono Germania, Belgio, Austria, Lussemburgo e Cina. Nel rapporto, tra le altre cose, vengono riferiti anche altri dati, come i 401 eventi disastrosi registrati nel 2021, che hanno registrato un calo rispetto ai 416 del 2020. Lo scorso anno sono stati osservati, inoltre, 50 casi di eventi con perdite economiche da miliardi di dollari, rendendo il 2021 il quarto anno più gravoso in assoluto, con solo 20 dei casi che hanno raggiunto la soglia di copertura del miliardo di dollari. Aon ricorda poi che le inondazioni europee a luglio sono state il disastro più costoso per il Vecchio Continente, con 46 miliardi di dollari. Il Paese più colpito è la Germania, come si evince dal grafico in basso.
D’altra parte, se l’aumento delle precipitazioni e le conseguenti inondazioni rappresentano sempre più un oneroso problema, anche gli incendi, soprattutto quelli boschivi, sono ormai molto gravosi perché le condizioni sono diventate più favorevoli alla loro rapida diffusione. Così, commenta Aon, il termine “stagione degli incendi” è ufficialmente superato, poiché il rischio di incendi pericolosi è diffuso durante l’intero anno solare. Il 2021, si sottolinea nel documento, è stato il sesto anno più caldo, con temperature terrestri e oceaniche di 0,84°C (1,51°F) al di sopra della media del 20° secolo. La temperatura più calda mai misurata in modo attendibile sulla Terra è stata ufficiosamente registrata nella Death Valley, California, lo scorso 9 luglio a 54,4°C (130,0°F).
Nella tabella di seguito sono mostrati i primi dieci eventi globali rispetto alle perdite.
Cosa possiamo fare oggi per pianificare il domani?
Riconoscere il rischio di transizione e i requisiti normativi
Secondo Aon, il rischio di transizione è un’opportunità crescente per le aziende fintanto che tengono conto dell’ambiente normativo in evoluzione. Mentre le aziende sviluppano il proprio quadro per tenere in considerazione questi requisiti normativi o si preparano affinché le agenzie di rating inizino a comprendere quanto bene un istituto stia gestendo temi ambientali, sociali e di governance (ESG), ci sono gruppi dedicati a sviluppare una mappa lungimirante. La più importante di queste organizzazioni, riferisce Aon, è la Task Force on Climate-Related Disclosures (TCFD). Inoltre, mentre le aziende affrontano i cambiamenti fisici e la transizione verso un business più sostenibile, hanno bisogno di allineare gli impatti del cambiamento climatico a soluzioni di bilancio che possano ridurre la volatilità.
Non a caso, Steve Bowen, meteorologo e responsabile Catastrophe Insight per Aon, afferma che “Con l’aumento dei costi legati alle perdite da danni fisici, notiamo persistenti interruzioni a livello globale delle catene di approvvigionamento e di vari servizi nel campo degli aiuti umanitari e altri servizi legati ai beni. Il percorso da seguire per le aziende e i governi deve includere la sostenibilità e gli interventi di mitigazione del cambiamento climatico per minimizzare i rischi man mano che emergono nuove forme di volatilità legate ai disastri”.
Rafforzare la resilienza della catena di approvvigionamento
È sempre più necessario, come sottolinea Aon nel rapporto, valutare e allineare le macroesposizioni a eventi specifici del settore industriale, tra cui condizioni meteorologiche estreme, previsioni ambientali e climatiche, nonché disordini politici, per proteggere gli asset dalle catastrofi naturali.
In questo contesto, è altresì fondamentare identificare e mitigare una serie di rischi reputazionali che culminano nelle catene di fornitura, tra cui diversità e inclusione, schiavitù moderna, lavoro minorile o forzato e traffico di esseri umani.
Aon consiglia inoltre di fare due cose: individuare il modo in cui è possibile migliorare i processi della catena di fornitura e le operazioni di approvvigionamento esistenti con i team assicurativi, di gestione del rischio e finanziari; scoprire il modo in cui abbinare il capitale dell’assicuratore alle esposizioni attuali ed emergenti attraverso una migliore comprensione del rischio nei fornitori chiave e nelle terze parti.
Secondo Aon, le sfide sociali richiedono valutazioni complete attraverso la gestione del rischio, compresa la gestione dei soccorsi e delle emergenze, per rispondere agli eventi più impattanti di domani. Quindi, anche se i gestori del rischio sono alle prese con le complessità del rischio climatico futuro, ci sono intanto alcune categorie di base da seguire:
- La mitigazione: identificare i modi migliori per ridurre il volume delle emissioni di carbonio e stabilizzare i gas serra che intrappolano il calore nell’atmosfera;
- L’adattamento: pianificare la vita futura in un ambiente climatico che cambia investendo per minimizzare le vulnerabilità umane e fisiche (ad esempio investendo in progetti infrastrutturali, costruendo strutture più resistenti alle tempeste, migliorando la comunicazione del rischio, o modificando i comportamenti dello stile di vita);
- L’educazione: ampliare la conoscenza di base del sistema climatico e riconoscere che c’è ancora tempo per avere un impatto significativo per invertire i danni all’ambiente terrestre causati dall’uomo.
Individuare soluzioni scalabili
Nel rapporto, infine, si sottolinea la necessità di trovare delle risposte il più possibile univoche e scalabili, così da poterle adattare a diversi contesti. Eric Andersen, Presidente di Aon, a tal proposito ha commentato: “Chiaramente c’è sia un gap a livello di copertura assicurativa, che di innovazione quando si tratta di rischio climatico. Con l’aumento della gravità degli eventi catastrofici, il modo in cui valutiamo e in definitiva ci prepariamo a questi rischi non può dipendere solo dai dati storici. Dobbiamo guardare a tecnologie come l’intelligenza artificiale e i modelli predittivi che evolvono costantemente per mappare i veloci cambiamenti del clima. Con soluzioni scalabili, possiamo aiutare le aziende a prendere decisioni migliori che le rendano più resilienti, mentre continuano ad affrontare sempre più frequentemente rischi interconnessi e più volatili”.