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Fondo per la Difesa Ambientale in Europa

La COP28 punta alle emissioni di metano

Secondo il Fondo per la Difesa Ambientale in Europa, Una delle principali organizzazioni internazionali senza scopo di lucro che crea soluzioni rivoluzionarie per i problemi ambientali più gravi, gli impegni assunti durante la COP28 di questo fine settimana potrebbero portare a impatti climatici di ampia portata: 118 Paesi, compreso il blocco dell’UE, si sono impegnati a triplicare la capacità di energia rinnovabile e a raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030. Con tutte le attenzioni rivolte all’industria del petrolio e del gas, il metano ha finalmente conquistato il centro della scena: i leader mondiali hanno annunciato un nuovo finanziamento di oltre 1 miliardo di dollari per affrontare il problema delle emissioni di metano e l’EPA statunitense ha annunciato nuove e severe normative sul metano, sulla scia delle nuove regolamentazioni dell’UE sul metano approvate solo poche settimane fa.

L’aspetto più importante è che l’industria del petrolio e del gas ha compiuto un passo significativo. 

Nell’ambito della Carta per la decarbonizzazione del petrolio e del gas (Oil and Gas Decarbonisation Charter – OGDC)50 compagnie responsabili di circa il 40% della produzione petrolifera mondiale hanno accettato di ridurre le proprie emissioni di metano allo 0,2% nelle operazioni di produzione, di interrompere il flaring di routine entro il 2030 e di fornire una rendicontazione completa, trasparente e indipendente delle emissioni utilizzando standard riconosciuti a livello internazionale. 

Le compagnie petrolifere nazionali di Libia, Azerbaigian, Kazakistan, Nigeria, Arabia Saudita, Norvegia e altre, tutti i principali fornitori di petrolio e gas dell’UE, hanno firmato la Carta. Questa carta integra il regolamento sul metano recentemente approvato dall’UE, che stabilisce le regole per i livelli di metano nei carburanti importati.

“La riduzione del metano è finalmente al centro della scena. Gli impegni assunti sono un segnale importante e potrebbero avere un effetto a catena in un settore che ha responsabilità e potenzialità di azione per il clima. La riduzione dell’inquinamento da metano è il modo più rapido per evitare i peggiori punti critici per il clima, mentre ci spostiamo verso la decarbonizzazione dei nostri sistemi energetici. L’OGDC fa seguito a un lungo sforzo per indurre i produttori di petrolio e gas ad agire su questo frutto a basso costo per il clima”, ha commentato Flavia Sollazzo, direttrice senior per la Transizione energetica dell’UE.

“È tuttavia fondamentale riconoscere che l’OGDC, pur costituendo un passo in avanti nella giusta direzione, non è una soluzione a sé stante. L’assenza di Paesi come la Russia, l’Iran, l’Iraq, il Venezuela e il Turkmenistan dall’OGDC evidenzia la necessità di un impegno globale più ampio. L’OGDC è un pezzo significativo di un puzzle complesso e solo un elemento di uno sforzo multiforme necessario per ridurre le emissioni di metano a livello mondiale”, ha aggiunto Sollazzo.

E se le parole contano, è essenziale che seguano i fatti. 

“Le promesse ambiziose sono ottime per generare titoli di giornale, ma la vera sfida ora consiste nel garantire la trasparenza globale e la responsabilità delle emissioni di metano. La storia ha dimostrato che senza un monitoraggio efficace, le promesse audaci sul clima spesso non vengono mantenute. Per affrontare questo problema, il Fondo per la Difesa Ambientale guiderà una partnership di responsabilità con l’Osservatorio internazionale delle emissioni di metano (IMEO) del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente e l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE), sostenuta da un impegno di 40 milioni di dollari da parte del dipartimento ambiente di Bloomberg. Insieme, sorveglieremo da vicino, dalla terra e dallo spazio, per garantire che l’industria mantenga le sue promesse”, ha commentato Sollazzo.

Una componente chiave di questa iniziativa sarà MethaneSAT, un satellite altamente sofisticato che EDF lancerà all’inizio del 2024 e che avrà la capacità unica di individuare i grandi eventi di emissione e milioni di piccole fonti.

E lancia un segnale forte alle compagnie petrolifere nazionali, che rappresentano il 60% dei sostenitori dell’OGDC. “Le compagnie petrolifere nazionali producono più della metà del petrolio e del gas globale e sono responsabili di una parte ancora maggiore delle emissioni totali di metano legate al settore. Fino ad oggi, la maggior parte di queste compagnie ha fatto poco o nulla per affrontare le proprie emissioni di metano, per cui il loro coinvolgimento nella questione del metano costituisce un passo significativo”, ha aggiunto l’esperta, “un’efficace riduzione dell’inquinamento da metano richiede un’azione urgente su tutti i fronti, attraverso misure normative, iniziative dell’industria e impegno della società civile. L’accordo dell’UE su una normativa pionieristica sul metano, i nuovi e ambiziosi standard degli Stati Uniti e il primo piano d’azione sul metano della Cina segnano un reale progresso. Ma per evitare punti di svolta catastrofici per il clima, è cruciale costruire su questo slancio con ambiziose riforme sistemiche, maggiori impegni in tutta l’industria energetica e una profonda decarbonizzazione dell’intera catena del valore”.

La minaccia del metano   

Il metano è un potente gas serra identificato come il secondo maggior responsabile del riscaldamento globale, con un potenziale di riscaldamento oltre 80 volte superiore a quello dell’anidride carbonica nei primi 20 anni dopo la sua immissione nell’atmosfera. La concentrazione atmosferica di metano sta aumentando più rapidamente oggi che in qualsiasi altro momento dagli anni Ottanta. Le emissioni di metano prodotte dall’attività umana sono responsabili di almeno il 25% del riscaldamento attuale. Il settore del petrolio e del gas si distingue per un contributo significativo, con emissioni di metano superiori di circa il 70% rispetto ai dati ufficiali e destinate ad aumentare.