Città intelligenti e green. Energeticamente autosufficienti grazie all’elettrificazione, che garantisce una riduzione delle emissioni e del ricorso alle fonti fossili, ricche di verde, in grado di offrire servizi efficienti, di garantire una gestione responsabile dei rifiuti e in cui il sistema dei trasporti pubblici e privati sia basato su veicoli elettrici. È questa la città sostenibile del futuro descritta e immaginata nel talk Raccontiamo la città sostenibile, organizzato da ABB, gruppo attivo nell’elettrificazione e nell’automazione, in cui è stato affrontato il tema dell’evoluzione dello spazio urbano.
La città del futuro, infatti, non può che essere sostenibile e la sua progettazione deve partire dalla convergenza di conoscenze che portino a costruire un tessuto urbano nuovo in cui devono fondersi architettura, energia, mobilità, efficientamento e socialità. All’evento hanno preso parte quindi proprio esponenti delle diverse professionalità che devono essere messe in campo nel progettare e realizzare il futuro degli spazi urbani: l’architetto Stefano Boeri e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori hanno dialogato con Maria Cristina Papetti, Head of Global Sustainability Enel Grids, Guido Davoglio, Technical Director di Tekser, e Gianluca Lilli, Senior Vice President di ABB Italia. A moderare il talk Lavinia Spingardi, giornalista Sky TG24, che ha offerto gli spunti per una conversazione aperta e coinvolgente sugli aspetti più interessanti della svolta ecologica delle nostre città.
Assodato ormai che il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali – con tutti gli impatti a catena che generano – sono le sfide con cui l’umanità è chiamata a fare i conti, dal talk è emerso come queste possano essere affrontate a partire proprio dalla progettazione sostenibile delle città. È necessario quindi analizzare il capitale fisico e sociale attuale, ripensando la territorialità avendo due orizzonti temporali a mente, il 2035 e il 2050, quali deadline per la realizzazione della transizione ecologica e sociale. Il piano d’azione può e deve prendere piede proprio dalle città e basarsi su tre grandi temi principali: mobilità, energia e verde.
Edifici green e intelligenti, veicoli a zero emissioni, modelli di cittadinanza partecipativi e inclusivi: molte soluzioni esistono già e la grande sfida è abilitarle con l’aiuto di una burocrazia pronta e una politica che sappia come indirizzare nel modo più efficiente possibile i tanti fondi ora messi a disposizione dall’UE.
Il modello delle città del futuro alleate della transizione è quello della smart city (città intelligente) e prevede un vasto impiego di nuove tecnologie grazie alle quali i dati raccolti attraverso sensori siano usati per automatizzare una serie di servizi al fine di ottenere migliori prestazioni, costi inferiori o impatti ambientali ridotti.
Al centro del modello vi sono gli edifici, i quali dovranno diventare centri di produzione di energia rinnovabile e saranno ricchi di vegetazione – sulle facciate, sui tetti e nei cortili – per consentire di assorbire la CO2, regolare il microclima e, in generale, migliorare la qualità della vita e dell’aria nelle città.
In Italia, infatti, gli edifici rappresentano più di un terzo dei consumi energetici e dalla loro trasformazione dipende, da un lato, il raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico delle abitazioni fissati dall’UE nel pacchetto del piano REPowerEU, ma, dall’altro, anche la riduzione dell’impatto climatico visto che le città e le aree urbane attuali producono circa il 75% della CO2 totale emessa, secondo quanto rilevato da ABB.
Le comunità energetiche
Quando si parla di città sostenibili grande attenzione è posta al tema dell’energia, immaginando un modello di produzione diffusa, dove l’energia rinnovabile si genera nelle case e nei quartieri, da cui poi viene stoccata e distribuita. Da questo punto di vista l’evoluzione dei modelli di produzione, consumo e gestione dell’energia rappresenta una sfida di grande attualità per il nostro sistema economico, abilitata da tecnologie in grado di supportare tale transizione.
In questo ambito, i nuovi player che emergono sullo scenario sono i cittadini e le imprese che hanno nuove opportunità di agire proattivamente sul mercato dell’energia, passando dal classico ruolo di consumatori a quello di prosumer: produttori di energia rinnovabile che consumano solo in parte tale risorsa, immettendo in rete la parte eccedente che può essere stoccata o scambiata con altri consumatori.
Sono dunque produzione e condivisione di energia elettrica da fonti rinnovabili, le parole chiave intorno alle quali nascono le comunità energetiche: libere associazioni di cittadini, imprese, enti territoriali e autorità locali che agiscono secondo criteri di autoconsumo e autosufficienza energetica, dando vita a un modello decentrato e localizzato di produzione energetica.
I vantaggi, oltre a una riduzione dei costi dell’energia, riguardano la valorizzazione dell’energia prodotta, la riduzione degli impatti ambientali e, non ultima, la coesione sociale che si viene a creare attorno a questo modello che unisce consapevolezza e collaborazione.
Convergere la sfida della transizione sostenibile su scala urbana. – anche grazie alle comunità energetiche – offre dunque l’opportunità di dimostrare come investire nella lotta alle difficoltà dei nostri tempi, garantisca non solo di vincere le sfide che incombono, ma, al contempo, anche una più elevata qualità della vita e degli spazi abitati dalle persone.
La stima per l’Europa è di arrivare, nel 2050, a 264 milioni di cittadini europei che si uniranno al mercato energetico come prosumer, producendo circa il 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva. Per l’Italia la stima del Politecnico di Milano (Electricity Market Report) prevede che entro il 2025 le comunità energetiche saranno circa 40.000 e coinvolgeranno 1,2 milioni di famiglie, 200mila uffici e 10mila piccole e medie imprese. La mappatura di Legambiente dello scorso maggio 2022 ha identificato 100 comunità energetiche nel nostro Paese: 35 erano già attive, mentre 41 erano in fase progettuale e 24 in via di costituzione.