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Edilizia sostenibile

Certificazione BREEAM: cos’è, vantaggi e criteri di valutazione

A partire dagli Accordi di Parigi (2015) e dal Green Deal (2019) in Europa vi è una crescente attenzione verso quelli che sono gli impatti ambientali e climatici del settore edilizio. La Direttiva Case Green prevede che dal 2028 le nuove costruzioni siano a emissioni zero, mentre il patrimonio edilizio esistente, soprattutto residenziale e commerciale, dovrà essere rinnovato e reso più efficiente per raggiungere le classi energetiche E e D entro il 2033. Vi è quindi un crescente bisogno di ricorrere a certificazioni edilizie riconosciute che assicurino la sostenibilità degli edifici. Se le certificazioni energetiche (come la certificazione APE, utilizzata in Italia) valutano principalmente il consumo di energia primaria dell’edificio, le certificazioni ambientali adottano un approccio globale che misura la sostenibilità e l’intero ciclo di vita del progetto. Tra le più importanti certificazioni ambientali si trova il BREEAM.

Cos’è la certificazione BREEAM

BREEAM è l’acronimo che unisce le sigle BRE (Building Research Establishment) ed EAM (Environmental Assessment Method). Il gruppo BRE è un’organizzazione privata britannica con più di 100 anni di esperienza e impegnata nella ricerca della sostenibilità e degli impatti ambientali del settore edilizio. Creato nel 1990, questo metodo di valutazione ambientale è tra le certificazioni edilizie più utilizzate al mondo, adottabile su base volontaria, che assicura standard di progetto e di costruzione ecosostenibili, applicabile a edifici, infrastrutture e progetti di scala urbana. Viene implementato in più di 89 paesi e sono più di due milioni le certificazioni rilasciate. L’approccio olistico e gli standard di sostenibilità BREEAM perseguono il raggiungimento degli obiettivi ESG, neutralità carbonica e del benessere degli utenti in campo edilizio. Sono dieci le categorie di riferimento su cui si basa il sistema di valutazione BREEAM: gestione, salute e benessere, energia, trasporti, acqua, materiali, rifiuti, uso del suolo, inquinamento, innovazione.

Quali sono i vantaggi

BREEAM è il metodo di valutazione in campo edilizio più utilizzato al mondo, per numero di progetti accreditati, ed è quindi anche il più riconosciuto. Processi scientifici basati su metriche e indici di sostenibilità assicurano l’accuratezza della valutazione. Certificare un edificio con BREEAM significa garantirne un basso impatto ambientale, l’impiego di procedimenti e materiali ecosostenibili, un’attenzione particolare alle innovazioni edilizie e progettuali in direzione green, una qualità edilizia superiore rispetto agli standard legislativi, l’abbattimento dei costi di manutenzione e gestione, e alti standard di comfort interni. Il metodo presenta un alto grado di flessibilità, rendendolo facilmente applicabile a diverse tipologie di edifici e progetti. Ricorrere al BREEAM significa migliorare la valutazione degli asset immobiliari in campo finanziario: gli edifici certificati aumentano il proprio valore sul mercato e rappresentano un investimento molto più sicuro di progetti senza certificazione.

Come ottenerla e quando va richiesta

Gli step per ottenere la certificazione BREEAM sono principalmente tre. Si può richiedere una valutazione del progetto in fase di progettazione, con il rilascio di un certificato temporaneo (Interim BREEAM Certification), in attesa della conclusione dei lavori. La forma più comune è la richiesta di valutazione a costruzione ultimata, con il rilascio del certificato finale ed eventuali punti aggiuntivi nel caso fosse stato rilasciato un certificato provvisorio precedentemente. In ultimo, esiste un tipo di certificazione BREEAM per edifici già esistenti (BREEAM in Use). Per il rilascio della certificazione, un professionista accreditato (BREEAM AP, Accredited Professional) e ufficialmente autorizzato da BRE, esegue un’attenta analisi del progetto per verificare che i requisiti di sostenibilità ambientale siano rispettati. Al termine della sua valutazione, l’incaricato BREEAM invierà la documentazione alla sede BREEAM per l’approvazione del certificato.

Criteri di valutazione

Come accennato precedentemente, il metodo BREEAM ha un approccio globale e basa il suo sistema di rating su dieci categorie principali: gestione dell’energia (monitoraggio dei consumi energetici, riduzione delle emissioni di CO2, ecc.); sostenibilità del territorio e dell’ecosistema (valutazione dell’impatto ambientale del sito, protezione dell’ecosistema locale, ecc.); uso sostenibile dell’acqua (riduzione del consumo di acqua, adozione di attrezzature efficienti dal punto di vista idrico, ecc.); salute e benessere degli utenti (qualità dell’aria interna, comfort termico, ecc.); prevenzione dell’inquinamento (monitoraggio e limitazione dell’inquinamento luminoso notturno e acustico, ecc.); sostenibilità dei trasporti (accessibilità dei trasporti pubblici, mobilità ciclabile, ecc.); scelta consapevole dei materiali (valutazione dell’impatto ambientale del ciclo di vita dei materiali, scelta di materiali duraturi e resilienti, ecc.); gestione sostenibile dei rifiuti (raccolta e smaltimento dei rifiuti di costruzione, riduzione della produzione di rifiuti, ecc.); pratiche di costruzione responsabili (adozione di tecniche di costruzione sostenibili, gestione responsabile del cantiere, ecc.); innovazione (supportare l’innovazione all’interno dell’industria delle costruzioni).

A seconda del tipo di progetto che si sta affrontando, la flessibilità del metodo BREEAM prevede cinque tipi di sistemi di rating: new construction (NC), utilizzato per nuove edificazioni e ampliamenti; refurbishment (RF), per ristrutturazioni; in use (IU), per gestione e certificazione di edifici esistenti; communities (CM), per ristrutturazioni e nuove costruzioni a scala urbana; infrastructure (IF), per infrastrutture.

Dal momento che BREEAM è uno standard britannico, le categorie di intervento come descritte valgono principalmente nel Regno Unito, mentre esistono degli schemi di valutazione nazionalizzati per alcuni paesi (come Olanda, Spagna, Norvegia, Svezia e Germania) per adattare il sistema di rating a diverse aree climatiche. Per tutti gli altri paesi invece vengono usati schemi internazionali: commercial Europe, se edifici per uffici; International Bespoke, negli altri casi; In-Use, quando l’edificio è già in uso.

Livelli di certificazione BREEAM

Per ciascuna delle dieci categorie elencate sopra e su cui si basa il sistema di rating BREEAM, in seguito all’audit, viene assegnato un punteggio pesato di crediti. Le categorie che incidono di più sono quelle che riguardano l’energia, il management, la salute e il benessere, e i materiali. Sommando tutti i crediti pesati si ottiene il risultato della performance ambientale globale dell’edificio o progetto in questione. L’esito del rating può ricadere in sei livelli diversi, a seconda del punteggio: unclassified, sotto i 30 punti (inclassificato, non ha raggiunto la soglia minima dei requisiti di sostenibilità BREEAM); pass, tra i 30 e i 45 punti (rappresenta il livello base di ottenimento del titolo BREEAM e circa il 75% degli edifici commerciali certificati. Il progetto dimostra un primo sforzo e utilizzo di tecnologie e soluzioni per migliorare la propria sostenibilità); good, tra i 45 e i 55 punti (la sostenibilità non ha la priorità in tutti gli aspetti, ma molti degli obiettivi BREEAM, come risparmio di risorse ed efficienza vengono raggiunti); very good, tra i 55 e i 70 punti (classe dai risultati elevati e che prioritizza la sostenibilità, ma che manca di implementare alcune delle tecnologie più avanzate, accontentandosi comunque di un buon livello. Rappresenta circa il 25% degli edifici commerciali certificati); excellent, tra i 70 e gli 85 punti (si tratta del livello con i migliori risultati ma senza quel tocco in più di novità); outstanding, oltre gli 85 punti (è il livello più alto, denominato anche il livello “innovatore”, in quanto si richiede ai progettisti di creare soluzioni innovative per raggiungere livelli di sostenibilità elevati. Nel Regno Unito solo meno dell’1% degli edifici certificati hanno raggiunto questa classe).

BREEAM vs LEED: le differenze

I protocolli LEED e BREEAM hanno molti punti in comune, come l’adozione su base volontaria e un approccio olistico al progetto, con l’obiettivo di raggiungere standard di sostenibilità molto alti. Per quanto riguarda le differenze, se ne possono riscontrare alcune. In primo luogo, il ricorso al professionista accreditato (BREEAM AP) è obbligatorio nel caso di BREEAM, mentre rappresenta un valore aggiunto nel caso LEED. BREEAM ha una specificità elevata in relazione alla destinazione d’uso e al paese in cui si trova l’edificio o il progetto: infatti gli schemi cambiano a seconda della nazione e possono essere adattati. LEED, tiene in forte considerazione l’ubicazione del progetto e quindi caratteristiche ambientali che esulano dalle scelte tecnologiche degli architetti o dei committenti. Inoltre, si caratterizza per diversi tipi di valutazione a seconda del tipo di edificio/progetto da realizzare; questi sono però indistintamente applicabili in tutti i paesi.