Le Nazioni Unite hanno adottato un accordo storico volto a garantire la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marina delle aree al di fuori della giurisdizione nazionale, che coprono oltre due terzi dell’oceano. Basandosi sull’eredità della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS), questo accordo siglato a New York rafforza in modo significativo il quadro giuridico attuale, in un’ottica di cooperazione intersettoriale e multilaterale. L’attuazione tempestiva di questa intesa contribuirà in modo decisivo al raggiungimento degli obiettivi legati agli oceani dell’Agenda 2030 e del Quadro globale per la biodiversità di Kunming-Montreal.
L’accordo sarà aperto alla firma presso la sede delle Nazioni Unite a New York per due anni a partire dal 20 settembre 2023, il giorno successivo al vertice SDG 2023, ed entrerà in vigore dopo la ratifica da parte di sessanta stati. António Guterres, segretario generale ONU, ha esortato tutte le parti ad agire senza indugio il prima possibile. “Questo è fondamentale per affrontare le minacce che incombono sugli oceani e per il successo degli obiettivi e dei traguardi legati alla biodiversità delle acque”, ha dichiarato. Ha inoltre espresso la disponibilità ad aiutare gli stati a realizzare questo obiettivo.
Le quattro questioni fondamentali dell’accordo
- Istituisce un quadro di riferimento per la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dalle attività relative alle risorse genetiche marine al di fuori della giurisdizione nazionale, garantendo che tali attività vadano a beneficio di tutta l’umanità.
- Consente di istituire strumenti per conservare e gestire in modo sostenibile habitat e specie vitali in alto mare e nell’area dei fondali marini internazionali. Tali misure sono fondamentali per archiviare l’obiettivo globale 30 by 30 di conservare efficacemente almeno il 30% delle aree terrestri, delle acque interne e delle aree marine e costiere entro il 2030, come concordato nel Quadro globale per la biodiversità di Kunming-Montreal.
- Garantisce che gli impatti ambientali delle attività nelle aree al di fuori della giurisdizione nazionale siano valutati e considerati nel processo decisionale. Fornisce anche, per la prima volta, un quadro giuridico internazionale per la valutazione degli impatti cumulativi delle attività e delle conseguenze dei cambiamenti climatici, dell’acidificazione degli oceani e degli impatti correlati, nelle aree al di fuori della giurisdizione nazionale.
- Facilita la cooperazione nello sviluppo di capacità e nel trasferimento di tecnologia marina per assistere le parti, in particolare gli stati in via di sviluppo, nel raggiungimento degli obiettivi dell’accordo, in modo da garantire a tutti la possibilità di utilizzare in modo responsabile la biodiversità marina e di trarne beneficio.
Inoltre, l’accordo affronta diverse questioni trasversali, come il rapporto con la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare e con gli strumenti e i quadri giuridici pertinenti e gli organismi globali, regionali, sub-regionali e settoriali, nonché il finanziamento e la risoluzione delle controversie. Il quadro stabilisce anche accordi istituzionali, tra cui una conferenza delle parti, un organo scientifico e tecnico, organi sussidiari, un meccanismo di compensazione e un segretariato.