Gli effetti del riscaldamento globale sono più rapidi e devastanti del previsto. Lo afferma l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) nel suo Sixth Assessment Report Climate Change 2022: Impacts, Adaptation adn Vulnerability, in cui gli scienziati del Panel avvertono i policymakers sulla pericolosità della mancanza di interventi adeguati contro il cambiamento climatico. Le politiche di adattamento vanno più a rilento del previsto e non sono in grado di impedire gli effetti del cambiamento climatico che potrà portare a “una distruzione pericolosa e di vasta portata della natura e degli ambienti di vita di miliardi di persone”. Il grido di allarme è già stato lanciato più volte, ma il rapporto ribadisce che la finestra temporale per agire si va restringendo.
Nel report viene riferita anche una drammatica verità: le persone e gli ecosistemi che sono meno in grado di far fronte al cambiamento climatico sono anche quelli più colpiti. Nello specifico, le persone più esposte secondo l’IPCC, sarebbero 3,3-3,6 miliardi, e un quarto della popolazione del pianeta deve fare i conti con cambiamenti drastici causati dal riscaldamento globale.
“Questo rapporto è un terribile avvertimento sulle conseguenze dell’inazione”, ha detto Hoesung Lee, presidente dell’IPCC. “Mostra che il cambiamento climatico è una minaccia grave e crescente per il nostro benessere e per un pianeta sano. Le nostre azioni di oggi determineranno il modo in cui le persone si adattano e la natura risponde ai crescenti rischi climatici”.
L’aumento della temperatura globale attuale è di 1,2°C, ma il mondo affronterà inevitabili rischi climatici multipli nei prossimi due decenni se si raggiungerà un riscaldamento globale di 1,5°C e alcuni impatti saranno irreversibili. I rischi per la società aumenteranno, soprattutto per le infrastrutture e gli insediamenti costieri a bassa quota. Il report insiste sul fatto che molti paesi stanno facendo ancora troppo poco per adattarsi e per contrastare questa tendenza al rialzo del riscaldamento globale, c’è quindi un divario importante tra ciò che si dovrebbe fare oggi e ciò che che si dovrà affrontare domani.
Il sommario per i responsabili politici del rapporto del gruppo di lavoro II dell’IPCC, è stato approvato domenica 27 febbraio 2022 da 195 governi membri dell’IPCC.
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Azioni urgenti per affrontare i rischi crescenti
L’aumento delle ondate di calore, della siccità e delle inondazioni sta già superando le soglie di tolleranza di flora e fauna, causando la mortalità di massa di specie come gli alberi e i coralli, si legge nel rapporto. Questi eventi meteorologici estremi si stanno verificando simultaneamente, causando impatti a cascata che sono sempre più difficili da gestire, esponendo milioni di persone a un’acuta insicurezza alimentare e idrica, soprattutto in Africa, Asia, America centrale e meridionale, nelle piccole isole e nell’Artico. Per quanto riguarda l’Europa, saranno soprattutto gli stati del sud a doversi aspettare sempre più ondate di caldo e siccità, con gravi ripercussioni in termini di salute umana.
Per evitare una crescente perdita di vite umane, di biodiversità e di infrastrutture, nel Rapporto gli scienziati sollecitano un’azione ambiziosa e accelerata per adattarsi al cambiamento climatico, e allo stesso tempo effettuare tagli rapidi e profondi alle emissioni di gas serra. Finora, i progressi sull’adattamento non sono uniformi e ci sono sempre più divari tra le azioni intraprese e ciò che è necessario per affrontare i rischi crescenti, secondo il nuovo rapporto. L’IPCC sottolinea anche che questi divari sono maggiori tra le popolazioni a basso reddito.
“Questo rapporto riconosce l’interdipendenza del clima, della biodiversità e delle persone e integra le scienze naturali, sociali ed economiche più fortemente delle precedenti valutazioni dell’IPCC”, ha evidenziato Hoesung Lee. “Sottolinea l’urgenza di un’azione immediata e più ambiziosa per affrontare i rischi climatici. Le mezze misure non sono più un’opzione”, ha aggiunto il presidente.
Il co-presidente del gruppo di lavoro II dell’IPCC, Hans-Otto Pörtner, ha spiegato che nel rapporto viene ribadita la necessità di finanziamenti e interventi politici adeguati a ripristinare gli ecosistemi degradati e ad accelerare il progresso verso lo sviluppo sostenibile.
Le città: punti caldi di impatti e rischi, ma anche una parte cruciale della soluzione
Nel rapporto si sottolinea anche una valutazione dettagliata degli impatti del cambiamento climatico, dei rischi e dell’adattamento nelle città, dove vive più della metà della popolazione mondiale. La salute, la vita e i mezzi di sostentamento delle persone, così come le proprietà e le infrastrutture critiche, compresi i sistemi energetici e di trasporto, sono sempre più colpiti dai pericoli legati ai fenomeni atmosferici estremi, così come dai cambiamenti a insorgenza lenta, compreso l’innalzamento del livello del mare.
“Insieme, la crescente urbanizzazione e il cambiamento climatico creano rischi complessi, specialmente per quelle città che già sperimentano una crescita urbana mal pianificata, alti livelli di povertà e disoccupazione, e una mancanza di servizi di base”, ha detto Debra Roberts, anche lei co-presidente del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici.
Tuttavia, la co-presidente fa notare che “le città offrono anche opportunità di azione per il clima – edifici verdi, forniture affidabili di acqua pulita e di energia rinnovabile, e sistemi di trasporto sostenibili che collegano le aree urbane e rurali possono portare a una società più inclusiva e più giusta”.
Una finestra d’azione che si restringe
Il cambiamento climatico è una sfida globale che richiede soluzioni locali ed è per questo che il contributo del gruppo di lavoro II al sesto rapporto di valutazione dell’IPCC fornisce ampie informazioni regionali per consentire uno sviluppo resiliente al clima.
Il rapporto afferma chiaramente che lo sviluppo resiliente al clima, soprattutto in alcune regioni, sarà impossibile se il riscaldamento globale supera i 2°C. Questo risultato chiave sottolinea l’urgenza dell’azione per il clima, concentrandosi sull’equità e la giustizia. Finanziamenti adeguati, trasferimento di tecnologia, impegno politico e partnership portano a un adattamento al cambiamento climatico più efficace e alla riduzione delle emissioni.