- Nel 2022, l’Italia si colloca al terzo posto tra i Paesi dell’Ue per il prelievo pro capite di acqua per uso potabile (155 metri cubi annui).
- Le reti comunali di distribuzione erogano nel 2022 ogni giorno 214 litri di acqua per uso potabile per abitante (36 litri in meno del 1999).
- Perdurano nel 2022 condizioni di criticità nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile: l’efficienza si attesta al 57,6%.
- Tra il 2017 e il 2023, l’Italia registra un progresso nel grado di attuazione della gestione integrata delle risorse idriche, dal livello medio-alto (55) al livello alto (78).
- Nel 2023, circa una famiglia su tre non si fida di bere l’acqua del rubinetto e quasi una su dieci lamenta irregolarità nella distribuzione dell’acqua nell’abitazione.
- Nel confronto su base decennale, più idonea a valutare i cambiamenti legati alla risorsa idrica e alle infrastrutture di riferimento, la quota di misure in miglioramento è invece maggiore.
Indice
- 1 In calo i consumi idrici pro capite nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile
- 2 Ancora forti criticità nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile
- 3 In costante crescita il grado di attuazione della gestione integrata delle risorse idriche
- 4 Ancora poca fiducia nel bere l’acqua di rubinetto, soprattutto per le famiglie del Mezzogiorno
In calo i consumi idrici pro capite nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile
Non tutta l’acqua prelevata è immessa nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile: degli oltre 9 miliardi di metri cubi di acqua prelevata nel 2022, ne sono immessi in rete 8 miliardi, pari a 371 litri per abitante al giorno. Tuttavia, a causa delle dispersioni nella distribuzione, agli utenti finali del Paese sono erogati complessivamente 4,6 miliardi di metri cubi di acqua per gli usi autorizzati sul territorio, comprensivi sia dei volumi fatturati sia di quelli non fatturati, corrispondenti a 214 litri per abitante al giorno. Rispetto al 1999 l’Istat registra una diminuzione di 36 litri del consumo pro capite giornaliero.
L’erogazione giornaliera pro capite di acqua potabile è mediamente più elevata nei comuni del Nord e massima nel Nord-ovest (251 litri per abitante al giorno), che presenta un significativo differenziale regionale (dai 232 litri per abitante al giorno del Piemonte ai 419 della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, regione con il valore più elevato). Le Isole si confermano, anche nel 2022, la ripartizione geografica con il minore volume di acqua erogato pro capite (186 litri per abitante al giorno), mentre a livello regionale i valori dell’indicatore più bassi si osservano in Puglia (156) e Umbria (167). Nei 109 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, il volume erogato pro-capite è di 236 litri per abitante al giorno, 22 litri giornalieri in più del dato nazionale, a causa anche della maggiore attrattività di queste città per turismo, lavoro, salute e studio.
Ancora forti criticità nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile
L’efficienza del servizio di distribuzione dell’acqua potabile, misurata attraverso la quota del volume immesso in rete che è erogata agli utenti finali, è del 57,6% nel 2022 (57,8% nel 2020), confermando la persistenza di criticità dovute principalmente alle perdite fisiche. Rispetto al 2020, l’efficienza si è ridotta in 13 regioni e province autonome su 21 e in 3 distretti idrografici su 7.
L’analisi dell’indicatore mostra una territorializzazione del problema infrastrutturale che ripropone il consolidato gradiente Nord-Sud, con le situazioni più critiche di minore efficienza nelle aree del Centro e Mezzogiorno, nei distretti idrografici della fascia appenninica e insulare.
Efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile, per regione e comune capoluogo di provincia/città metropolitana. Anno 2022 (valori percentuali)
Nel 2022, i distretti idrografici della Sardegna (47,2%), della Sicilia (48,4%) e dell’Appennino meridionale (49,6%) presentano i livelli più bassi di efficienza; di contro, il valore massimo dell’efficienza si registra nel distretto del Fiume Po (67,5%). In nove regioni il livello di efficienza è inferiore al dato nazionale, e i valori più bassi sono raggiunti in Basilicata (34,5%), Abruzzo (37,5%), Molise (46,1%), Sardegna (47,2%) e Sicilia (48,4%). Tutte le regioni del Nord hanno invece un livello di efficienza superiore, mentre il Veneto (57,8%) e il Friuli-Venezia Giulia (57,7%) sono in linea col dato nazionale. I livelli più alti di efficienza si osservano, invece, nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (71,2%), in Emilia-Romagna (70,3%) e in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (70,2%).
Nel 2022, nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile dei 109 comuni capoluoghi di provincia e città metropolitana, l’efficienza del servizio di distribuzione dell’acqua potabile è del 64,8%, in aumento di 1 punto percentuale rispetto al 2020 e più alto di circa 10 punti percentuali rispetto al livello raggiunto dagli altri comuni.
In costante crescita il grado di attuazione della gestione integrata delle risorse idriche
Il target 6.5 punta a realizzare, entro il 2030, “la gestione integrata delle risorse idriche a tutti i livelli”, al fine di contribuire a bilanciare la concorrenza nei diversi usi dell’acqua, da parte della società e dell’economia, senza pregiudicare la sostenibilità degli ecosistemi, mediante il coordinamento delle politiche e del quadro normativo nazionale ed europeo, dell’assetto gestionale e finanziario, tenendo altresì in considerazione gli impatti sul ciclo idrologico dovuti ai cambiamenti climatici. Tra il 2017 e il 2023 l’Italia presenta un progresso nel grado di gestione integrata delle risorse idriche (Integrated water resources management – IWRM), e passa da 55 (livello medio-alto) a 78 (livello alto), su una scala da 0 a 100. Il punteggio di 78 è di poco superiore rispetto a quello medio raggiunto dall’Europa e dal Nord America (75, livello alto) e segna una marcata differenza rispetto alla valutazione di livello globale (57, livello medio-alto). La permanenza nel livello alto, raggiunto già nel 2020, implica che gli obiettivi nazionali di gestione integrata delle risorse idriche sono stati generalmente raggiunti e che l’impegno dei portatori di interesse è stato generalmente buono.
Nel 2023, il punteggio delle quattro principali dimensioni dell’indicatore va dal 63 degli Strumenti finanziari (medio-alto) al 90 dell’Ambiente favorevole (alto)
Ancora poca fiducia nel bere l’acqua di rubinetto, soprattutto per le famiglie del Mezzogiorno
Nel 2023, il 28,8% delle famiglie dichiara di non fidarsi di bere l’acqua di rubinetto. Il dato è stabile rispetto al 2022, anche se riflette una sfiducia nettamente minore rispetto a venti anni fa (40,1% nel 2002). Persistono notevoli divari sul piano territoriale: dal 18,9% nel Nord-est al 53,4% nelle Isole. A livello regionale, le percentuali più alte sono in Sicilia (56,3%), Sardegna (45,3%), Calabria (41,4%) e Abruzzo (35,1%).
Sempre nel 2023, l’8,9% delle famiglie (il 9,7% nel 2022) lamenta irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nella propria abitazione. Il disservizio si presenta piuttosto differenziato sul territorio e interessa complessivamente circa 2 milioni 300 mila famiglie, di cui oltre i due terzi residenti nel Mezzogiorno (1,6 milioni di famiglie). Tra le regioni, Calabria (38,7% di famiglie) e Sicilia (29,5%) risultano le più coinvolte dai problemi di erogazione dell’acqua nelle abitazioni. Decisamente opposta la situazione nel Nord-ovest (3,1%) e nel Nord-est (2,6%), mentre nel Centro lamenta irregolarità nella distribuzione dell’acqua meno di una famiglia su dieci.