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Circular Fashion Index 2022

Italia secondo Paese più sostenibile nel settore moda

Secondo il Circular Fashion Index 2022 di Kearney, l’Italia è il secondo Paese sostenibile tra i principali produttori per quanto riguarda la moda, dopo la Francia. Nella Top 10 della classifica generale Gucci occupa il sesto posto, ponendosi prima tra i brand di lusso, e Ovs il quinto. I due brand hanno migliorato i propri punteggi che li vedevano rispettivamente quindicesimo e diciassettesimo lo scorso anno.

Sul podio della classifica stilata dalla società di consulenza strategica, che valuta gli sforzi dei brand per estendere il ciclo di vita dei prodotti, restano Patagonia, Levi’s e The North Face.

Fonte: Analisi Circular Fashion Index, Kearney, 2022

Quest’anno la classifica ha riguardato 150 marchi globali che rappresentano 20 Paesi e 6 segmenti: sport e outdoor, intimo e lingerie, lusso, lusso premium/abbordabile, mass market e fast fashion.

Fonte: Analisi Circular Fashion Index, Kearney, 2022

Secondo l’indice, la performance di circolarità di un’azienda è valutata in base a sette aspetti che influenzano la longevità dei capi, prendendo in considerazione sia il mercato primario che quello secondario. Esempi per la prima categoria includono la valutazione della percentuale di tessuti riciclati usati per creare nuovi prodotti o la promozione della circolarità nella comunicazione di un marchio, mentre per la seconda sono state valutate le vendite di seconda mano, i servizi di noleggio e il riutilizzo dei vestiti restituiti. Ad ogni aspetto è stato dato un punteggio da uno a 10 e i punteggi complessivi delle aziende sono stati una combinazione di questi.

Dall’analisi emerge che il settore moda nel complesso ha ancora molta strada da fare per ottenere risultati soddisfacenti dal punto di vista della sostenibilità; l’industria, infatti, considerando una media di tutti i brand, fa fatica a raggiungere la sufficienza (2,97 punti su 10). Solo il 7% dei brand impiega oggi regolarmente materiali riciclati a fronte di un 39% che non li utilizza e un 54% che li usa esclusivamente per dettagli o prodotti selezionati. Anche la comunicazione sulla cura del prodotto o consigli “etici” di utilizzo resta di nicchia: solo il 46% dei brand fornisce approssimativamente questi dettagli alla propria clientela, mentre il 44% non lo fa affatto.

Dei 150 brand monitorati il 35% è tedesco, francese e italiano, con rispettivamente 17, 22 e 14 brand monitorati. Nessuno dei 22 marchi francesi riesce però a raggiungere le prime posizioni nonostante la Francia raggiunga complessivamente il punteggio più alto nel CFX (3.65), seguita dall’Italia (2.95) e Germania (2.63), con Esprit al quarto posto, Adidas nel primo quartile e Hugo Boss nel secondo. Gli Stati Uniti hanno un punteggio medio di 2.95, sebbene come visto alcuni dei suoi brand siano i migliori al mondo, e dei rimanenti 16 Paesi la Svezia è quello che ha ottenuto il punteggio migliore (grazie a Lindex), seguita dal Canada (con Lululemon) e Regno Unito (con Burberry).