Oltre 200mila pazienti assistiti con la telemedicina, l’85% dei medici di base che alimenteranno il Fascicolo Sanitario Elettronico e la digitalizzazione di 280 ospedali entro il 2025. Sono questi alcuni degli obiettivi contenuti nel PNRR che, per la digitalizzazione del sistema sanitario, stanzia 2 miliardi e 800 milioni di euro. Dalle televisite alla teleassistenza domiciliare, passando per il telemonitoraggio attraverso sensori e apparecchi personali, la telemedicina e, più in generale, la sanità digitale consentono di fornire assistenza ai pazienti anche a distanza, grazie a dati accessibili in sicurezza.
La pandemia è stato un acceleratore per la telemedicina ma, per raggiungere risultati concreti per i pazienti, è necessaria una reale interoperabilità dei dati tra pubblico e privato, come è stato evidenziato durante la seconda edizione dell’Health&BioTech Summit dal titolo Digital Health Care: una scelta strategica per il futuro del Paese, tenutosi a Roma e promosso da MSD, Deloitte e Intesa Sanpaolo RBM Salute.
L’Health&BioTech Summit include anche la seconda edizione dell’Health&Biotech Accelerator program, coordinato da Deloitte Officine Innovazione, che durante l’evento romano ha visto la presentazione e premiazione delle 6 startup vincitrici del programma e a cui hanno partecipato oltre 1.000 realtà provenienti da 40 Paesi. Il progetto, sostenuto da 20 partner tecnico/scientifici, ha tra i suoi major partner MSD Italia e Intesa San Paolo RBM Salute, che già nella passata edizione avevano dato il principale contributo.
“Il progresso digitale e tecnologico può avere un impatto decisivo per l’innovazione di tutto il sistema di gestione delle persone e dei loro bisogni e percorsi di cura, e proprio con l’obiettivo di sviluppare maggiormente i prodotti e servizi digitali di Intesa Sanpaolo RBM Salute è nata InSalute Servizi, in partnership con Reale Mutua” ha dichiarato Massimo Tessitore, AD e DG di InSalute Servizi, nuova società della Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo partecipata al 65% da Intesa Sanpaolo Vita ed al 35% da Blue Assistance (Reale Group).
“L’offerta salute si sta indirizzando sempre di più verso l’integrazione delle coperture assicurative con i servizi digitali, che favoriscono la fruibilità delle prestazioni e mettono la persona ed il suo piano di cura al centro dei processi, ha aggiunto Tessitore, “Il connubio sempre più forte tra la prestazione medica fisica e digitale, come la telemedicina e il telemonitoraggio, consentirà di aumentare la frequenza dei controlli e la rapidità del servizio, a favore di un nuovo modello di presidio medico del paziente, che sarà da supporto anche per il Sistema Sanitario Nazionale.”
Negli ultimi otto anni sono stati approvati almeno dieci provvedimenti nazionali sulla sanità digitale, più di uno all’anno. Il più recente, del 27 gennaio, delinea il ruolo di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) per la sanità digitale. La Piattaforma nazionale di telemedicina, la cui gestione è affidata proprio ad Agenas, è stata progettata con un’architettura con caratteristiche di interoperabilità in modo da favorire, nelle sue applicazioni locali, la promozione e l’adozione su larga scala di soluzioni di telemedicina. La strategia nazionale nell’ambito del PNRR mira infatti a promuovere e finanziare lo sviluppo di una piattaforma nazionale di telemedicina e la diffusione di nuovi progetti e soluzioni all’interno dei sistemi sanitari regionali.