Cinquecentotrenta iniziative sociali finanziate per 144 milioni di euro, benefici per 450 milioni di euro, che sostengono 3.260 occupati all’interno delle organizzazioni e 200 milioni di valore aggiunto sociale. Che detto in altri termini, significa tre euro di beneficio sociale prodotto per ciascun euro investito dalla banca. Sono questi alcuni dati che Intesa Sanpaolo, con la collaborazione di Prometeia, ha presentato nel Rapporto sulla
rilevazione degli impatti sociali generati dalle iniziative supportate nel 2023 dalla Direzione Impact che,
all’interno della Divisione Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese, si propone di valorizzare il
contributo del terzo settore. Il report offre una misurazione degli effetti attesi dei progetti finanziati e del valore sociale del cambiamento che hanno comportato.
“La misurazione dell’impatto sociale è essenziale per rendere visibile il valore creato dal Terzo Settore. In Prometeia abbiamo sviluppato, insieme alla Direzione Impact, rigorosi strumenti di analisi in grado di evidenziare i benefici generati dai progetti per le comunità sul territorio” ha dichiarato Alessandra Lanza, Senior Partner di Prometeia. “Questo approccio aiuta le organizzazioni non profit a orientare il proprio operato e consente alla banca di cogliere al meglio la portata sociale del proprio supporto”.
Dal rapporto emerge la necessità di creare le condizioni per una crescita più inclusiva, investendo nell’istruzione e nella formazione, promuovendo un’economia con un alto tasso di occupazione, valorizzando ciascun soggetto, dalle donne ai più giovani e a chi è in situazione di disabilità, e lottando contro la povertà e l’emarginazione sociale.
“I risultati presentati oggi nascono da un confronto con ONP e Fondazioni al fine di misurare i progressi comuni fatti fino ad ora” ha dichiarato Andrea Lecce, responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo. “Per Intesa Sanpaolo è fondamentale supportare il Terzo Settore per promuovere assieme uno sviluppo dell’economia reale anche in chiave sostenibile. Nei primi nove mesi di quest’anno abbiamo erogato al mondo non profit 210 milioni di euro e vogliamo continuare a crescere per essere punto di riferimento ed elemento di unione tra chi fornisce risorse e chi le utilizza per generare impatto sociale e rappresentare il bene comune quale valore civile per le comunità in cui operiamo”.
Cosa emerge dal Rapporto sulla rilevazione degli impatti sociali
La valutazione ha riguardato oltre 530 iniziative del terzo settore finanziate nel 2023 da Intesa Sanpaolo per 144 milioni di euro. Attraverso il metodo SROI (Social Return on Investment) viene messo in luce che per ogni euro investito si generano oltre 3 euro di benefici sociali: infatti, l’impatto economico per il sociale sarà di 450 milioni di euro, che sosterranno 3.260 occupati all’interno delle organizzazioni e genereranno 200 milioni di valore aggiunto sociale.
Nella misurazione sono emersi alcuni ambiti in cui le iniziative finanziate da Intesa Sanpaolo hanno un impatto particolarmente rilevante: il 34% dei benefici contribuisce all’istruzione di qualità, il 33% alla salute e al benessere, il 10% a fronteggiare la povertà e le disuguaglianze, il 7% alla sostenibilità ambientale.
Il 60% degli impatti riguarda i beneficiari diretti quali ad esempio gli studenti, gli assistiti e i pazienti. Il 40% si estende all’intera comunità. In ambiti come sanità e assistenza sociale si osserva anche una grande incidenza di benefici indiretti, in particolare per i caregiver. Nel settore culturale gli impatti si estendono prevalentemente alla collettività, attraverso l’ampliamento dell’offerta culturale e l’incremento dei flussi turistici.
In particolare, istruzione e sanità registrano una percentuale particolarmente elevata di benefici diretti:
- Nel campo dell’istruzione oltre 30 mila studenti e persone da qualificare professionalmente e oltre 100 milioni di euro saranno gli impatti sociali che verranno generati, grazie all’acquisizione di competenze, all’aumento di stipendio futuro e alla maggiore autostima e capacità di pensiero critico. Ulteriori effetti rilevanti sono attesi anche per la collettività, con 22 milioni di euro, sotto forma di risparmi per il welfare.
- Per la sanità, invece, oltre 35 mila assistiti nei presidi ospedalieri, domiciliare o che necessitano di aiuto nel mantenimento dell’autonomia e oltre 40 milioni di euro saranno gli impatti sociali che si manifesteranno in diverse modalità, come il benessere fisico e psicologico, l’allungamento delle aspettative di vita e migliore gestione del dolore. Sarà possibile riscontrare anche benefici sociali anche per gli oltre 36 mila familiari e caregiver grazie a maggior benessere psicologico, maggior tempo a disposizione e risparmio di costi.
L’economia per il sociale è un motore per l’inclusione, a cura del Research Department di Intesa Sanpaolo
Negli ultimi anni l’economia italiana ha mostrato un’evoluzione migliore rispetto alla crescita media dell’area dell’euro. In questo contesto, nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro e i bonus sociali per l’energia e il gas, gli indici di povertà in Italia sono cresciuti a causa dell’impatto dell’inflazione. Nel 2023 l’incidenza di famiglie in povertà assoluta è stata pari all’8,4%, il livello più alto toccato negli ultimi dieci anni, ben 2,2% sopra i valori osservati nel 2014. Gli indici di povertà sono condizionati dal numero di componenti dei nuclei familiari, dalla giovane età, dal titolo di studio, dalla condizione lavorativa e dalla cittadinanza, dal titolo di godimento dell’abitazione.
È necessario creare le condizioni per una crescita più inclusiva. Ciò significa investire in istruzione e formazione, promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione, valorizzare ciascun soggetto, dalle donne ai più giovani e a chi è in situazione di disabilità, e lottare contro la povertà e l’emarginazione sociale. In particolare, l’istruzione è un fattore chiave per la crescita e l’integrazione sociale; livelli di istruzione più elevati sono associati a migliori condizioni economiche e di benessere. Nel 2023 nelle donne tra i 35 e i 49 anni il tasso di occupazione è stato pari all’86,2%, più del doppio rispetto alle donne con al massimo la scuola media. Le persone con almeno 65 anni e in buona salute sono pari al 53,7% tra i laureati, il doppio circa rispetto a chi si ferma alla licenza elementare.
Un ruolo importante può essere svolto dal Terzo settore che rappresenta una parte rilevante del tessuto economico sociale del nostro Paese: in Italia a fine 2022 si contavano 360.061 istituzioni non profit che impiegavano 919.431 dipendenti (+430mila unità rispetto al 2001).
I risultati emersi nell’ultima indagine svolta con il coinvolgimento dei gestori della Direzione Impact di Intesa Sanpaolo consentono di avere un quadro aggiornato sull’economia per il sociale. Emerge una conferma della centralità di cooperative e imprese sociali nell’assistenza alle persone vulnerabili, nel sostegno socio-sanitario, nella promozione dell’inclusione educativa e nella lotta alla povertà. Si tratta di ambiti complessi che richiedono da parte degli enti attivi per il sociale l’adozione di un mix articolato di strategie, o meglio, un percorso di “crescita” articolata su più fronti: dalla dimensione aziendale alla formazione, dalla pianificazione finanziaria alla governance, dagli investimenti nel digitale all’adozione di strategie ESG. Il sistema bancario, sempre secondo i colleghi coinvolti, può e deve accompagnare tutti gli enti per il sociale in questo percorso, andando oltre il suo ruolo di soggetto finanziario, divenendo cioè un partner strategico e, in alcuni ambiti, soggetto trainante (su tutti il sostegno all’imprenditoria giovanile e all’inclusione finanziaria).