Meno idealismo e più realismo. E una maggiore consapevolezza della complessità relativa alla sostenibilità, influenzata da fattori geopolitici ed economici. È così che i giovani vivono la sostenibilità, secondo quanto emerge dall’indagine di BVA DOXA sulla relazione dei cittadini italiani con sostenibilità e nuove tecnologie, presentata in anteprima al terzo Forum Multistakeholder, l’appuntamento annuale del Gruppo CDP dedicato all’ascolto e al dialogo con gli stakeholder sui temi chiave e sulle sfide dello sviluppo sostenibile del Paese. Il report, alla sue seconda edizione, indaga sulla percezione e l’interesse degli italiani verso le tematiche ESG, in un momento in cui sono messe in discussione su più fronti a cominciare dagli Stati Uniti.
“In questo nuovo quadro, CDP resta realista e consapevole dell’importanza e dell’impatto delle tematiche ESG sul sistema economico, sul territorio e sulla vita dei cittadini. E alla luce del ruolo unico che Cassa può, e aggiungo “deve”, svolgere in qualità di Istituto Nazionale di Promozione, abbiamo scelto”, ha affermato Dario Scannapieco, amministratore delegato di CDP, “di mantenere un approccio concreto e responsabile, disegnato nel nuovo Piano Strategico 2025-27, per continuare a fare la nostra parte e accrescere il nostro ruolo al servizio del Paese”.
E il forum è l’occasione per CDP, che nel pomeriggio ha presentato il nuovo Piano ESG, di ribadire il proprio impegno nel promuovere la transizione ecologica e l’innovazione, fornendo risposte ai bisogni sociali.
Indice
Conoscenza ESG è trasversale, il ruolo dei giovanissimi
Quest’anno l’indagine di BVA DOXA “Gli italiani tra sostenibilità e intelligenza artificiale: generazioni a confronto”, si è concentrata sulla fascia dei giovani (minori di 35 anni), a cui è stata aggiunta la fascia dei giovanissimi (14-17 anni).
“La “generazione Greta” sta diventando adulta e si sta omologando alle altre, mostrando una crescente necessità di pragmatismo e soluzioni concrete. Con questa indagine, volevamo comprendere quanto gli italiani siano consapevoli e interessati ai temi della sostenibilità e dell’intelligenza artificiale, quanto questi fattori influenzino le loro scelte di investimento e se i recenti sviluppi internazionali in ambito ESG abbiano avuto un impatto sulla generazione under 35, tradizionalmente più vicina ai valori della sostenibilità” ha spiegato Elena Shneiwer, Responsabile ESG Engagement di CDP.
La conoscenza superficiale delle tematiche ESG appare diffusa in modo trasversale su tutte le fasce di età, anche se con un picco tra i giovanissimi: il 95% della fascia 14-17 anni contro un 90% della fascia di età 18-74 anni. Tuttavia, meno del 40% sa cosa sia realmente l’ESG. Inoltre quando ci si riferisce al binomio sostenibilità e finanza, si evidenzia un crollo totale di informazione. Solo il 20% dei giovani sa che cosa si intenda, solo uno su dieci tra i giovanissimi. “Non si tratta però di una mancanza di conoscenza dei prodotti finanziari, anzi, la maggior parte dei giovanissimi (76%) ne conosce almeno uno, primi tra tutti i Buoni e i Libretti postali, su cui investirebbe il 60%. “Tuttavia”, sottolinea Shneiwer, “per i giovani finanza e sostenibilità sono due parole antitetiche: la prima significa rendimento e la seconda impatto positivo senza ritorno”. Ma c’è un dato da cui ripartire: più del 40% investirebbe in un prodotto sostenibile se lo conoscesse meglio.
“Sono contento che siano proprio soprattutto i giovani che chiedono a Cassa di continuare ad avere un ruolo chiave nella transizione sostenibile del Paese, come emerge dai risultati della ricerca (il 75% pensa che CDP possa avere un ruolo importante per la crescita; oltre l’80% che debba mantenere o accelerare le attività nel campo della sostenibilità)” ha aggiunto Scannapieco.
E per quanto riguarda lo stile di vita? I giovani hanno una elevata propensione agli acquisti sostenibili (più dell’80% lo farebbe), ma quando si tratta di pagare, non sono disposti (o non se lo possono permettere). Infine la sostenibilità, per i giovani, è vista come una leva per l’occupazione, con i cosiddetti “green jobs”.
CDP e l’obiettivo di una transizione giusta
Il tema di una transizione giusta è stato centrale nell’intervento del Presidente di CDP Giovanni Gorno Tempini. Per Gorno Tempini, l’Europa finora ha svolto la funzione di arbitro sui temi della sostenibilità, concentrato su normativa e regolamenti. È invece l’ora che scenda in campo e diventi un attore competitivo, per questo vanno create le giuste condizioni. E sulla contrapposizione tra Usa ed Europa, per il presidente di CDP, non bisogna dimenticare che ogni anno dal Vecchio Continente vi è un flusso di investimenti diretti negli USA di circa 300 miliardi. Risparmi europei che vanno a rafforzare il sistema produttivo e innovativo americano.
“È evidente la complessità della transizione ecologica e la difficoltà di bilanciare le esigenze degli investitori, i nuovi equilibri globali e le responsabilità sociali. La sostenibilità è a un crocevia a livello mondiale: la domanda a cui rispondere ora è quale approccio dobbiamo seguire per proteggerne gli aspetti positivi per coniugarla con competitività e crescita, in particolare in Europa” ha osservato Gorno Tempini.
“La terza edizione del Forum Multistakeholder” ha concluso il presidente di CDP “si inserisce in un dibattito cruciale di questa fase storica in cui CDP ha scelto di darsi obiettivi credibili e concreti che caratterizzano anche il nuovo Piano ESG 2025-27. Il Forum guarda al futuro con gli occhi delle nuove generazioni, più consapevoli anche di fronte alle sfide poste dall’intelligenza artificiale. Sono loro che ci ricordano come la sostenibilità sia un obiettivo comune, che non deve lasciare indietro nessuno”
Giovani, sostenibilità e nuove tecnologie. Il ruolo della formazione
Nella tavola rotonda dedicata a “Giovani, sostenibilità e nuove tecnologie. Quale ruolo per la finanza?”sono intervenuti Giovanni Azzone Presidente ACRI e Presidente Fondazione Cariplo, Francesca Dominici Professoressa di Biostatistica & Direttrice Harvard Data Science Initiative, Costanza Carmignani Studentessa universitaria, Donatella Sciuto, Rettrice Politecnico di Milano e Fabrizio Testa, CEO di Borsa Italiana. Molti gli spunti di riflessione, con un tratto che ha permeato gli interventi dei diversi relatori: la formazione e l’educazione finanziaria sono aspetti centrali nella gestione delle nuove tecnologie e nello sviluppo della sostenibilità anche in ambito economico. In poche parole: la sostenibilità è importante, ma ha un costo che deve essere calcolato correttamente e che non può essere trascurato. I fenomeni di ansia climatica e preoccupazioni geopolitiche, poi, rendono ancora più urgente la necessità di informazioni rigorose.
Per scegliere bene occorre capire quali sono i costi delle azioni necessarie per essere sostenibili ma anche quali sono i costi legati all’inazione e raffrontarli ai benefici corrispondenti, hanno ribadito da diversi punti di vista i relatori. Il ruolo dell’informazione scientifica, ha sottolineato ad esempio Dominici, è quello di quantificare benefici e costi di ogni scelta, come, ad esempio, i legami tra gli inquinanti presenti nell’aria e l’incidenza di malattie. Solo così si possono prendere decisioni strategiche in maniera consapevole. Una delle direzioni necessarie alla formazione, ha aggiunto Sciuto, è la capacità di raccogliere e di leggere i dati necessari per valutare l’impatto delle decisioni strategiche. I rischi delle intelligenze artificiali esistono soprattutto quando questi algoritmi vengono utilizzati con dati non rappresentativi oppure quando se ne fa un uso non appropriato. La conclusione? Bisogna contrastare il cattivo utilizzo e non la tecnologia in quanto tale. Infine il dibattito, per Azzone, è sempre necessario perché la tecnologia non può essere solo a beneficio di pochi ma deve potere essere un fattore di crescita della società in maniera ampia.