Le regioni del Mezzogiorno riceveranno nei prossimi anni 212 miliardi di euro di nuovi finanziamenti pubblici, di cui 80 miliardi provenienti dal PNRR, il 40% delle risorse complessive del Piano. È quanto emerge dal bollettino Mezzogiorno di SRM, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo.
I fondi del PNRR dovranno essere utilizzati entro il 2026 e saranno indirizzati soprattutto a ridurre il divario esistente con il resto del territorio nazionale, facendo leva anche sulla complementarità con le altre risorse messe a disposizione per il Sud del Paese. Oltre ai fondi del PNRR, saranno destinati al Mezzogiorno anche 54 miliardi dai fondi strutturali 2021-2027, 9,4 miliardi da React-EU, 58 miliardi dal Fondo Sviluppo e Coesione, 9,4 miliardi per l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria e 1,2 miliardi dal Just Transition Fund, per un totale di 212 miliardi di euro di nuovi finanziamenti.
Per quanto riguarda le risorse già impegnate fino a dicembre 2021, la programmazione europea 2014-2020 aveva assegnato al Mezzogiorno risorse per oltre 19,5 miliardi, comprensivi di cofinanziato nazionale, con un’attuazione in termini di spesa pari al 61,6% della disponibilità complessiva, di cui 9,5 miliardi attinti dal FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) e 2,5 miliardi dal FSE (Fondo sociale europeo).
A fine 2021 nel Mezzogiorno erano attive 1 milione e 742mila imprese, si legge nel bollettino SRM, in aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente. In particolare, sono diminuite le società di persone dell’1,1%, mentre sono aumentate sia le società di capitali (+5,8% a 381.605 imprese) sia quelle individuali (+0,5% a 1.131.753 unità). Una tendenza analoga si riscontra nel Centro-Nord e nel resto d’Italia. Il numero di imprese meridionali attive risulta in crescita in tutti i principali settori, come le costruzioni, che ha visto un incremento del 3.4%, il commercio e l’agricoltura (+0,3%), mentre si è registrato un calo dello 0,2% per attività manifatturiere. Il numero degli occupati nel Mezzogiorno, secondo l’elaborazione SRM su dati Istat, è cresciuto alla fine del IV trimestre dell’1,9% a quota 6 milioni 34mila individui, meno del dato riferito al Centro-Nord (+2,8%) e a quello nazionale (+2,6%).
L’interscambio commerciale con l’estero del Mezzogiorno nel 2021 è stato pari ad oltre 109 miliardi di euro, in crescita del 24,3% rispetto all’anno precedente, un aumento superiore rispetto a quello del Centro-Nord (+19,8%) e al dato nazionale (+21,2%). Sia le importazioni che le esportazioni delle regioni del Sud sono aumentate rispettivamente del 32% e del 16,5%, attestandosi sui 58,5 miliardi di euro le prime e quasi 51 miliardi le seconde.
Il bollettino SRM sottolinea che l’export verso tutti i Paesi delle aree prese a riferimento è aumentato, in particolare verso l’area euro, che costituiscono il principale mercato di riferimento delle esportazioni meridionali con una crescita del 17,4%. Guardando ai principali settori per valore esportato, fanno registrare un rialzo i prodotti petroliferi (+71,5% a quota 10,4 miliardi) e l’alimentare (+6,2% a quota 6,6 miliardi), mentre è in calo del 9,2% l’export dei mezzi di trasporto.