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Direttiva UE

Due diligence: CSDDD in Gazzetta ufficiale dell’UE, in vigore dal 25 luglio

Dopo l’ok finale del Consiglio europeo del 27 maggio scorso, la direttiva sulla due diligence di sostenibilità delle imprese, la CSDDD, è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione (il 25 luglio).

La CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) prevede obblighi per le grandi imprese in merito agli impatti negativi delle loro attività sui diritti umani e sull’ambiente e stabilisce responsabilità legali per gli inadempienti. Il punto cruciale è che la legge riguarda non solo le attività dirette delle imprese, ma anche quelle dei fornitori e dei partner commerciali lungo tutta la catena di produzione.

Cosa prevede la direttiva sulla due diligence

La direttiva coinvolgerà le società madri e le imprese dell’UE con più di 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 450 milioni di euro, nonché i franchising nell’UE con un fatturato di più di 80 milioni di euro di cui almeno 22,5 milioni sono stati generati da royalties. Saranno coinvolte anche le società madri, le imprese e i franchising di Paesi terzi che raggiungono le stesse soglie di fatturato nell’UE. A tutte queste società sarà richiesto di garantire il rispetto dei diritti umani e la protezione ambientale lungo la supply chain, monitorando e ponendo rimedio agli eventuali rischi legati a tali temi.

Rispetto alla possibilità di inadempienza degli obblighi previsti, la CSDDD prevede un pieno risarcimento da parte delle aziende che violino gli obblighi previsti dalla direttiva e saranno ritenute legalmente responsabili dei danni che la mancata adozione delle misure appropriate per “prevenire, mitigare, far cessare o ridurre al minimo gli impatti negativi derivanti dalle proprie operazioni, da quelle delle loro filiali e da quelle dei loro partner commerciali nella loro catena di attività” ha camportato. Secondo quanto stabilito dalla CSDDD, gli Stati membri avranno anche l’obbligo di istituire o designare un’autorità di controllo incaricata di indagare e sanzionare il mancato rispetto delle norme, con ammende fino al 5 % del loro fatturato netto mondiale. In aggiunta, una rete europea delle autorità di controllo istituita dalla Commissione faciliterà la cooperazione e lo scambio di migliori pratiche.

Inoltre, le aziende sono tenute ad adottare e mettere in atto un piano di transizione climatica in linea con l’accordo di Parigi sul cambiamento climatico.

La direttiva si applicherà in base alle dimensioni delle imprese secondo tale tempistica:

  • Tre anni dall’entrata in vigore (2027) della direttiva per le imprese con più di 5.000 dipendenti e 1.500 milioni di euro di fatturato.
  • Quattro anni dall’entrata in vigore (2028) per le aziende con più di 3.000 dipendenti e 900 milioni di euro di fatturato.
  • Cinque anni dall’entrata in vigore della direttiva (2029) per le imprese con più di 1.000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato.