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Politica di engagement

NN IP: le utility al centro della nostra politica di engagement anche per il 2021

Risorse naturali, cambiamenti climatici, corporate governance e lavoro dignitoso. Sono queste le aree sulle quali si è focalizzato l’impegno delle campagne di engagement di NN Investment Partners nel 2020 e verso le quali verterà l’attenzione anche il prossimo anno. La società di asset management olandese, che in Italia è guidata da Simona Merzagora, lo scorso anno ha rafforzato notevolmente le pratiche di engagement che sono pressoché raddoppiate rispetto all’anno precedente, riguardando 667 società e 17 emittenti sovrani con 1.269 dialoghi.

Il gruppo ha un approccio personalizzato, azienda per azienda, per garantire il massimo risultato del coinvolgimento. Dopo avere studiato una problematica e avere capito quali sono le aziende coinvolte in modo da poter selezionare quelle per le quali l’engagement possa risultare necessario ed efficace, NN IP crea una metodologia specifica per il tema, con obiettivi e traguardi per ogni azienda.

I due obiettivi dell’Agenda Onu 2030 verso il cui raggiungimento è finalizzata la politica di engagement sull’ambiente dell’asset manager olandese sono il 12 (Consumo e produzione responsabili) e il 13 (Lotta contro il cambiamento climatico) e il faro è puntato sui settori delle utility, dell’oil and gas e su deforestazione e plastica come tematiche.

“Di tutti i settori dell’economia globale, l’elettricità e la produzione di calore rappresentano la maggior parte delle emissioni dirette di gas a effetto serra. Nel frattempo”, osserva Faryda Lindeman, Senior responsible investment specialist di NN Investment Partners, “la domanda di elettricità sta crescendo più del doppio rispetto al fabbisogno energetico complessivo. Il nostro impegno con le aziende elettriche si concentra sulle aziende produttrici di energia elettrica e sulla necessità di passare a un’economia a basse emissioni di carbonio”.

Il settore delle utility è dunque uno di quelli che ha un ruolo determinante nel rendere possibile il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2ºC, arrivando possibilmente a meno di 1,5ºC. Nel 2020 sono state coinvolte 8 aziende del settore delle utility in pratiche di engagement, con 16 dialoghi.

Obiettivi e approccio

“Impegnandoci con le aziende su questo tema, miriamo a incoraggiarle a sviluppare piani di transizione energetica coerenti con l’accordo di Parigi, monitorando tempistiche e progressi per la riduzione dell’uso del carbone. Ci impegniamo anche sull’impatto sociale della transizione” spiega Lindeman, “concentrarsi sull’inclusività può accelerare l’azione contro il climate change e massimizzarne i benefici. In altre parole, dobbiamo valutare l’impatto su tutti i settori della società e garantire che nessuno sia lasciato indietro”.

NN IP cerca il giusto equilibrio tra incoraggiare le imprese che non hanno ancora iniziato il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e sostenere quelle che stanno già compiendo il passo. La maggior parte delle aziende candidate aspira già a muoversi verso alternative a basse emissioni di carbonio, ma non sono ancora allineate pienamente agli obiettivi dell’accordo di Parigi. Altre potrebbero aver già sviluppato o addirittura implementato parti del loro piano di transizione per dedicare gran parte del loro mix energetico ad alternative a basse emissioni di carbonio.

Avanzamenti nel 2020

“Come previsto, abbiamo iniziato a implementare il nostro processo di engagement con le aziende nel segmento utility nel 2020 e finora abbiamo contattato otto aziende. In alcuni casi questo faceva già parte di uno sforzo comune e condiviso; in altri casi abbiamo contattato individualmente. Abbiamo già riscontrato progressi su diversi obiettivi, come nel caso di PGE ed Enel che si sono impegnate a zero emissioni nette entro il 2050 o anche prima e hanno sviluppato piani di decarbonizzazione” puntualizza l’investment specialist.

“Prestiamo molta attenzione all’ambizione di questi piani: i frontrunner, come Enel, mirano a eliminare gradualmente il carbone entro il 2030, mentre altri, come ČEZ Group, puntano al 2038, influenzati dalla politica energetica nazionale. Valutiamo l’impatto reale sul mondo. Ci chiediamo: le centrali a carbone” nota la strategist, “saranno chiuse, con una riduzione delle emissioni, o svendute, con un conseguente trasferimento delle emissioni senza diminuirle? Chiediamo anche alle aziende come assicurano una “transizione giusta”, tenendo conto dell’impatto su dipendenti, comunità e altri stakeholder”. A titolo di esempio, per NN IP un’azienda che prevede di chiudere le proprie centrali a carbone dovrebbe avere un piano per la riqualificazione o il trasferimento dei lavoratori interessati. Dovrebbe inoltre comunicare in modo chiaro e proattivo questi piani e assegnare un bilancio per la gestione dell’impatto.

Un esempio pratico: PGE [1]

Nel 2020 PGE (Pacific gas and electric company) ha pubblicato una nuova strategia che conteneva, tra l’altro, un impegno per la neutralità del carbonio entro il 2050. L’obiettivo strategico a lungo termine dell’azienda è che il 100% dell’energia che vende deriverà da fonti rinnovabili entro il 2050. PGE ha anche annunciato che intende ridurre i propri investimenti nel carbone: in particolare, entro il 2030, la quota di energia rinnovabile nel suo portafoglio aumenterà al 50% e le emissioni di carbonio saranno ridotte dell’85%. “Abbiamo contribuito allo sviluppo di questa nuova strategia insieme ad altri investitori e siamo soddisfatti del successo di questo sforzo collaborativo. In futuro” rileva Lindeman, “abbiamo anche in programma di sollevare con l’azienda la questione della “transizione giusta””.

Prossimi passi

Per il prossimo anno il gruppo si concentrerà sull’incoraggiamento delle utility companies a sviluppare ulteriormente i loro piani di decarbonizzazione con chiari obiettivi a breve e medio termine e piani per garantire una transizione giusta.

[1] A solo scopo illustrativo. Il nome, dettagli e gli argomenti della società sono forniti come esempio e non rappresentano alcuna raccomandazione per acquistare, detenere o vendere il titolo.