Carenza idrica, rinnovabili, emissioni del settore alimentare, efficienza energetica del settore immobiliare e obbligazioni sostenibili. Questi i temi principali per gli investimenti net zero contenuti nel Cross Asset Investment Strategy – Outlook” di metà anno pubblicato dall’Amundi Institute, centro di ricerca e consulenza in materia di asset allocation di Amundi.
Per quanto riguarda il rischio di carenza idrica, secondo gli analisti di Amundi, esso è elevato e deve essere affrontato utilizzando l’innovazione tecnologica. Con il riciclo dell’acqua, i produttori riducono la loro dipendenza dalle risorse di acqua dolce, eliminano la necessità di effettuare prelievi e, di conseguenza, preservano le risorse naturali. Con il trattamento delle acque reflue si possono ridurre le emissioni del 33%. I team di investimento di Amundi, quindi, privilegiano le società di servizi idrici, attive nel settore dell’approvvigionamento idrico e del trattamento delle acque reflue, ma anche le aziende che operano nel settore della qualità dell’acqua e forniscono attrezzature e servizi per il trattamento delle acque.
Sulle rinnovabili, gli esperti dell’asset manager leader in Europa ricordano che, secondo l’International Energy Agency (IEA), dovrebbero rappresentare il 60% della produzione totale di elettricità entro il 2030 e il 90% entro il 2050. Gli investitori, sottolineano gli analisti, possono ottenere un’esposizione a questo tema investendo in operatori del settore delle energie rinnovabili, utility e in fornitori di impianti per le rinnovabili nel settore eolico, solare e idroelettrico. Questi investimenti vanno effettuati in tempi rapidi se si pensa che, sempre secondo l’IEA, per raggiungere emissioni net zero entro il 2050, gli investimenti mondiali annui in energie pulite dovranno più che triplicare entro il 2030
Un’altra fonte di preoccupazione sono le emissioni di gas serra legate alla produzione di cibo non consumato. Buona parte della produzione alimentare va persa nelle filiere di approvvigionamento a causa della mancanza di refrigerazione o di deterioramento durante il trasporto. Secondo gli esperti di Amundi, le aziende innovative in grado di ridurre le emissioni dai rifiuti alimentari godono di numerosi fattori favorevoli. Gli investitori, quindi, possono declinare questo tema lungo l’intera catena del valore, puntando ad esempio sulle aziende che producono unità di refrigerazione a basso consumo di carburante. Anche in questo caso, il ruolo degli investitori è cruciale, dato che gli sprechi alimentari rappresentano attualmente il 6% delle emissioni di gas a effetto serra.
Per quanto riguarda il quarto tema, gli analisti di Amundi osservano che, stando ai dati dell’ONU, gli edifici sono responsabili del 39% delle emissioni globali lorde annue di CO2 e, quindi, il settore immobiliare ha un impatto sull’efficienza energetica, sulla qualità dell’aria, sulla gestione delle risorse idriche e dei rifiuti e sulla conservazione della biodiversità. In questo caso, secondo gli esperti, gli investitori possono ricercare quelle aziende che svolgono un ruolo chiave nel facilitare la transizione, come quelle che operano nel settore dell’isolamento termico degli edifici e che, tramite i contatti con i fornitori, possono dare un contributo sostanziale alla riduzione delle emissioni di carbonio lungo le loro catene di valore.
Infine, al centro dell’attenzione degli investitori si trovano anche le obbligazioni sostenibili. Le obbligazioni green emesse dai governi e dalle entità sovranazionali, in particolare, convogliano i fondi raccolti in progetti green, soprattutto nei Paesi emergenti. Questi progetti sono focalizzati su aree come quelle dell’efficienza energetica, dell’energia pulita e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Visto che queste obbligazioni sono meno volatili di quelle convenzionali, sono considerate uno strumento di investimento interessante. Le obbligazioni legate alla sostenibilità (SLB), sottolineano gli esperti di Amundi, incentivano il raggiungimento di obiettivi predefiniti sulla sostenibilità e sui fattori ESG da parte degli emittenti attraverso KPI e obiettivi di performance in tema di sostenibilità con una tempistica predefinita. In particolare, oltre il 60% die KPI delle SLB sono legati alle emissioni di gas a effetto serra. Pertanto, concludono gli analisti dell’Amundi Institute, questi strumenti sono un’altra opportunità per finanziare la transizione energetica.