È probabile che nel 2024 si prospetti un outlook di “soft landing”, secondo CFA Society Italy, l’associazione di riferimento in Italia per i professionisti che hanno conseguito la qualifica di Chartered Financial Analyst® (CFA). Se ne è parlato in un evento a Milano in cui CFA Society Italy ha riunito la comunità economica e finanziaria per confrontarsi sull’analisi e sullo scenario dei mercati finanziari per il 2024.
Il presidente di CFA Society Italy, Giuliano Palumbo, ha aperto l’evento ringraziando i circa 300 partecipanti e sottolineando l’importanza di iniziative come questa nel posizionare l’associazione come punto di riferimento per il dibattito sull’andamento economico e le prospettive di mercato. Il Keynote speech di quest’anno della “CFA Society Italy Foreecast dinner di Milano” è stato a cura di Roberto Motto, senior adviser del Dipartimento di Politica Monetaria della Banca Centrale Europea, che ha fornito importanti spunti di riflessione sul contesto macroeconomico attuale. In particolare, Motto ha sottolineato che l’approccio della BCE riguardo alle decisioni sui tassi di interesse è guidato dai dati e basato sui tre criteri della valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Le informazioni disponibili al momento della decisione BCE sui tassi di settimana scorsa hanno confermato la valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. La tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento.
Ad avviare i lavori della tavola rotonda dei gestori Annalisa Usardi, senior economist di CFA, che ha condiviso un’analisi basata sulle principali evidenze emerse dal CFA Radiocor Sentiment Index, che a gennaio 2024 ha compiuto nove anni di vita. “Il Sentiment Index attuale mostra un miglioramento nella valutazione dello scenario economico per tutte le aree geografiche. Tuttavia, persiste una maggiore esposizione a rischi al ribasso. Per i prossimi sei mesi, si conferma l’aspettativa di un peggioramento della situazione economica, sebbene con una minore intensità rispetto al mese scorso. Si conferma la prospettiva di una disinflazione in corso, nonostante le previsioni di un prezzo del petrolio leggermente più elevato rispetto a gennaio. Per quanto riguarda il settore azionario, emerge un minore pessimismo, sebbene si preveda debolezza nei mesi a venire. Nel complesso, si nota una crescente fiducia in uno scenario di soft landing, supportata dalla prospettiva di interventi delle banche centrali, che potrebbero procedere con tagli ai tassi in risposta alla discesa dell’inflazione”, ha commentato Usardi.
A partire da questo sentiment illustrato da Usardi, i relatori della tavola rotonda hanno via via condiviso i loro outlook per il 2024.
Secondo Scott Steele, CFA – Fixed Income Asset Class Lead – Capital Group, “nel valutare l’attuale panorama economico, osserviamo notevoli cambiamenti nelle dinamiche dell’inflazione. Negli Stati Uniti, si nota una chiara tendenza alla deflazione dei beni, accompagnata da un aumento della disinflazione nel settore degli alloggi. Al contrario, la situazione in Europa presenta una prospettiva più sfumata. Inoltre, fattori geopolitici, in particolare il conflitto in Medio Oriente, restano cruciali nell’influenzare sia la crescita economica sia l’inflazione: monitorare questa situazione è essenziale per una visione economica completa. Considerata l’incertezza sui possibili tagli ai tassi d’interesse, sosteniamo il posizionamento dei portafogli su una curva più ripida nei tassi statunitensi. Guardando ai mercati del credito, gli stretti spread creditizi negli Stati Uniti suggeriscono di assumere una prospettiva globale. Dovrebbero essere considerate le opportunità nei mercati del credito europei e asiatici, dove le valutazioni non sono così compresse. La prospettiva globale si estende ai mercati emergenti, dove la possibilità di una Fed più accomodante apre diverse opportunità”.
“Nel sondare l’orizzonte economico del 2024, la nostra attenzione si rivolge a fattori cruciali che plasmano vari settori. L’economia degli Stati Uniti, trainata da un robusto consumo personale che costituisce il 70% del PIL, si trova di fronte a un potenziale punto di flessione nel mercato del lavoro con la diminuzione delle offerte di lavoro. Guardando più da vicino allo spazio del credito, le dinamiche per le piccole imprese e i mercati globali ad alto rendimento (HY) richiedono attenzione. Mentre le piccole imprese sono meno propense a utilizzare il debito, la dipendenza dai tassi variabili è una considerazione importante. Il mercato globale HY si è contratto a causa di un boom nei mercati privati, con spread creditizi stretti nei mercati statunitensi di investment-grade (IG) e ad alto rendimento (HY). I mercati emergenti (EM) presentano una situazione sfaccettata, con attività di alta qualità che appaiono sicure, mentre i mercati di frontiera potrebbero essere a rischio di sovraprezzare i tassi di default (40%)”, ha dichiarato Filippo Alloatti, Head of Financials (Credit) – Federated Hermes Limited.
Per Thomas Moore, CFA – Co-head Fixed Income Europe di Invesco, “lo scenario macroeconomico offre un sostegno fondamentale ai titoli di stato e forse a tutti i mercati dei rischi. L’inflazione si sta attenuando, e le economie stanno gradualmente perdendo vigore. In sintesi, ci troviamo in uno scenario di atterraggio morbido, anche ci sono troppe differenze regionali per stabilire la traiettoria precisa. Dobbiamo anche essere consapevoli di eventuali cambiamenti in questo scenario. A nostro avviso, i rischi attuali sono abbastanza equamente bilanciati tra la stabilizzazione della crescita economica e un ulteriore indebolimento. I mercati obbligazionari sono attualmente piuttosto ben prezzati. Gli spread delle obbligazioni corporate sono nel complesso al fair value, collocandosi sul lato più alto degli ultimi tre anni, sebbene lontano dai valori di riferimento. Detto questo, i fondamentali del credito, a nostro avviso, sono generalmente solidi e potrebbero presentarsi buone opportunità nei mercati primari, in particolare nell’High Yield. Il nostro settore preferito è quello dei titoli subordinati finanziari, dove possiamo ottenere rendimenti interessanti da titoli emessi dai “champion” europei occidentali, il cui profilo di rischio creditizio è migliorato significativamente negli ultimi anni”.
“La nuova stagione dei mercati finanziari richiede soluzioni di investimento coerenti con la maggiore complessità dello scenario globale. L’inserimento dei Private Markets nei portafogli tradizionali stabilizza le performance e riduce la volatilità degli attivi consentendo di cogliere i cambiamenti strutturali dell’economia offrendo un accesso diretto ai megatrend del futuro. Da marzo del 2022, a seguito del repentino incremento dei tassi di interesse da parte delle Banche Centrali, i mercati privati hanno subito un rallentamento della raccolta e, soprattutto per il Real Estate, un sensibile repricing pur mantenendo una buona performance della componente income maggiormente protetta dall’inflazione. Nel 2024, la stabilizzazione delle politiche monetarie e la nuova regolamentazione ELTIF 2.0 potranno dare un grande impulso al processo di democratizzazione degli investimenti alternativi consentendo agli investitori privati di accedere alle opportunità di investimento nei Private Markets fino ad oggi riservate agli investitori istituzionali, in una finestra di mercato particolarmente attraente”, ha concluso Matteo Serra, European Portfolio Coordinator – Multi-Managers Real Estate Italy di UBS AM.