Impatto netto positivo (Net Positive Impact) sulla natura entro il 2027, il 52% degli investimenti allineati alla tassonomia UE entro il 2032 e la neutralità carbonica entro il 2040. Sono questi gli obiettivi principali del primo Transition Plan di Snam che delinea le azioni e le risorse che l’azienda metterà in atto per raggiungere il net zero al 2050 e supportare al trasformazione verso un sistema economico a basse emissioni di carbonio.
Il piano, approvato dal cda, evidenzia l’impegno di Snam per la decarbonizzazione e il miglioramento della biodiversità, in coerenza con la strategia e il profilo di investimenti della società. Il documento sarà costantemente aggiornato per riflettere l’evoluzione del sistema energetico, compresi l’innovazione tecnologica e i risultati ottenuti durante questo percorso.
“Il primo Transition Plan di Snam fornisce un set completo di iniziative, metriche e KPI per supportare una transizione credibile verso il net zero al 2050″, ha dichiarato l’ad Stefano Venier, “Questo è il momento giusto per agire attraverso una roadmap di sostenibilità a tutto tondo con un percorso solido e attendibile verso le emissioni net zero e un impatto positivo sulla natura. Una quota crescente di finanza sostenibile ci aiuterà a raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione”.
Quattro sono i messaggi chiave del piano. Il primo è che Snam ha un’ambizione: vuole essere un’azienda di infrastrutture multi molecolare “a prova di futuro” e investirà 26 miliardi nei prossimi dieci anni per diventarlo. Il gruppo poi vanta asset resilienti al climate change e fondamentali abilitatori per la transizione al net zero. La riduzione dell’impronta carbonica è una questione seria e include tutta la catena del valore, ma lo è anche l’impatto sulla natura che dovrà essere positivo entro il 2027. Infine, Snam è abilitatore della decarbonizzazione del sistema energetico e sosterrà lo sviluppo di gas verdi e decarbonizzati.
Il Transition Plan si basa su scenari energetici a lungo termine che rappresentano l’evoluzione più aggiornata della domanda energetica italiana, in coerenza con quelli sviluppati congiuntamente con l’operatore di trasporto elettrico italiano, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) 2024 e gli scenari europei del settore, come ad esempio quelli elaborati dai gestori di rete continentali (ENTSOs). Questi riferimenti stabiliscono il contesto in cui Snam opererà entro il 2040 e che prevede un aumento della domanda di biometano e idrogeno ma soprattutto di gas naturale decarbonizzato nello Stivale. Le infrastrutture di Snam, quindi, avranno un ruolo centrale al 2040 e poi al 2050 in un sistema energetico multi-molecola.
Il gruppo ha valutato inoltre i rischi in tutti gli scenari attestando la resilienza del modello di business, basato principalmente sull’uso e l’esposizione al rischio fisico degli asset lungo l’intero percorso fino al 2050 e oltre: solo l’1% dei gasdotti presenta un rischio di sottoutilizzo fino al 2040 e meno del 10% nel 2050. La regolazione, il ruolo critico degli asset e le opportunità di un loro repurposing, combinate con la posizione dell’Italia al crocevia dei flussi energetici verso l’Europa, supportano la visione di Snam di diventare un operatore paneuropeo multi-molecola nel lungo periodo.
Indice
I pilastri del percorso di Snam verso il net zero
Il percorso di Snam verso il net zero si baserà su due pilastri principali: la riduzione delle emissioni e la minimizzazione dell’impatto sulla biodiversità. Come parte della sua strategia climatica, Snam è fermamente impegnata a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040 (per le emissioni scope 1 e 2) e il net zero per tutte le emissioni, incluso lo scope 3, entro il 2050. Le emissioni di CO2 sono già diminuite del 10% rispetto al 2022, mentre per il 2024 si prevede una riduzione di circa il 20%. Nel frattempo, al 2030 Snam si impegna a ridurre le Scope 1 e 2 del 40% e del 30% le Scope 3. Le leve per raggiungere questi target di medio sono, nel primo caso la riduzione delle perdite di metano (-16/17%), l’installazione di compressori elettrici (-5/6%), elettricità green ed efficienza energetica (-6/7%), ottimizzazione del dispacciamento e cambiamento del contesto (-5/8%) e consumo di biometano (-2/7%); mentre nel secondo società partecipate (- 14/16%), supply chain (-11/12%), fuel ed energy (-2/3%), spostamenti casa-lavoro e viaggi di lavoro (-1%).
Anche la riduzione delle emissioni di metano rappresenta una priorità: Snam ha già registrato una riduzione del 57,5% nel 2023 rispetto al 2015 e sta già lavorando sui prossimi obiettivi: -64,5% entro il 2027, -70% entro il 2030 e -72% entro il 2032.
Per quanto riguarda la biodiversità, Snam, prima società di sole infrastrutture a livello globale ad aver aderito al Corporate Engagement Program SBTN, si impegna a raggiungere la Zero Net Conversion quest’anno e a generare un impatto positivo sulla natura entro il 2027, che prevede il completo ripristino della vegetazione e del paesaggio ex ante combinati con policy definite sulla gestione del territorio, dell’acqua e dei rifiuti.
Snam è inoltre impegnata nella decarbonizzazione del sistema energetico, facendo leva sul ruolo chiave nello sviluppo delle attività di transizione: biometano, idrogeno, cattura e stoccaggio del carbonio ed efficienza energetica. Questi sforzi sono supportati da un solido programma di investimenti di 26 miliardi di euro per il periodo 2023-2032. La prima parte dal 2023 al 2027, con 11,5 miliardi di euro (al netto dei finanziamenti pubblici), è focalizzata sul mantenimento dell’affidabilità e della resilienza degli asset a livello mondiale, combinata con la contemporanea riduzione della loro impronta di carbonio. Nel lungo periodo (2028-2032), le opportunità di investimento complessive saranno pari a 14,5 miliardi di euro (al netto dei finanziamenti pubblici) per supportare l’evoluzione del sistema energetico, incluso il repurposing delle infrastrutture esistenti verso un sistema multi-molecola. In particolare, lo scale-up della dorsale H2 e il progetto Ravenna CCS, insieme all’accelerazione dello sviluppo delle stazioni di compressione a doppio combustibile, porteranno a un aumento significativo del capex allineato alla tassonomia UE dal 37% (2023-2027) al 52% (2028-2032).
Finanza sostenibile per raggiunger i target al 2050
Per attuare il Piano, il primo alleato sarà la finanza sostenibile che supporterà la più ampia strategia di Snam e gli sforzi di transizione, passando dal 40% del totale dei finanziamenti impegnati nel 2020 a circa l’80% nel 2023. La quota di finanza sostenibile aumenterà ulteriormente all’85% entro il 2027. Gli strumenti sustainability-linked di Snam adeguano le loro caratteristiche finanziarie a seconda che determinati KPI di sostenibilità, predefiniti in fase di sottoscrizione, siano raggiunti o meno entro una data stabilita, rafforzando così l’impegno dell’azienda a raggiungere i propri target di decarbonizzazione: oltre il 50% del finanziamento sostenibile oggi è legato agli indicatori di riduzione delle emissioni, a ulteriore conferma del più ampio impegno di Snam in materia di sostenibilità.
“Il piano è supportato da un coinvolgimento attivo delle terze parti e da un dialogo continuo con tutti gli stakeholder”, tengono a precisare ad e presidente, “sostenuto da una solida supervisione sugli impegni climatici e da un sistema di governance robusto, che dal 2021 incorpora la transizione energetica nello statuto societario e stabilisce, tra le altre cose, una politica di remunerazione coerente con gli obiettivi di sostenibilità, promuovendo un coinvolgimento sistematico degli stakeholder, con particolare riferimento alla comunità finanziaria”.