Glencore, società mineraria attiva nel commercio di risorse tra cui zinco, rame, gas naturale, petrolio e carbone, è stata richiamata dai suoi investitori per lo scarso progresso ottenuto in materia di clima. L’azienda, che nel 2022 ha generato il 53% dei suoi guadagni dal commercio di carbone, ha visto un calo del consenso per i suoi piani climatici e sarà ora obbligata per legge a impegnarsi con gli azionisti per comprendere le loro motivazioni.
Per gli investitori, tra cui LGIM e HSBC Asset Management, la strategia ambientale dell’impresa è insufficiente. Il 30% degli azionisti ha votato contro il rapporto climatico 2022 dell’azienda, in crescita dal 24% del 2022, imponendo all’azienda a un processo di consultazione secondo la legge britannica. Inoltre, più del 29% ha votato una risoluzione per chiedere maggior trasparenza sulla produzione di carbone e su quali processi stia implementando Glencore per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C. Questa percentuale non è stata sufficiente per far passare la risoluzione, ma vincola l’azienda a un altro processo di consultazione.
Glencore ha cercato di dissuadere gli azionisti, ma le principali società di analisi e consulenza, tra cui ISS e Glass Lewis, hanno invece sostenuto l’idea. Alla fine, la risoluzione ha totalizzato il supporto di investitori istituzionali internazionali con asset per 2.200 miliardi di dollari, oltre a quasi 70 azionisti privati del Regno Unito. Tra questi, molti hanno rappresentato le preoccupazioni delle comunità indigene toccate dalle attività di Glencore, ed hanno denunciato danni ai diritti dei lavoratori e alla tutela ambientale.