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L'opinione di George Cotton di J. Safra Sarasin

Le cinque domande da porsi quando si investe nelle materie prime

Un approccio ampio alle materie prime può offrire agli investitori un modo per diversificare i loro portafogli e gli strumenti per navigare in un panorama finanziario in continua evoluzione e in un contesto geopolitico difficile. Se da un lato le commodity offrono vantaggi interessanti, dall’altro i loro specifici driver di performance richiedono un approccio allocativo attento. Ecco le nostre cinque domande principali da porsi quando si investe in questa asset class.

1. In che modo gli investimenti in materie prime possono aggiungere valore a un portafoglio bilanciato?

George Cotton, Commodities Portfolio Manager di J. Safra Sarasin

I vantaggi dell’investimento in materie prime sono diventati evidenti nel 2022, dopo un decennio di irrilevanza. L’inflazione elevata ha colpito contemporaneamente le azioni e le obbligazioni e i portafogli bilanciati tradizionali hanno subito l’anno peggiore degli ultimi decenni, mentre le diversified commodity futures strategies hanno registrato rendimenti a doppia cifra. Gli shock dei prezzi di un’ampia gamma di materie prime, dovuti a problemi della catena di approvvigionamento e al rischio geopolitico, hanno determinato questi forti rendimenti. A due anni di distanza, con i tassi d’interesse elevati che rallentano l’inflazione, gli investitori guardano a un quadro di tassi più bassi e a un potenziale atterraggio morbido, anche se c’è ancora molta incertezza geopolitica.

Le commodities sono materie grezze utilizzate nella vita di tutti i giorni. Mentre i prezzi dell’energia e dei metalli attirano spesso l’attenzione dei giornali, anche i prodotti agricoli come i cereali, il bestiame e le soft commodity presentano interessanti vantaggi di diversificazione per gli investitori e hanno fornito interessanti fonti di rendimento con una bassa sensibilità ai principali sviluppi macroeconomici. I fondamentali che guidano ciascuna commodity differiscono notevolmente, pertanto è essenziale comprendere le dinamiche strutturali e stagionali in gioco per cogliere al meglio le opportunità di rendimento offerte dall’universo delle commodity.

2. Perché è il momento giusto per gli investitori per prendere in considerazione le materie prime?

Le materie prime potrebbero offrire agli investitori opzioni di diversificazione e una copertura contro gli shock, soprattutto con i tagli dei tassi che si profilano all’orizzonte e i rischi geopolitici che potrebbero intensificarsi in vista delle elezioni presidenziali statunitensi. Le strategie focalizzate sulle materie prime hanno il potenziale di fornire una copertura contro particolari scenari rischiosi, fornendo il mezzo più diretto per ottenere un’esposizione ai prezzi delle materie prime. Nonostante il recente periodo di oscillazione dei prezzi dell’energia e dei metalli, gli ultimi anni hanno dimostrato che l’enorme dispersione dei mercati delle materie prime offre agli investitori interessanti opportunità di diversificazione.

A nostro avviso, le impennate dei prezzi delle materie prime che si sono già registrate in questo decennio riflettono la struttura fondamentale del mercato delle commodity, che si trova in uno stato di scarsità latente dopo il lungo consolidamento degli anni 2010. I capacity limits per molti beni sono stati raggiunti e, di conseguenza, potrebbero portare a nuovi massimi storici per altre materie prime nel corso del decennio. I segnali indicano che siamo nella fase di ascesa di un nuovo superciclo, che dovrebbe essere sostenuto da temi secolari, come la continua ascesa dei mercati emergenti, la trasformazione green dell’economia e l’emergere di un ordine mondiale multipolare.

Dopo il periodo difficile tra il 2010 e il 2020, quando la crescita globale contenuta e l’eccesso di offerta di metalli ed energia hanno messo sotto pressione i prezzi in un contesto geopolitico relativamente favorevole, riteniamo che il mercato ribassista sia ormai alle spalle e che le prospettive per le materie prime siano particolarmente rosee nel prossimo decennio.

3. Quali sono i rischi di cui gli investitori devono essere consapevoli quando investono in materie prime?

Le singole commodity hanno l’abitudine di “crashing upwards” con un aumento della volatilità dei prezzi quando specifici problemi di offerta portano a un razionamento dei prezzi a fronte di una domanda piuttosto anelastica.

Questi picchi di prezzo possono verificarsi rapidamente e in una singola commodity o in un particolare sottogruppo. Si tratta di una situazione diversa da quella di asset tradizionali come le azioni, che tendono a muoversi insieme e di solito registrano cali di prezzo con aumenti di volatilità.

Tuttavia, i prezzi elevati delle singole materie prime tendono a non durare, in quanto i consumatori iniziano a razionare e a cercare prodotti sostitutivi, la nuova offerta inizia a entrare in funzione e ad approfittare dei prezzi elevati. Prima o poi i prezzi si assestano a un livello inferiore al picco della curva.

Gli investimenti in materie prime possono anche essere soggetti a rischi quali inflazione, eventi meteorologici, disordini politici, l’emergere di nuove tecnologie e persino rumours di mercato, che potrebbero avere un impatto importante sul prezzo di una materia prima.

4. Le commodity e gli investimenti ESG sono incompatibili?

Il trading sui commodity futures si contrappone agli approcci di investimento ESG che considerano i processi, gli standard e le pratiche aziendali e governative. Prendiamo ad esempio il rame: la sua conducibilità elettrica lo rende adatto a migliaia di applicazioni. Ma il modo in cui viene estratto nelle miniere, lavorato negli impianti metallurgici e le sue eventuali applicazioni possono essere valutate con un’analisi ESG, che tenga conto degli impatti sociali e ambientali.

Nel complesso, al momento non esiste uno standard di sostenibilità ampiamente accettato per classificare i commodity future. L’unica eccezione è rappresentata dai combustibili fossili nel contesto del cambiamento climatico. Pertanto, riteniamo che il miglior approccio ESG consista nell’adottare una visione neutrale degli investimenti in commodity future come asset class e, allo stesso tempo, impegnarsi con gli emittenti e i settori industriali esposti alle commodity per ridurre al minimo l’impatto sociale e ambientale negativo.

5. Qual è l’approccio migliore per investire in materie prime?

Riteniamo che gli investitori farebbero meglio a massimizzare l’esposizione a tutti i settori dell’universo delle commodity. Idealmente, questo dovrebbe essere un processo graduale: screening delle materie prime liquide e negoziabili; escludere le materie prime che presentano un roll yield strutturalmente negativo; selezionare le materie prime per creare un portafoglio diversificato in diversi settori esaminando le correlazioni storiche.

Le materie prime citate nel testo sono utilizzate solo a scopo illustrativo per presentare l’argomento e non costituiscono una raccomandazione di investimento o un’indicazione di performance futura. Le performance passate non sono indicative di quelle future.