L'opinione di Irene Lauro di Schroders

Cambiamento climatico e transizione: i cinque sviluppi chiave del secondo trimestre

Con questa newsletter, guardiamo alle principali notizie economiche sul fronte dei cambiamenti climatici e della transizione energetica. Cinque gli sviluppi chiave nel secondo trimestre.

L’Organizzazione meteorologica mondiale lancia l’allarme rosso

Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), sono stati battuti numerosi record in relazione ai livelli di gas serra, alle temperature superficiali, al calore e all’acidificazione degli oceani, all’innalzamento del livello del mare, alla copertura di ghiaccio del Mare Antartico e al ritiro dei ghiacciai.

Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato e la tendenza all’aumento è proseguita anche nel 2024, con maggio che ha segnato il dodicesimo mese consecutivo di caldo record sulla base dei dati storici. Il riscaldamento globale è ora superiore all’obiettivo di 1,5 °C concordato a Parigi nel 2015. A livello regionale, l’Europa si è riscaldata a una velocità doppia rispetto alla media globale, registrando un numero record di giorni di stress da caldo estremo nel 2023.

Tuttavia, il verificarsi di superamenti mensili di 1,5°C non implica che il mondo non abbia raggiunto l’obiettivo fissato dall’Accordo di Parigi. L’obiettivo è di limitare gli aumenti di temperatura a lungo termine per decenni, piuttosto che concentrarsi sulle fluttuazioni mensili a breve termine. Ad ogni modo, i livelli di gas serra continuano a salire a ritmi vertiginosi, il che significa che è probabile un aumento più persistente del riscaldamento globale, evidenziando quanto sia urgente prepararsi a un mondo più caldo.

Il riscaldamento globale intensificherà le pressioni sull’inflazione

Le variazioni della temperatura e delle precipitazioni hanno un forte impatto sulla produzione agricola, con importanti implicazioni per l’offerta e i prezzi dei prodotti alimentari a livello mondiale. Un recente studio empirico della Banca Centrale Europea dimostra che le temperature più elevate fanno aumentare l’inflazione alimentare globale e l’inflazione globale nell’arco di 12 mesi. Ciò significa che il picco iniziale dell’inflazione non è compensato da un calo dei prezzi nell’anno successivo. Lo studio rileva che, a partire dal 2035, potrebbero verificarsi pressioni al rialzo persistenti sull’inflazione alimentare annuale di 1-3 punti percentuali all’anno a causa delle temperature più elevate previste. Questi impatti variano a seconda delle regioni, con effetti generalmente maggiori previsti nel Sud del mondo.

Man mano che la “climateflation” diventerà più rilevante, aumenteranno le sfide per le tradizionali logiche di politica monetaria. Se gli shock climatici non possono più essere considerati temporanei, le banche centrali dovranno iniziare a prendere in considerazione il riscaldamento globale nelle loro decisioni di politica monetaria.

Aumentano i danni causati dal clima all’economia degli Stati Uniti

Nel 2023, gli Stati Uniti hanno registrato un aumento significativo degli eventi climatici e meteorologici, stabilendo nuovi record. Il numero e il costo dei disastri legati alle condizioni meteorologiche sono aumentati drasticamente negli ultimi quattro decenni, con i cicloni tropicali che hanno avuto l’impatto più dannoso sull’economia. La prossima stagione degli uragani nell’Atlantico dovrebbe avere un’attività superiore alla norma a causa delle temperature record degli oceani. Le prime previsioni stagionali della Colorado State University indicano che l’Accumulated Cyclone Energy (ACE) – una misura della forza della stagione degli uragani – sarà pari a 210,1, un livello che supera del 90% la media 1980-2023 di 110 e del 45% il livello del 2023. Una recente analisi dell’Agenzia statunitense per l’informazione sull’energia (EIA) prevede che l’industria del petrolio e del gas naturale sia particolarmente a rischio, poiché la concentrazione di raffinerie di petrolio lungo la Costa del Golfo le rende vulnerabili all’attività degli uragani.

Nell’ultimo decennio, il costo totale dei disastri climatici è stato di oltre 1.200 miliardi di dollari per l’economia statunitense, pari al 5% del Pil. Ciò evidenzia l’importanza di un’azione tempestiva da parte dei policymaker per mitigare i rischi associati ai cambiamenti climatici. Anche maggiori investimenti nell’adattamento per costruire un sistema economico più resiliente saranno fondamentali per minimizzare le interruzioni e ridurre i costi economici associati ai disastri climatici.

La siccità colpisce la produzione di energia idroelettrica negli Stati Uniti

I dati recenti relativi agli Stati Uniti forniscono importanti indicazioni sull’influenza della siccità sull’approvvigionamento energetico. L’analisi dell’EIA statunitense evidenzia che l’anno scorso la produzione di energia idroelettrica negli Stati Uniti occidentali è scesa ai minimi da 22 annia causa delle gravi condizioni di siccità. L’EIA statunitense prevede che nel 2024 la produzione idroelettrica vedrà un calo del 12% rispetto all’anno precedente, con importanti implicazioni per il sistema energetico della regione. L’energia idroelettrica è sotto pressione anche a livello globale.

Tutto ciò potrebbe portare a un aumento dei prezzi dell’energia, in un momento in cui l’economia statunitense sta ancora lottando con un’inflazione superiore all’obiettivo. Il passaggio al gas per sostituire la perdita di produzione idroelettrica è destinato a peggiorare la crisi climatica in quanto porta a un aumento delle emissioni di carbonio, sottolineando l’importanza di incentivare la produzione di energia rinnovabile per contribuire a soddisfare la domanda.

Cambiamenti climatici e settore marittimo

A causa della siccità, da novembre 2023 l’Autorità del Canale di Panama è stata costretta a limitare il numero di transiti giornalieri, che a maggio sono diminuiti di oltre il 30% rispetto ai picchi del 2021. Il Canale di Panama svolge un ruolo importante nelle dinamiche commerciali globali. Circa il 14% del commercio marittimo in entrata e in uscita dagli Usa si basa su questa importante via d’acqua. Anche diversi Paesi dell’America Latina dipendono fortemente dal canale per le loro importazioni ed esportazioni.

Anche le piogge troppo intense possono creare interruzioni nelle dinamiche commerciali: ad esempio gli alti livelli d’acqua sul fiume Reno hanno costretto a chiudere la sezione meridionale alle navi da carico per problemi di sicurezza.

Le interruzioni delle principali rotte commerciali possono avere conseguenze significative sul commercio globale. Ciò può significare un aumento dei costi di spedizione e ritardi nel trasporto delle merci, con un impatto sulle industrie che dipendono dalla consegna tempestiva di materie prime o prodotti finiti. I ritardi possono anche comportare un aumento dei costi di mantenimento delle scorte e potenziali rallentamenti della produzione. Questi maggiori costi possono essere trasferiti ai consumatori, portando a un aumento dell’inflazione, come ulteriore prova della deflazione climatica.

Guardando avanti: Un nuovo obiettivo di finanziamento per il clima. Da miliardi a trilioni

La COP29 è stata soprannominata la “Finance COP”, in quanto il suo obiettivo principale è quello di fissare un “nuovo obiettivo collettivo quantificato” per la finanza climatica. Il percorso verso la COP29 fisserà obiettivi climatici più ambiziosi e garantirà che tali obiettivi si traducano in azioni concrete e trasparenti che guidino un cambiamento reale.

Nel 2009, i Paesi sviluppati si sono impegnati a trasferire 100 miliardi di dollari all’anno alle nazioni più povere a partire dal 2020. Questo sostegno finanziario era finalizzato ad aiutare questi Paesi a far fronte ai costi crescenti dei disastri climatici. Questo obiettivo è stato raggiunto con un ritardo di due anni, nel 2022. Per raggiungere il Net zero sono necessari molti più investimenti. Gli studi dimostrano che entro il 2030 sono necessari finanziamenti globali per il clima pari a 9mila miliardi di dollari all’anno.