Chimirri - Sace - Flex4Future | ESGnews

Intervista al Chief People Officer di Sace

Chimirri (Sace): produttività e benessere delle persone al centro della strategia Flex4Future

Eliminazione dei controlli sulle timbrature, smart working illimitato “activity-based” e sperimentazione (su base volontaria) della settimana di quattro giorni. Sono questi i pilastri su cui si fonda la strategia Flex4Future di Sace, il gruppo assicurativo-finanziario italiano partecipato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, la prima partecipata pubblica ad adottare un modello all’avanguardia di gestione del personale con l’obiettivo di trovare un modo innovativo di relazionarsi con i dipendenti che valorizzi il loro benessere. 

“Siamo molto felici di abbracciare una nuova organizzazione del lavoro basata sulla flessibilità, che consentirà al nostro gruppo di rafforzare la propria resilienza e capacità di rispondere ai cambiamenti. Si tratta di un nuovo importante passo nella trasformazione culturale intrapresa un anno fa con il Piano Industriale di Sace, INSIEME2025, e che, grazie ai valori quali la fiducia reciproca, la trasparenza e la responsabilizzazione, rafforzerà la nostra efficacia, garantendo il benessere, il senso di appartenenza e un sano equilibrio tra la vita personale e quella professionale di tutti i colleghi”, ha sottolineato l’amministratore delegato di Sace, Alessandra Ricci, a riprova dell’importanza che il gruppo dedica a Flex4Future.

La nuova strategia, che coinvolgerà tutti i 950 lavoratori del gruppo, sarà oggetto di studio da parte dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano per monitorare l’efficacia e analizzare gli impatti del percorso intrapreso, sia in termini di produttività del lavoro sia di benessere delle persone. Lo sviluppo di questo nuovo modello conterà, inoltre, sulla partnership di Microsoft per le tecnologie innovative abilitanti la trasformazione. 

Tale analisi permetterà all’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano di misurare concretamente quali saranno gli impatti in termini di benessere e di produttività della strategia, fornendo un caso studio ricco di dati che potranno essere messi a disposizione di eventuali altre aziende che decidessero di intraprendere un percorso simile. Una novità importante, dato che, come sottolinea in questa intervista ad ESGnews Gianfranco Chimirri, Chief People Officer di Sace, “ad oggi nessuno sta misurando scientificamente gli impatti di questi esperimenti”.  

Le novità introdotte rafforzano il percorso di trasformazione interna intrapreso dal gruppo Sace con il Piano Industriale INSIEME 2025, partendo dalla nuova missione di Sace: “Insieme per creare soluzioni agili per le esigenze di evoluzione delle imprese italiane attraverso un network di relazioni, conoscenze e servizi finanziari allo scopo di sostenere il benessere della collettività”. Il piano, infatti, ha tracciato le linee guida strategiche per il triennio 2023-2025 puntando su una profonda evoluzione del modello organizzativo e culturale e verso una leadership diffusa e sostenibile, basata su valori e attitudini quali coraggio, passione, empatia e capacità di ispirare per guidare il cambiamento. In questo contesto, “ci è sembrato assolutamente coerente dare alle persone e ai team di Sace la facoltà di decidere dove, quando e come lavorare, nel rispetto del sistema valoriale e degli obiettivi strategici del gruppo”, evidenzia Chimirri. 

Quali sono le motivazioni alla base della strategia Flex4Future e come si inserisce nel cambiamento che Sace sta portando avanti con il nuovo Piano Industriale INSIEME 2025? 

Flex4Future si inserisce nel più ampio percorso intrapreso con il Piano Industriale INSIEME 2025 lanciato a novembre 2022. Uno dei grandi pillar del piano è creare una leadership diffusa e una cultura organizzativa basata su fiducia, trasparenza, collaborazione ed empowerment. In questo contesto di profonda trasformazione culturale, le persone e i team di Sace devono agire come leader, ovvero con l’autonomia e la capacità decisionale in linea con gli obiettivi strategici indicati nel piano industriale del gruppo. 

Nell’ambito di un percorso di questo tipo, ci è sembrato assolutamente coerente dare alle persone e ai team di Sace la facoltà di decidere dove, quando e come lavorare, nel rispetto del sistema valoriale e degli obiettivi strategici del gruppo. L’obiettivo è quello di consentire ai dipendenti di auto-organizzarsi in funzione di un bilanciamento tra produttività e benessere.

I tre pilastri su cui si fonda la strategia possono essere collegati ai KPI necessari per l’analisi del benessere dei lavoratori. A tal proposito, quali sono i principali benefici che potranno ottenere i dipendenti?  

Il nuovo progetto si basa su tre pilastri. Il primo è legato alla volontà del gruppo di garantire una flessibilità oraria assoluta, il che vuol dire che ognuno (a prescindere dal livello di inquadramento) potrà, nel rispetto degli obiettivi da raggiungere e delle esigenze personali e dei membri del team, definire un orario di lavoro preferito. Tale orario può sia coincidere con quello tradizionale, sia essere asincrono rispetto a quello dei colleghi, in totale assoluta libertà. Oltre a decidere quando lavorare, le persone di Sace potranno scegliere anche l’intensità con cui farlo. Si potrà stabilire, infatti, di lavorare di più una settimana e un’altra meno, senza la necessità di alcun processo autorizzativo da parte dei responsabili e in coerenza con il modello di leadership diffusa. 

Il secondo pilastro riguarda la possibilità di lavorare quattro giorni a settimana, un’ulteriore opzione di flessibilità che ogni singolo dipendente potrà scegliere di attivare, o meno. È una decisione che può essere presa sia a livello di singoli che di team. Tutto questo si applicherà a tutti i lavoratori senza nessuna modifica nel trattamento normativo ed economico. A nostro avviso, questo aspetto della strategia potrà aiutare i lavoratori non solo a bilanciare i propri interessi personali e quindi la propria situazione di benessere, ma anche a trovare soluzioni per essere più produttivi e raggiungere gli obiettivi con una distribuzione temporale diversa da quella tradizionale. 

Infine, l’ultimo pilastro del nuovo progetto è quello dello smart working activity-based, un approccio più maturo al lavoro da remoto. Nel panorama italiano la tendenza è quella di concedere un numero limitato di giornate di smart working a livello mensile, modello su cui ad oggi si è basato anche il gruppo Sace. Tale sistema, però, non permetteva di raggiungere gli obiettivi che dovrebbero guidare la scelta di fare smart working, cioè prendersi il meglio dal lavorare in ufficio e il meglio dal lavorare in altri luoghi. Con la nuova strategia, invece, le persone potranno scegliere l’ambiente più adeguato a seconda della natura dell’attività che stanno svolgendo, ferma restando la necessità di preservare il capitale sociale dell’azienda, ovvero le relazioni e la cultura condivisa che devono essere mantenute e alimentate in Sace. Con lo smart working activity-based, quindi, andare in ufficio sarà uno sport di team. Per guidare le persone nella scelta delle attività da svolgere insieme, Sace ha previsto anche una campagna di formazione per i dipendenti per spiegare loro come le attività legate alla generazione di idee, all’innovazione e alla creatività, o alla creazione di un senso di community e di appartenenza, sia meglio svolgerle in team. 

L’obiettivo principale della strategia Flex4Future è quello di migliorare la produttività e il benessere, ma può avere effetti positivi anche in termini di engagement, di fidelizzazione dei dipendenti, di diminuzione del turnover dei lavoratori e, infine, anche di sostenibilità ambientale grazie alla riduzione degli spostamenti casa-lavoro.

L’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano seguirà Sace per monitorare l’efficacia della nuova strategia, con l’obiettivo di renderla scalabile in altri contesti simili. Come funzionerà l’analisi? 

Un elemento che differenzia il progetto rispetto a qualsiasi precedente è la scelta di avere dei partner, in particolare due prestigiosi come il Politecnico di Milano, partner scientifico, e Microsoft, partner tecnologico. 

In particolare, l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano condurrà un’indagine finalizzata alla pubblicazione di uno studio sul “caso Sace” che confronterà la situazione precedente con quella che partirà dal 1° gennaio in totale flessibilità, con l’obiettivo di misurare effettivamente quali saranno gli impatti in termini di benessere e di produttività. In sostanza, l’analisi aiuterà Sace a validare, oppure no, la nuova strategia, sulla base dei dati ottenuti. Per farlo, L’Osservatorio utilizzerà una metodologia scientifica che sarà supportata anche da questionari. Il primo è già stato somministrato a dicembre, punto di partenza della strategia, e gli altri verranno distribuiti trimestralmente per rilevare gli impatti sulle persone che sperimentano la nuova flessibilità, sia in termini di produttività (ovvero capacità di raggiungere gli obiettivi), sia di benessere (fisico, emotivo, mentale, senso di appartenenza alla comunità di Sace).

Microsoft, invece, sarà il partner tecnologico che con i suoi analytics (piattaforme che combinano dati e numeri per rispondere alle domande di business, prevedere risultati e automatizzare i processi decisionali, ndr) fornirà a Sace ulteriori dati per capire meglio se l’esperimento sta funzionando o se è da migliorare. 

I risultati dell’analisi della strategia di Sace verranno messi a disposizione del sistema Paese, anche in coerenza con la missione del gruppo.

L’assunto per cui più flessibilità significa maggiore benessere e più produttività non poggia su basi scientificamente provate, ad eccezione di alcuni trial in UK e in Spagna e uno in Australia. In effetti, ad oggi nessuno sta misurando scientificamente gli impatti di questo tipo di esperimenti. La pubblicazione scientifica che emergerà dall’analisi dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milanoe di Microsoft dovrebbe fungere da strumento di avvicinamento a questi modelli innovativi per le aziende più scettiche, forti dei dati che potranno essere forniti a supporto delle proprie scelte. A prescindere dal fatto che lo studio del caso Sace confermi le ipotesi o meno, l’analisi resta importante perché una sperimentazione ha bisogno di essere supportata da dati scientifici per diventare strutturale. Quando si utilizza la diffusa espressione “data-driven” si intende proprio questo, decidere sulla base dei dati. 

In questo scenario, la presenza di un partner tecnologico come Microsoft è fondamentale. Sace, infatti, in quanto operatore del settore dei servizi finanziari, sarà tra le aziende che subirà i maggiori impatti dell’intelligenza artificiale generativa. E proprio per questo è importante cogliere per tempo le opportunità della tecnologia che, oltre a permettere di lavorare in attività ad alto valore aggiunto, può consentire di lavorare meglio e meno, focalizzando il valore in maniera diversa rispetto a quella tradizionale. L’esperimento di Sace, coinvolgendo Microsoft, segue anche questa logica, quella cioè di utilizzare l’intelligenza artificiale per migliorare il benessere delle persone, liberandosi di attività a basso valore aggiunto e meno motivanti e prediligendo, invece, quelle in cui l’uomo è e resterà sempre essenziale.