E’ oramai chiaro il ruolo chiave che gli investitori possono svolgere nell’indirizzare le società verso strategie di transizione climatica. In questo ambito l’esercizio del diritto di voto in assemblea rappresenta uno degli strumenti più efficaci. Per aiutare gli asset manager a orientarsi, PRI (Principles for Responsible Investment), l’organizzazione di investitori istituzionali sostenuta dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di fornire delle regole per rendere più sostenibile il sistema finanziario, ha pubblicato un decalogo contenente una serie di raccomandazioni e considerazioni per come orientarsi nelle scelte di voto per i piani di transizione climatica nella prossima campagna assembleare.
Vista l’importanza della posta in gioco, PRI sottolinea che gli investitori debbano avere ben chiare le opzioni disponibili quando valutano i modi più efficaci per incoraggiare le società ad adottare e rendere noti i loro piano di transizione verso il Net Zero. Un tema che, anche grazie all’influsso dell’iniziativa Say on Climate, è stato portato all’ordine del giorno delle assemblee societarie. Say on Climate, nata da un’idea di Chris Hohn di Children’s investment fund foundation, chiede alle aziende impegnate nella transizione di rivelare ogni anno le proprie emissioni, di produrre un piano per gestire le emissioni e di presentare il piano agli azionisti per l’approvazione in un’assemblea generale annuale (Annual General Meeting, AGM).
Durante la stagione dei voti per delega del 2021 sono emersi due tipi di proposte: quelle avanzate dagli azionisti che chiedono alle aziende di preparare piani di transizione climatica e di metterli al voto dei soci e le proposte del management che cerca l’approvazione da parte degli azionisti per i piani di transizione.
Per le risoluzioni presentate dagli azionisti, avverte PRI, gli investitori devono considerare le potenziali conseguenze di chiedere alle aziende di adottare un voto sul piano di transizione climatica e le implicazioni dell’utilizzo di questo tipo di voto come meccanismo di stewardship. Per le proposte del management, invece, gli investitori hanno la responsabilità di valutare se l’ambizione e la strategia dei piani di transizione siano sufficientemente allineati con i passi necessari per trasformare le aziende in un modello di business a basse emissioni di carbonio e raggiungere gli obiettivi climatici globali.
Per entrambi i tipi di proposte, il documento di PRI fornisce una lista di raccomandazioni per gli investitori offrendo spunti per aiutarli a valutare i piani di transizione climatica e una guida su come affrontare i piani poco chiari o insufficienti.
Raccomandazioni chiave
Sia che gli investitori si apprestino a votare proposte di altri soci sui piani di transizione sia stiano pensando di proporne loro stessi l’obiettivo deve essere incoraggiare le aziende a sviluppare e divulgare la loro strategia su come intendono passare a zero emissioni di gas serra entro il 2050 (o prima). Nel fare questo gli investitori devono dare priorità a meccanismi di gestione comprovati di governance aziendale per guidare le ambizioni e la capacità di execution delle aziende (come l’engagement, presentare e votare proposte degli azionisti, il voto sulla composizione del consiglio) rispetto alle votazioni sui piani di transizione presentati dal management delle aziende stesse, che possono avere risvolti non voluti.
Nel caso delle proposte del management che cerca il supporto degli azionisti per i piani di transizione climatica, invece, le raccomandazioni sono di assicurarsi che il piano di transizione sia adeguto, credibile e allineato all’Accordo di Parigi per quanto riguarda il mantenimento del riscaldamento globale a 1,5°C. Ma anche di garantire che il framework utilizzato per valutare i piani di transizione sia pubblico, indipendente e scientificamente solido. Se l’investitore poi dovesse ritenere il piano insufficiente o inappropriato, dovrebbe segnalarlo al management e dichiararlo esplicitamente nelle motivazioni di voto.
Il PRI, inoltre, consiglia di divulgare le intenzioni e le motivazioni del voto prima, specialmente per i voti di alto profilo, per aumentare la trasparenza e la collaborazione in tutto il settore. Questo include la divulgazione delle motivazioni delle astensioni.
Infine, raccomanda di usare altre strategie di impegno e di escalation mirata al posto o a complemento dei voti del piano di transizione climatica (ad esempio campagne pubbliche, presentazione di proposte da parte degli azionisti, disinvestimento, cause legali).
I piani di transizione climatica consentono una solida divulgazione e permettono agli investitori di comprendere meglio le azioni che le aziende intendono intraprendere. Pertanto, nel report si sottolinea che gli investitori dovrebbero incoraggiare le aziende a sviluppare e divulgare la loro strategia su come intendono passare a zero emissioni nette entro il 2050, tenendo conto però di importanti considerazioni sui voti sui piani di transizione e la loro efficacia complessiva come meccanismo di gestione per guidare la transizione di un’azienda.