La moda si reinventa per sposare l’economia circolare. Lo rileva il Report annuale del Monitor for Circular Fashion, un osservatorio che è parte di SDA Bocconi Sustainability Lab e powered by Enel X, lanciato nel 2020. L’edizione di quest’anno ha valutato i 10 principi di circolarità in relazione a otto progetti pilota nel settore della moda, che includono i jeans in cotone bio, le t-shirt che si riparano, le borsa che si riciclano, le scarpa che si cuciono a casa, senza le shopper in tessuto riciclata, gli articoli in pelle riciclata, lo zaino bimateriale (poliammide e gomma) e le custodie per tablet riciclate da materiali industriali.
“Per il secondo anno presentiamo i risultati del Monitor for Circular Fashion che si è rivelato uno strumento quanto mai vincente per misurare in modo adeguato i livelli di maturità circolare delle più importanti realtà che operano nel campo della moda, un settore cruciale per il Paese”, ha dichiarato Nicola Tagliafierro, responsabile della sostenibilità di Enel X, ricordando che “le aziende del fashion si stanno sempre più orientando verso scelte di business in linea con la transizione ecologica, ma c’è ancora tanto da fare in termini di efficienza energetica ed autogenerazione da fonti rinnovabili”.
Per il report 2022, il Monitor for Circular Fashion ha coinvolto la sua comunità multi-stakeholder nell’analisi di due fattori in particolare: i claim di sostenibilità e i principi chiave dell’eco-design e la loro implementazione nelle catene del valore. Il rapporto delinea le caratteristiche ideali di un claim di sostenibilità così come sono state implementate in progetti pilota, prendendo come punto di partenza le linee guida della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE): essere chiaro e comprensibile; contenere informazioni veritiere, senza fornire ai consumatori informazioni fuorvianti sugli aspetti di sostenibilità di un prodotto, processo o organizzazione; essere pertinenti agli aspetti di sostenibilità del prodotto, del processo o dell’organizzazione; essere affidabili e supportate da prove documentali; essere diffuse in modo efficace per garantire che il pubblico possa comprendere le prove a sostegno delle affermazioni.
L’importanza dell’applicazione di questi principi per le dichiarazioni di sostenibilità è stata confermata anche dai risultati della Circular Fashion Survey di PwC e SDA Bocconi School of Management, che ha coinvolto i consumatori delle nuove generazioni in una riflessione sulla misura in cui il greenwashing nella moda influisce sulla volontà di non acquistare un prodotto o un servizio.
L’obiettivo finale di un approccio circolare è quello di mantenere in uso prodotti e materiali mantenendone la qualità e minimizzando l’impatto ambientale lungo il loro ciclo di vita. Per raggiungere questo obiettivo, in linea con la proposta della Commissione Europea di un “Regolamento sulla progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili” – che rimane non specifico per il settore – il Monitor ha identificato 10 principi chiave da applicare e implementare nella progettazione di un prodotto di moda circolare. Questi principi sono raggruppati in tre grandi categorie: ciclo di vita (durata, riutilizzabilità, riparabilità, riciclabilità); salute e sicurezza (uso di sostanze chimiche, rilascio di microfibre); input sostenibili (uso di input rinnovabili, riciclabili o riciclati, efficienza delle risorse, eccetera).
Alla luce degli esiti del Report, il Monitor for Circular Fashion suggerisce alcune azioni prioritarie per le aziende che vogliono essere pioniere della transizione circolare nel settore moda: Implementare i principi di eco-design e loro misurazione tramite KPI; Sviluppare uno standard comune di tracciabilità e trasparenza per claim di sostenibilità affidabili in funzione anti-greenwashing; Fare scale-up della circolarità attraverso l’innovazione tecnologica per accelerare la transizione; Fare scale-up dell’innovazione attraverso la collaborazione.