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Internet e impatto ambientale

Ermes Cybersecurity: il web inquina quanto il trasporto aereo

Il 3,7% delle emissioni globali di CO2 sono da attribuire al web, una cifra pari a quella del trasporto aereo. Ricerche online, streaming e download pesano sul nostro pianeta, senza dimenticare la grossa portata dei social. È quanto reso noto da Ermes Cybersecurity, azienda che sfrutta l’intelligenza artificiale per rilevare e difendere le aziende dagli attacchi alla sicurezza. L’impresa ha di recente sviluppato un modello di business in grado di ridurre significativamente lo spreco di energia dalla navigazione web.

“Siamo consapevoli che è impossibile creare valore senza preservare il mondo in cui viviamo”, ha commentato Lorenzo Asuni, CMO Ermes Cybersecurity, “Per questo la nostra tecnologia è progettata per garantire una maggiore sostenibilità attraverso l’energia risparmiata, riducendo la larghezza di banda della rete, e nel 2020 abbiamo adottato un piano interno per avere un’azienda a zero emissioni nette di CO2 entro il 2024”.

L’impatto ambientale della navigazione web

Oggi nel mondo ci sono 5,16 miliardi di utenti che navigano su Internet, circa il 64,4% della popolazione mondiale, con 4,76 miliardi attivi sui social media, il 60%. I dati resi noti da Ermes Cybersecurity mostrano che il totale degli utenti web è aumentato dell’1,9% negli ultimi 12 mesi, ma i ritardi nella segnalazione indicano che la crescita effettiva sarà probabilmente superiore alle stime.

Il digitale è responsabile di alti livelli di CO2 a causa dei combustibili fossili utilizzati per alimentare i server e le infrastrutture di rete, i sistemi di raffreddamento dei data center e i dispositivi degli utenti. L’impronta di carbonio di Internet è costituita principalmente da streaming e download, ricerche online, archiviazione su cloud e invio di e-mail. Per quanto riguarda l’utilizzo dei social media, se un utente trascorre del tempo su 10 piattaforme per cinque minuti al giorno, il processo comporta 20 kg di emissioni di CO2 all’anno. 

A incidere, oltre all’elettricità, sono anche le modalità poco efficienti con cui vengono realizzati i siti web. Proprio alla luce di tutto questo, Ermes Cybersecurity ha sviluppato un modello di business attento alle dinamiche ambientali, la cui installazione riduce significativamente lo spreco di energia. Secondo le sue stime, per ogni 1.000 dispositivi con Ermes installati, si bloccano circa 1 milione di connessioni al giorno, quindi 365 milioni di connessioni all’anno che equivale a una riduzione di 15kg di CO2 e 261 alberi salvati. Ciò avviene perché il sistema sviluppato da Ermes blocca in via preventiva la richiesta di connessioni verso terze parti, perciò queste non vengono caricate e si ha una navigazione fino a 4 volte più veloce. Ne conseguono un considerevole risparmio sull’utilizzo dei dati ed un risparmio di circa il 30% del carico di lavoro su tutti gli apparati di rete.

A questo sistema principale si affiancano altre iniziative ambientali, per esempio quella del 2022 di regalare ai clienti, grazie a Treedom, 60 alberi piantati in Africa e in Centro America, assorbendo così 5 tonnellate di CO2.

Tre consigli concreti di Ermes Cybersecurity

Ermes Cybersecurity propone anche alcune best practices che tutti possono seguire per diminuire l’impatto della propria navigazione web sull’ambiente.

In primis, l’azienda consiglia di ridurre il thread di email, cioè di scrivere email complete che riportino tutte le informazioni necessarie, minimizzando la quantità di posta elettronica inviata.

Un’altra buona abitudine è quella di bloccare le connessioni di terze parti. Si possono adottare svariate soluzioni per proteggere gli utenti nella navigazione, come semplici AD blockers o soluzioni più strutturate come quelle offerte da Ermes Cybersecurity.

Un ultimo consiglio dell’azienda è quello di chiudere le finestre web, o le applicazioni in caso di smartphone, una volta terminata l’attività. Infatti, anche tenerle attive in background richiede un consumo di dati, seppur minimo. È buona norma anche eliminare le applicazioni che non si utilizzano più, così da contenere i consumi.