World Energy Outlook

IEA: entro il 2030 rinnovabili al 50% del mix energetico globale

Entro la fine di questo decennio il settore energetico cambierà radicalmente. Il World Energy Outlook dell’IEA (International Energy Agency) mostra che entro il 2030 ci saranno quasi 10 volte più auto elettriche in circolazione e le energie rinnovabili rappresenteranno quasi la metà del mix energetico globale. Tuttavia, per raggiungere l’obiettivo fissato a Parigi nel 2015 di mantenere il riscaldamento globale entro gli 1,5°C da qui al 2100, sono necessarie politiche molto più forti.

L’ultima edizione del World Energy Outlook (WEO), tra le più autorevoli fonti di analisi e proiezioni energetiche a livello globale, descrive un sistema energetico nel 2030 in cui le tecnologie pulite giocheranno un ruolo significativamente maggiore rispetto a oggi. Il fotovoltaico solare, in particolare, genererà più elettricità di quanta ne produce attualmente l’intero sistema energetico statunitense, la quota delle energie rinnovabili nel mix elettrico globale si avvicinerà al 50%, rispetto al 30% attuale, le pompe di calore e altri sistemi di riscaldamento elettrico venderanno più delle caldaie a combustibili fossili, e il triplo degli investimenti rispetto a quelli in nuove centrali elettriche a carbone e a gas verrà destinato a nuovi progetti eolici offshore.

Queste stime dell’IEA si basano soltanto sulle attuali impostazioni politiche dei governi di tutto il mondo, cioè su quello che l’Agenzia chiama “Stated Policies Scenario“. Ma se i paesi mantenessero i loro impegni nazionali in materia di energia e clima in tempo e in toto, il progresso nel settore dell’energia pulita avanzerebbe ancora più velocemente, senza però riuscire a mantenere l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.

La combinazione del crescente slancio delle tecnologie energetiche pulite e dei cambiamenti economici strutturali in tutto il mondo ha importanti implicazioni per i combustibili fossili, con picchi nella domanda globale di carbone, petrolio e gas naturale visibili in questo decennio. Nello scenario profilato dall’IEA, la quota di combustibili fossili nell’approvvigionamento energetico globale, che è rimasta bloccata per decenni intorno all’80%, scenderà al 73% entro il 2030, con un picco delle emissioni globali di anidride carbonica (CO2) legate all’energia entro il 2025.

La transizione verso l’energia pulita sta avvenendo in tutto il mondo ed è inarrestabile. Non è una questione di “se”, è solo una questione di “quanto presto” – e prima è, meglio è per tutti noi”, ha affermato il direttore esecutivo dell’IEA Fatih Birol, “i governi, le aziende e gli investitori devono sostenere le transizioni verso l’energia pulita anziché ostacolarle. I vantaggi offerti sono immensi, tra cui nuove opportunità industriali e posti di lavoro, maggiore sicurezza energetica, aria più pulita, accesso universale all’energia e un clima più sicuro per tutti. Tenendo conto delle attuali tensioni e volatilità nei mercati energetici tradizionali, le affermazioni secondo cui il petrolio e il gas rappresentano scelte sicure per il futuro energetico e climatico del mondo sembrano più deboli che mai”.

Allo stato attuale, però, la domanda di combustibili fossili è destinata a restare troppo elevata per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5°C. Ciò rischia non solo di peggiorare gli impatti climatici dopo un anno di caldo record, ma anche di minare la sicurezza del sistema energetico, che è stato costruito per un mondo più fresco con eventi meteorologici meno estremi. Piegare la curva delle emissioni su un percorso coerente con 1,5°C rimane possibile ma molto difficile. I costi dell’inazione potrebbero essere enormi: nonostante l’impressionante crescita dell’energia pulita basata sulle politiche attuali, le emissioni globali rimarrebbero sufficientemente elevate da far aumentare la temperatura media globale di circa 2,4°C in questo secolo, ben al di sopra della soglia chiave stabilita nell’accordo di Parigi.

Il report dell’IEA propone una strategia globale per rimettere il mondo sulla buona strada entro il 2030, composta da cinque pilastri chiave, che possono anche fornire la base per una conferenza COP28 sui cambiamenti climatici di successo. Essi consistono nel triplicare la capacità rinnovabile globale, raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica, ridurre del 75% le emissioni di metano derivanti dalle attività legate ai combustibili fossili, meccanismi di finanziamento innovativi e su larga scala per triplicare gli investimenti in energia pulita nelle economie emergenti e in via di sviluppo, e misure per garantire un declino ordinato nell’uso dei combustibili fossili, inclusa la fine delle nuove approvazioni di centrali elettriche alimentate a carbone.

Ogni paese deve trovare il proprio percorso, ma la cooperazione internazionale è fondamentale per accelerare la transizione verso l’energia pulita”, ha aggiunto Birol, “in particolare, la velocità con cui le emissioni diminuiranno dipenderà in gran parte dalla nostra capacità di finanziare soluzioni sostenibili per soddisfare la crescente domanda di energia da parte delle economie in rapida crescita del mondo. Tutto ciò sottolinea l’importanza vitale di raddoppiare la collaborazione e la cooperazione, non di ritirarsi da esse”.

Il report dell’IEA considera anche in dettaglio una variabile importante per i mercati energetici nei prossimi anni. La Cina, che ha un’influenza enorme sulle tendenze energetiche globali, sta attraversando un cambiamento importante mentre la sua economia rallenta e subisce cambiamenti strutturali. La domanda totale di energia della Cina è destinata a raggiungere il picco intorno alla metà di questo decennio, prevede il rapporto, con una continua crescita dinamica dell’energia pulita che metterà in declino la domanda di combustibili fossili e le emissioni del paese.