globo nella natura

Il punto di vista degli asset manager sulla Giornata della Terra

Giornata della Terra 2023: cosa fare secondo gli asset manager

Il 22 aprile è la Giornata della Terra, il giorno dedicato alla protezione degli ecosistemi terrestri. Tale giorno è stato istituito nel 1970 dal senatore Gaylord Nelson per evidenziare la necessità di implementare una normativa ambientale nell’agenda nazionale degli Stati Uniti, in seguito all’incidente che h causato la fuoriuscita di petrolio da un pozzo della Union Oil nel 1969. Da allora, ogni anno tutti i Paesi del mondo dedicano questa giornata primaverile a riflessioni e iniziative che riguardano la tutela della Terra. Cosa fare per proteggere il nostro pianeta e cosa può fare il mondo della finanza per favorire la conservazione degli ecosistemi? Ecco i suggerimenti di alcuni asset manager.

Adam Hussain, Investment Manager di Aegon Asset Management

Nonostante la Terra sia chiamata così, il nostro pianeta è costituito per due terzi dall’oceano. Queste immense distese di acqua, non solo forniscono più della metà dell’ossigeno che respiriamo, ma assorbono anche grandi quantità di anidride carbonica. Ma solo l’1% del mare aperto è stato protetto, e la mancanza di tutela e salvaguardia ha portato, purtroppo, a uno sfruttamento eccessivo delle risorse idriche, con scarsa attenzione loro tutela e zero responsabilità per i danni causati.

Una delle principali problematiche riguarda la plastica negli oceani. La produzione e il consumo eccessivo di questo materiale hanno causato danni irreparabili alla fauna marina, generando enormi quantità di rifiuti: ogni anno, circa il 30% di tutti gli imballaggi in plastica finisce per disperdersi nei nostri oceani. Se non adeguatamente gestiti, questi rifiuti continueranno ad accumularsi, tanto che secondo le proiezioni, nel 2050 ci potrebbe essere più plastica che pesci nei nostri oceani.

Tre aziende stanno facendo la loro parte per salvare i nostri mari: TOMRA Systems, Advanced Drainage Systems e Kornit Digital. Usando soluzioni avanzate per il recupero, il riciclaggio e la produzione sostenibile, queste aziende dimostrano l’importanza di comportamenti sostenibili e di adottare comportamenti sostenibili anche nella vita di tutti i giorni. Ciascuno di noi può e deve impegnarsi oggi per costruire un domani migliore per tutti.

Nel nostro sforzo di proteggere gli oceani e il pianeta intero, vogliamo mettere in luce il lavoro di tre aziende che fanno della sostenibilità un punto cardine del loro operato:

  1. TOMRA Systems – fornisce soluzioni per il recupero e riciclaggio, detenendo oltre il 70% del mercato globale dei “cassonetti intelligenti per imballaggi liquidi” che ricompensano l’utente con denaro o coupon per incentivare il riciclo.
  2. Advanced Drainage Systems – il più grande riciclatore di plastica degli USA, utilizzando tubi in HDPE e polipropilene per prevenire l’inquinamento e rimuovere plastica dalle discariche.
  3. Kornit Digital – fornisce soluzioni sostenibili alla produzione tessile, utilizzando inchiostri biodegradabili e un processo senza acqua per eliminare l’eccesso di reflui.

Questi esempi dimostrano l’importanza di adottare comportamenti sostenibili. Dal sostegno ad aziende che utilizzano energie rinnovabili ai piccoli gesti di tutti i giorni, ogni contributo è prezioso per garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta. Non possiamo più rimandare e ognuno può (e deve) fare la sua parte: dobbiamo impegnarci oggi per costruire un domani migliore. 

Michael Rae, Fund Manager Climate Solutions di M&G Investments

Gli eventi del 2023 hanno attirato l’attenzione del mondo sui combustibili fossili, ma sono stati fatti grandi passi avanti nella decarbonizzazione. L’UE ha portato al 42,5% l’obiettivo vincolante per le fonti rinnovabili per il 2030 (dal 32%) e, grazie a una strategia dedicata al solare, entro il 2025 si mira a raddoppiare la capacità installata. In Europa la transizione energetica è ben avviata ma le azioni dei prossimi anni determineranno se gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione sono raggiungibili, se la produzione di energia e la rete elettrica potranno essere modernizzate in tempo e se i consumatori accetteranno davvero i veicoli elettrici e le pompe di calore.

Nella nostra ricerca di aziende in giro per il mondo che offrono soluzioni per il clima, siamo spesso colpiti e sorpresi dal livello di innovazione e creatività che viene indirizzato verso la realizzazione di un’economia priva di emissioni e circolare. Vediamo nascere settori e catene del valore completamente nuovi e gran parte delle idee più all’avanguardia provengono da imprese relativamente piccole e agili. Detto questo, dedichiamo tanto tempo a pensare alla qualità del modello di business quanto all’impatto positivo, come lo definiamo noi, delle aziende in cui investiamo.

La nostra esperienza ci insegna che la l’alta marea non solleva tutte le barche. Nel passaggio alla decarbonizzazione si stanno creando settori e catene del valore del tutto nuovi e, sebbene la transizione energetica crei un percorso di crescita duratura per molte aziende, che in ultima istanza sosterrà i prezzi delle azioni, la dispersione tra vincitori e vinti è ampia. Considerando il solo settore del solare a livello mondiale, nell’ultimo anno lo spread tra i titoli azionari con le migliori e le peggiori performance della nostra watch list è stato superiore al 100% (+85% per le migliori contro -45% per le peggiori). Assumere semplicemente un’esposizione a un mercato in crescita non è sufficiente. Per questo privilegiamo un portafoglio diversificato di società con caratteristiche differenti tra loro del mercato finale, in cui ogni investimento viene effettuato in base alla qualità del modello di business e alla durata delle dinamiche di mercato sottostanti. Alcuni esempi di aziende che sono in pole position e che traggono beneficio dalle politiche dei governi e/o dei cambiamenti nei comportamenti di consumo sono: Alfen, azienda olandese che opera nei sistemi di ricarica dei veicoli elettrici e nello stoccaggio dell’energia; Tomra, impresa di origine norvegese attiva nei macchinari utili al riciclo della plastica; e la britannica Ceres Power che intende decarbonizzare i sistemi ausiliari di energia, ora a gasolio, che entrano in funzione nei centri dati in caso di blackout attraverso batterie a idrogeno.