L’Italia è leader in Europa nell’economia circolare. La conferma arriva dall’ultimo rapporto del Circular Economy Network, rete di aziende e associazioni promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, che assegna all’Italia un punteggio di 79 punti. Staccata la Francia, in seconda posizione con 68 punti. Ancora più indietro Germania e Spagna, a quota 65 punti. Sempre secondo il rapporto del Circular Economy Network, raddoppiando il tasso di “circolarità” dell’economia mondiale dall’8,6% attuale al 17% si possono ridurre i consumi di materiali di 21 gigatonnellate e riuscire così a tagliare le emissioni di gas serra del 39% all’anno a livello globale. L’economia circolare rappresenta dunque oggi una indispensabile leva per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
Consumare e produrre responsabilmente è un imperativo anche nel settore delle costruzioni, responsabile per due terzi delle emissioni di gas serra connesse alle varie fasi del ciclo di vita delle opere, tra cui quella relativa alla produzione dei materiali impiegati nei cantieri. Uno studio commissionato dall’Agenzia europea per l’ambiente stima che grazie alla circolarità e a una migliore gestione dei materiali è possibile ridurre le emissioni prodotte dal settore delle costruzioni fino al 61% nel 2050.
Un esempio di applicazione del modello di circolarità nel settore delle costruzioni è quello di Webuild che riutilizza il 100% dei materiali di scavo e ha sviluppato modelli per arrivare al riciclo del 90% dell’acciaio utilizzato.
Per il Gruppo Webuild lo sviluppo dell’economia circolare (SDG 12, Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu) è uno dei pilastri su cui poggia la sua politica di sostenibilità. Per questo, Webuild adotta pratiche tese a minimizzare l’utilizzo di risorse naturali (anche mediante il loro riutilizzo) e a intensificare il recupero dei materiali di risulta all’interno della stessa opera o in aree limitrofe. La circolarità delle pratiche adottate da Webuild ha consentito all’azienda di ridurre nel 2020 del 46% i rifiuti prodotti rispetto al 2019, mentre i rifiuti interessati da processi di recupero sono stati il 69% sul totale di quelli generati. Inoltre, è stato riutilizzato il 100% dei materiali di scavo ed è calato del 10% rispetto al 2019 il volume di acqua consumata nei cantieri.
Webuild ha anche sviluppato speciali miscele ottimizzate di calcestruzzo, caratterizzate da un ridotto contenuto di cemento o dall’impiego fino al 65% di materiali di recupero provenienti da altre filiere industriali. Anche per quanto riguarda i materiali metallici si sta facendo sempre più strada l’impiego di soluzioni con acciaio a elevato contenuto riciclato: sui prossimi progetti in start-up in Italia Webuild punta a raggiungere quote superiori al 90%. Infine, in ambito idrico è in fase di sviluppo un innovativo sistema di telecontrollo per la tracciabilità digitale delle risorse idriche di cantiere, allo scopo di identificare in tempo reale perdite ed inefficienze e ridurne il più possibile il consumo.