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L'opinione di Orla Garvey di Federated Hermes

La credibilità delle banche centrali alla prova dei salari

Il livello elevato d’inflazione e la sua persistenza nel corso dell’anno hanno richiesto cicli di rialzi molto intensi: la Fed ha aumentato i tassi di 450 punti base, la BoE di 350 e la BCE di 200. La scorsa settimana, in occasione delle ultime riunioni di politica monetaria del 2022, il mercato era alla ricerca di indicazioni su cosa aspettarsi nel 2023. Le tre principali Banche centrali hanno aumentato i tassi indicando come la politica monetaria continuerà ad essere restrittiva. La Fed ha confermato la necessità di mantenere una politica restrittiva anche l’anno prossimo, con il _dot plot_ che si sposta su un intervallo tra il 4,9% e il 5,6%, ma Powell non è riuscito a convincere i mercati nella sua conferenza stampa. La BoE ha aumentato di 50 punti base, come previsto, ma la ripartizione dei voti al suo interno ha contribuito a dare un’inclinazione “dovish” al messaggio di fondo. Solo la BCE è riuscita a inasprire significativamente le condizioni finanziarie con l’annuncio del “Quantitative Tightening” e l’atteggiamento decisamente “hawkish” della Lagarde in conferenza stampa.

 Orla Garvey, Senior Fixed Income Portfolio Manager di
Federated Hermes

Anche se sono stati compiuti progressi sul fronte dell’inflazione e probabilmente ne abbiamo già registrato il picco, la maggior parte dei guadagni è derivata dalla deflazione dei prezzi dei beni, mentre i servizi hanno continuato ad ampliarsi. In questo senso, il lavoro dei banchieri centrali non è ancora finito e la credibilità rimane fondamentale per evitare il rischio che le aspettative di inflazione più elevata si ripercuotano sulla futura determinazione dei salari.

Negli Stati Uniti, il tasso di disoccupazione è aumentato in misura modesta e gli indicatori anticipatori ne suggeriscono un raffreddamento. Tuttavia, i mercati del lavoro rimangono scomodamente rigidi e la crescita dei salari relativamente elevata. Dato che l’anno prossimo probabilmente entreremo in una fase di recessione in tutto il mondo con i tassi al massimo del ciclo, la capacità dei banchieri centrali di mantenere una politica sufficientemente restrittiva per raffreddare i mercati del lavoro senza causare recessioni più profonde e prolungate o sconvolgimenti del mercato sarà un gioco di equilibri molto sottile. A questo proposito, le tornate salariali del primo trimestre dell’anno prossimo saranno molto importanti per calibrare il tono del mercato.