Altro passo nella direzione dell’era della “democrazia degli azionisti”, come definita da Larry Fink, amministratore delegato di BlackRock, a inizio novembre. Dopo il più grande asset manager del mondo, anche eToro, la community di social investing, consentirà ai suoi utenti di esercitare il loro diritto di voto per delega.
Grazie alla partnership con Broadridge Financial Solutions Inc. gli utenti di eToro, compresi quelli che detengono azioni frazionate, potranno così partecipare facilmente alle assemblee degli azionisti (Annual General Meetings – AGM) esprimendo il proprio voto per delega su questioni quali fusioni, retribuzione dei dirigenti e proposte ambientali, sociali e di governance. I voti vengono espressi dagli investitori di eToro, aggregati e poi condivisi con la società.
” Grazie alla nostra partnership con Broadridge, gli utenti di eToro potranno dire la loro nelle decisioni aziendali di molte delle più grandi società del mondo. Si tratta di una pietra miliare che potrebbe avere un impatto duraturo sul mondo degli affari,” ha dichiarato Yoni Assia, CEO e co-fondatore di eToro.
“La sostanziale crescita degli investitori retail ha portato a un cambio nell’impegno degli azionisti, che cercano sempre più di far sentire la propria voce alle società presenti nei loro portafogli, votando su questioni importanti relative alla politica aziendale” ha dichiarato Martin Koopman, Presidente Bank Broker-Dealer Investor Communication Solutions di Broadridge.
Il sondaggio di eToro sul voto degli investitori
Un sondaggio eToro di 10.000 investitori retail a livello globale ha rilevato che tre su quattro (73%) desiderano votare alle AGM e desidera quindi partecipare alle decisioni aziendali.
Secondo i dati, è molto più probabile che gli investitori più giovani vogliano voce in capitolo rispetto agli investitori più anziani, con l’80% dei giovani tra i 18 ei 34 anni che affermano che voterebbero alle AGM se ne avessero la possibilità, contro il 65% degli over 55. In termini di esperienza, coloro che investono da 3-5 anni hanno più probabilità di votare (79%), mentre gli investitori con oltre 20 anni di esperienza hanno meno probabilità di votare (65%).
Più ampio il divario tra gli investitori italiani: la propensione al voto è espressa dall’85% della fascia 18-34 anni, contro il 61% degli over 55, e dall’81% di chi investe da 3-5 anni, rispetto al 63% di chi frequenta i mercati azionari da oltre due decadi.
Alla domanda su quali siano le questioni aziendali sulle quali si vorrebbero esprimere, a livello globale a primeggiare sono state le politiche di dividendo (49%), seguite dalla retribuzione dei dirigenti (33%) e dalla strategia climatica (28%). In Italia, pur confermandosi al primo posto l’interesse per la retribuzione degli azionisti tramite i dividendi (42%), in seconda posizione troviamo le politiche climatiche (33%) e solo alla terza la retribuzione dei top manager (28%).