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Rapporto sui Sustainable Development Goals dell'Istat

SDGs, a che punto è lo sviluppo sostenibile in Italia

Mancano sei anni al 2030: corrono le lancette dell’orologio e la deadline prefissata dalle Nazioni Unite per raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile si avvicina. Ma a che punto è l’Italia?  A definirlo ci ha pensato anche quest’anno l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) che, a inizio luglio, ha pubblicato la settima edizione del Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs) con l’aggiornamento e l’analisi delle misure statistiche finalizzate al monitoraggio dell’Agenda 2030 dell’ONU per il nostro Paese. Il documento include la diffusione di 373 misure statistiche connesse a 139 indicatori tra quelli proposti dall’Inter-Agency and Expert Group on SDG Indicators (UN-IAEG-SDGs) delle Nazioni Unite per il monitoraggio degli avanzamenti dell’Agenda 2030 a livello globale.

Rispetto alla diffusione di dicembre 2023, sono state aggiornate 217 misure statistiche e ne sono state introdotte 7 nuove. Inoltre, l’ultima edizione del report esamina non solo il progresso, la stabilità o la regressione di ciascun obiettivo nel tempo a livello sia nazionale che regionale, ma, per la prima volta, anche le interrelazioni tra indicatori e obiettivi di diversi goal. Analisi, quest’ultima, di particolare importanza per poter monitorare le condizioni di compatibilità tra progresso sociale ed economico e salvaguardia dell’ambiente.

Stando al rapporto, nonostante alcune regressioni e disuguaglianze territoriali, il 60% delle misure è in miglioramento, mentre meno di un quinto è in peggioramento. In particolare, su parità di genere vi sono stati i progressi più elevati negli ultimi dieci anni, soprattutto grazie a una riduzione della violenza sulle donne e a un aumento della presenza femminile in posizioni direttive. Al contrario, gli obiettivi 4 e 11 riguardanti istruzione e città sostenibili sono quelli che presentano le incidenze più elevate (oltre il 40%) di indicatori in peggioramento rispetto ai dieci anni precedenti e al contempo una percentuale di misure in miglioramento inferiore alla media (intorno al 40%). Per esempio, nell’ultimo decennio sono peggiorate le competenze alfabetiche e numeriche degli studenti in generale e in particolare di bambine e bambini della scuola primaria (anche per l’ultimo anno), per quanto riguarda il goal 4, e sono aumentate le difficoltà del trasporto pubblico e l’abusivismo edilizio, in merito invece al goal 11.

Fonte: Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs), ISTAT, 2024

A livello territoriale, le regioni italiane performano in maniera molto eterogenea. Tra le regioni che presentano un livello di sviluppo sostenibile più elevato vi sono la Provincia autonoma di Bolzano (il 42,5% delle misure statistiche è nel livello alto di sviluppo sostenibile), la Provincia autonoma di Trento (38,6%), la Valle d’Aosta (30%) e la Lombardia(28,1%). Mentre quelle che presentano un livello peggiore sono la Campania (il 32,7% delle misure statistiche è nel livello basso di sviluppo sostenibile), la Calabria (39,1%) e la Sicilia (40,4%).

Fonte: Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs), ISTAT, 2024

Allo stesso tempo, però, come evidenziato anche da ASviS in un editoriale sul tema, le regioni del Sud nel tempo mostrano le variazioni positive in termine di progresso maggiori: “le regioni del Nord-est mostrano un maggior progresso rispetto al Sud e alle isole. Le regioni del Mezzogiorno, però, mostrano miglioramenti più marcati in termini di evoluzione temporale rispetto al lungo (dieci anni prima) e al breve periodo (anno precedente), particolarmente evidenti in Abruzzo, Calabria e Puglia”.

Fonte: Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs), ISTAT, 2024

“Il progresso non è lineare. Ci sono state battute di arresto, e qualche regressione, anche grave” sottolinea, nella prefazione al rapporto, Francesco Maria Chelli, presidente dell’Istituto nazionale di statistica. Ma il cambiamento è in atto: “Eppure, il cammino della comunità umana verso i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile – il viaggio collettivo, che richiede passi coraggiosi e trasformativi – non si è fermato, e molti sforzi sono stati premiati da successi incoraggianti”.

Nel mese di agosto ESGnews pubblicherà articoli dedicati a ciascun goal in cui saranno riportati i risultati del rapporto dell’Istat per il 2024. Potrai quindi trovarli tutti qui.

Cosa sono gli obiettivi di sviluppo sostenibile, gli SDGs

Gli SDGs (Sustainable Development Goals) sono 17 obiettivi di sviluppo sostenibile contenuti nell’Agenda 2030, il documento adottato il 25 settembre 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Rappresentano un piano di azione globale per sradicare la povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità per tutti e tutte.

I Sustainable Development Goals fanno riferimento a diversi ambiti dello sviluppo relativi a tematiche ambientali, sociali, economiche ed istituzionali e insieme delineano un piano d’azione globale per raggiungere società più sostenibili e garantire un Pianeta che resti vivibile per tutte le specie animali (compreso l’uomo) e vegetali. “La strada da percorrere a livello internazionale è definita dal Cape Town Global Action Plan, la strategia per mettere in atto tutte quelle azioni necessarie alla modernizzazione e al rafforzamento dei sistemi statistici a livello nazionale e globale.” spiega l’Istat, “Per identificare un quadro di informazione statistico condiviso quale strumento di monitoraggio e valutazione dei progressi verso gli obiettivi dell’Agenda, la Commissione Statistica delle Nazioni Unite ha costituito l’Inter Agency and Expert Group on SDG Indicators che ha definito un insieme di circa 250 indicatori”.

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Fonte: ASviS