Mallen ASviS | ESGnews

Intervista

Mallen (ASviS): come costruire un futuro sostenibile, nell’impegno per l’Agenda 2030

Far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni per realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Dal 2016, su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”, ASviS si impegna per raggiungere questo obiettivo con una rete di oltre 300 organizzazioni della società civile, spiega ad ESGnews Marcella Mallen, presidente dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), oltre a ricoprire la carica di presidente di Fondazione Prioritalia. 

Nessuno si salva da solo, oramai è chiaro: per questo è sempre più necessario che la consapevolezza della necessità di uno sviluppo sostenibile diventi sempre più pervasiva nella vita quotidiana delle persone. Si tratta di una sfida che richiede, al tempo stesso, cambiamenti culturali, politici ed economici e ASviS si muove su tutti i fronti con iniziative che vanno dalle proposte di modifiche della Costituzione, ad iniziative di divulgazione come l’organizzazione di Festival, campagne social, all’elaborazione di rapporti annuali solo per fare qualche esempio. È un impegno che richiede molti sforzi ma che ha in palio la preservazione di questo pianeta per le future generazioni. 

Qual è la mission di ASviS e il suo ruolo per fare progredire lo sviluppo sostenibile?

L’ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile opera per promuovere il raggiungimento dei 17 Obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, approvata nel 2015 da tutti i 193 Paesi delle Nazioni Unite. Con la sua rete di oltre 320 organizzazioni della società civile, l’ASviS lavora per creare connessioni e legami tra l’associazionismo, la politica e le istituzioni, le imprese, il mondo della scuola, dell’università e della ricerca, agendo con una logica multilivello: per mettere in connessione esperienze, risorse, conoscenze e responsabilità, per dare forza a iniziative dal basso, per contribuire a definire le strategie nazionali e territoriali necessarie per il conseguimento dei 17 Obiettivi e dei loro 169 Target, sia La capacità di “unire i puntini”, mettendo insieme le energie di soggetti diversi accomunati da una visione comune, senza lasciare indietro nessuno, è il filo conduttore con cui ci impegniamo a perseguire questa missione. 

E il ruolo della società civile, a partire dalle associazioni e dalle fondazioni qual è?

Per raggiungere risultati concreti bisogna considerare la società civile, fatta di persone e organizzazioni con istanze anche molto diverse, come il “motore” con cui mobilitare e coinvolgere l’opinione pubblica nonché i rappresentanti dei cittadini e il sistema produttivo, verso la transizione sostenibile. Il coinvolgimento e la partecipazione sono strumenti chiave per far avanzare gli Obiettivi dell’Agenda 2030. Grazie a essi l’ASviS ha dato un contributo fondamentale per far evolvere il quadro normativo, com’è accaduto per esempio con la riforma che ha portato il Parlamento ad approvare a larga maggioranza gli articoli 9 e 41 della Costituzione, lo scorso anno. La presenza di una società civile attiva e consapevole è una garanzia che il percorso verso lo sviluppo sostenibile possa procedere. Un altro esempio è il Festival dello Sviluppo Sostenibile, organizzato ogni anno dall’Alleanza, che coinvolge centinaia di realtà su tutto il territorio nazionale e all’estero, molte delle sono quali associazioni e fondazioni. 

Infine vede una consapevolezza a livello pubblico sui temi dell’Agenda 2030?

La cultura dello sviluppo sostenibile e le tematiche che gli sono legate sono ormai diffusamente conosciute nella società italiana. Ma c’è ancora molto lavoro da fare. Un’indagine realizzata dall’ASviS con l’Ipsos lo scorso anno ha rilevato che il 95% degli italiani campione ha sentito parlare di sviluppo sostenibile e che la necessità di fare di più per la sostenibilità è aumentata moltissimo, dell’80%, in seguito alla pandemia, alla guerra in Ucraina e alla consapevolezza della crisi climatica.

D’altra parte, un altro sondaggio realizzato pochi mesi fa, sempre dall’Ipsos, mostra che il 46% degli italiani è disposto a fare compromessi sul proprio stile di vita a beneficio dell’ambiente, tra cui consumare meno energia, mangiare meno carne e limitare l’uso di plastica monouso e che Il 31% è disposto a fare acquisti sostenibili anche se più costosi. Per consolidare questo slancio verso un futuro sostenibile occorre agire subito, coltivando la sensibilità della società civile nei confronti dell’Agenda 2030.