Nel 2023 l’integrazione degli aspetti di sostenibilità ambientale e sociale nelle operazioni immobiliari in Italia continuerà la sua accelerazione. È quanto previsto dall’outlook di mercato 2023 del Commercial Real Estate in Italia, prodotto dalla società di consulenza e investimenti CBRE, operante nel settore immobiliare, che individua quattro trend principali da osservare nei prossimi mesi.
Il primo trend riguarda il crescente bisogno da parte degli investitori di misurare le performance di sostenibilità dei propri asset per poter essere compliance con i requisiti SFDR che diventeranno obbligatori quest’anno. Nel 2023, infatti, le prescrizioni della Sustainable Finance Disclosure Regulation imporranno alle attività economiche obblighi di trasparenza e comunicazione dei rischi di sostenibilità e la rendicontazione degli impatti avversi. La misurazione degli impatti negativi relativi ai fattori ESG diventerà, quindi, come sottolineato dagli analisti di CBRE, parte fondamentale del processo decisionale degli investimenti anche nel commercial real estate.
Il secondo trend, invece, attiene all’adozione di politiche ESG da parte dei tenant che, secondo la società di consulenza, guida la transizione ecologica dell’immobiliare: nel 2023 infatti gli immobili green continueranno a registrare tassi di non occupazione e tempi di assorbimento migliori rispetto al resto del mercato, grazie alla crescente attenzione degli occupier alla qualità e alla sostenibilità del prodotto. Oltre al luogo, quindi le prestazioni ESG saranno uno degli aspetti su cui si focalizza l’attenzione dei locatari.
Ma l’attenzione alle performance di sostenibilità non riguarda solo le nuove costruzioni o gli immobili progettati già con alte performance ESG, bensì è un fattore che interessa il real estate in generale. È importante, infatti, adoperarsi affinché un immobile sia capace di mantenere il proprio valore nel tempo perché, al contrario, il mancato rispetto di elevati standard di sostenibilità tenderà a tradursi in un impatto negativo sulla liquidità degli immobili. Vista la crescente importanza dei fattori ESG si può passare dal “green premium” al “borwn discount”, per gli immobili non in regola.
Infine, occhio nel 2023 alla componente social come parte integrante nelle strategie di investimento: il settore immobiliare ha infatti un impatto sulle comunità in cui opera e secondo CBRE offrirà opportunità di investimenti a impatto positivo per gli investitori. Gli investimenti ESG compliant nel settore immobiliare prendono infatti in considerazioni aspetti più ampi rispetto al solo edificio, quindi per esempio l’affordability, la qualità degli spazi urbani, l’offerta di servizi.
Integrare, soprattutto nei progetti di rigenerazione urbana criteri di sostenibilità, significa inevitabilmente integrare riflessioni sugli aspetti sociali di un investimento che rispecchino i cambiamenti del nostro tempo. Questa componente, quindi, rileva l’outlook di CBRE, dovrebbe riflettersi – per esempio- non solo in un’offerta di alloggi a prezzi più accessibili, ma anche in una maggiore disponibilità di abitazioni in affitto che possano consentire ai crescenti lavoratori “nomadi” (i cosiddetti nomadi digitali) di trovare l’alloggio di cui necessitano nel luogo che desiderano, favorendo una maggiore mobilità sociale e scambio culturale. Si tratta, in buona sostanza, di cogliere come l’ampliamento dell’offerta a tutte le categorie di persone che abitano gli spazi urbani possa essere un obiettivo perseguibile che aumenta lo spettro e la tipologia di investimenti.
“Nonostante un contesto sfidante dovuto alla congiuntura geopolitica ed economica, è possibile cogliere elementi strutturali che ci portano a essere ottimisti verso il futuro.” ha dichiarato Alessandro Mazzanti, CEO, CBRE Italy, “Mi riferisco in particolare al tema della sostenibilità degli immobili e ai cambiamenti indotti dalla crescente importanza dell’economia digitale.
“Qualsiasi analisi sul mercato del commercial real estate”, ha continuato Mazzanti,” non può prescindere dall’affrontare le tematiche ESG poiché gli investitori sono sempre più attenti sia alla qualità degli immobili che al loro potenziale impatto ambientale”.
Una spinta importante negli ultimi mesi è stata data dai crescenti costi energetici che hanno portato a consistenti considerazioni sull’efficienza energetica di un edificio e la capacità di risparmiare risorse per ridurre i costi. Inoltre, secondo quanto rilevato dall’analisi di CBRE, l’ottemperamento di elevati standard di qualità ambientali è un fattore cruciale anche per migliorare l’appeal di centri commerciali e luoghi di lavoro. Un esempio è il mercato degli uffici di Milano dove gli immobili green hanno registrato un più basso livello di vacancy rate (4%, rispetto al 10% degli immobili non green).
Nella città meneghina nel 2022 il 70% degli investimenti core nel settore degli uffici ha riguardato edifici green, anche alla luce della consapevolezza crescente del gap in aumento tra il valore degli immobili con buone performance ESG e quelli vecchi o realizzati di recenti ma non aventi caratteristiche compliant agli standard di sostenibilità.