L’IIGCC (Institutional Investors Group on Climate Change) ha pubblicato la prima proposta di guida per gli investitori in private equity per allineare i portafogli agli obiettivi di emissioni nette zero. Finora, spiegano dall’IGCC, il private equity poneva delle difficoltà agli investitori istituzionali interessati ad avere portafogli sostenibili, a causa della limitata visibilità sulla misurazione dei rischi ESG e l’integrazione di obiettivi di sostenibilità da parte dei fondi del settore.
Le indicazioni, che comprendono metriche, obiettivi e azioni di attuazione pertinenti sia per i general partner (i partner coinvolti direttamente nella gestione e nelle attività del fondo) che per i limited partner (cioè gli investitori del fondo), sono integrate all’interno del Net Zero Investment Framework (NZIF) della Paris Aligned Investment Initiative (PAII).
In base alle linee guida, la performance attuale e futura prevista degli investimenti in private equity deve essere misurata e divulgata, e gli investitori devono puntare ad aumentare annualmente la percentuale di aziende che raggiungono o si allineano allo zero netto e che contribuiscono attivamente alle soluzioni climatiche.
Gli investitori dovrebbero fare leva su metrologie e metriche esistenti – come Transition Pathway Initiative (TPI) e Science Based Targets initiative (SBTi) – per misurare l’allineamento a obiettivi net zero degli investimenti in private equity per assicurare un approccio effettivamente orientato alla decarbonizzazione. Le valutazioni dovrebbero dare precedenza a investimenti nei settori maggiormente carbon-intensive, secondo le indicazioni dell’IIGCC.
È importante, inoltre, la selezione di general partner esperti e focalizzati sul tema climatico, per assicurare che gli investimenti siano in linea con i target net zero degli investitori. Secondo la guidance del NZIF, gli investitori dovrebbero selezionare general partner che abbiano adottato strategie appropriate di screening e di esclusione, siano allineati alle raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD), e diano ai limited partner una disclosure ampia e trasparente delle performance delle emissioni del portafoglio su base annua.
NZIF è stato lanciato a marzo 2021 ed è usato dai firmatari dell’iniziativa Net Zero Asset Managers e dai Paris Aligned Asset Owners, gruppo internazionale di asset manager e azionisti impegnati a sostenere l’obiettivo delle emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050 o prima, in linea con gli sforzi globali per limitare il riscaldamento a 1,5 °C.
La proposta al momento è aperta alla consultazione pubblica (fino al 27 febbraio 2022) e la versione definitiva è prevista nel secondo trimestre del 2022. In particolare, questa riguarda l’ambito di applicazione (Scope) delle società in portafoglio da prendere in considerazione per la misurazione e la gestione degli impatti all’interno di una strategia net-zero per il private equity, le metriche e i target per misurare l’allineamento nel tempo e le azioni da implementare per conseguire obiettivi di allineamento e decarbonizzazione nell’economia reale.
Le implementazioni presentate sono state sviluppate da un gruppo di lavoro guidato da IIGCC con il contributo delle reti di partner della Paris Aligned Investment Initiative e dei loro membri dedicati al private equity.
Fabio Ranghino, partner e responsabile strategia e sostenibilità di Ambienta, ha dichiarato: “L’approccio proposto ha cercato di prendere in considerazione la complessità pratica dell’attuazione di strategie net zero nell’ambito del private equity e di fornire suggerimenti attuabili agli operatori di mercato”.
“Il Net Zero Investment Framework si è già dimostrato estremamente utile per aiutarci a valutare il nostro portafoglio di azioni quotate rispetto alla nostra strategia legata alle emissioni nette zero. Siamo felici che per la prima volta saremo presto in grado di aggiungere l’asset class del private equity alla nostra analisi”, ha commentato James Turner, investment manager di Railpen.
La nuova componente porta infatti le asset class coperte a cinque (azionario quotato e reddito fisso societario, titoli di stato, real estate e private equity).