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Lavoratori

Starbucks, il Ceo da 113 mln di busta paga taglia 1100 dipendenti per risparmiare

Starbucks annuncia tagli per oltre mille dipendenti. La strategia di rilancio dell’azienda statunitense, guidata dal neopresidente e CEO, Brian Niccol, la cui nomina aveva fatto scalpore in estate per lo stipendio da capogiri, passa quindi per una riduzione dell’organico. La nota catena di caffetterie licenzierà infatti 1.100 dipendenti a livello globale ed eliminerà centinaia di posizioni aperte, mostrando le contraddizioni di un modello di business che passa sopra i lavoratori.

Niccol ha spiegato in una lettera ai dipendenti che l’obiettivo è rendere l’azienda più efficiente, semplificare la struttura e migliorare l’integrazione.

In carica dal 9 settembre 2024 il nuovo Ceo è stato chiamato per risollevare le sorti della società in crisi stipulando un accordo che potrebbe garantirgli fino a 113 milioni di dollari.

Allo stipendio base di 1,6 milioni di dollari annui si aggiungeranno bonus variabili tra 3,6 e 7,2 milioni legati alle performance. Ha inoltre ricevuto un bonus di ingresso di 10 milioni e un premio in azioni da 75 milioni, destinato a compensare i bonus persi con l’uscita da Chipotle. A questi si sommano 23 milioni di dollari annui in azioni.

L’importo complessivo include compensi straordinari che non si ripeteranno ogni anno, ma anche benefit duraturi come la possibilità di lavorare da Newport Beach in California, in un ufficio allestito ad hoc, volando su Seattle, sede centrale dell’azienda, percorrendo oltre 1.600 km con un jet aziendale privato.

Starbucks conta 16.000 dipendenti nel supporto aziendale, ma i tagli non riguarderanno il personale di torrefazione e magazzino. Niccol, assunto lo scorso autunno, punta a rilanciare le vendite migliorando il servizio nelle ore di punta e rafforzando il ruolo dei negozi come spazi di aggregazione.