Anche quest’anno, in occasione della Pasqua 2024, ESGnews ripercorre le principali riflessioni di Papa Francesco espresse durante l’anno a favore di pace, giustizia, diritto all’emigrazione, modello economico basato sul rispetto per l’ambiente e diritti umani. Valori che l’adozione dei principi ESG e i 17 SDGs dell’Onu sostengono.
Indice
- 1 Sia riconosciuto il diritto a non emigrare
- 2 Al fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica
- 3 Un grido di dolore trasforma il Mare Nostrum in Mare Mortuum
- 4 C’è bisogno di legalità
- 5 Ci viene chiesta responsabilità per fermare la crisi climatica
- 6 Il Medioriente ha bisogno di pace
- 7 Non restate indifferenti alla violenza sulle donne
- 8 Usare i soldi delle armi per Fondo contro fame e povertà
- 9 Sappiate sperare contro ogni speranza
Sia riconosciuto il diritto a non emigrare
A maggio 2023, in vista della Giornata del Migrante e del Rifugiato che si sarebbe celebrata il 24 settembre successivo, il Papa invita ciascun individuo a impegnarsi per “fermare razzie e guerre perché emigrare sia una scelta davvero libera. Accompagnare e governare nel miglior modo i flussi, costruendo ponti e non muri, ampliando i canali per una migrazione sicura e regolare”. Nella stessa occasione, il pontefice sottolinea anche come “a tutti” vada assicurato innanzitutto “un diritto non ancora codificato, ma di fondamentale importanza: quello a non emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra”.
Al fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica
In occasione dell’udienza generale di mercoledì 30 agosto, Papa Francesco ribadisce che il 4 ottobre avrebbe pubblicato la seconda parte dell’Enciclica Laudato si’.
“In quella data ho intenzione di pubblicare un’Esortazione, una seconda Laudato si’. Uniamoci ai nostri fratelli e sorelle cristiani nell’impegno di custodire il Creato come dono sacro del Creatore”, così il Papa ha sottolineato in sintesi il cuore del messaggio, aggiungendo che “È necessario schierarsi al fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, sforzandosi di porre fine all’insensata guerra alla nostra casa comune, che è una guerra mondiale terribile, quella. Esorto tutti voi a lavorare e pregare affinché essa abbondi nuovamente di vita”. In sostanza, un’esortazione apostolica incentrata sul clima.
Un grido di dolore trasforma il Mare Nostrum in Mare Mortuum
Anche a settembre 2023, Francesco torna sul tema della migrazione, in occasione dei Recnontres Méditerranéennes a Marsiglia. L’appello è a regolare il fenomeno migratorio con responsabilità europea senza “propagande allarmiste”. “C’è un grido di dolore che più di tutti risuona, e che sta tramutando il Mare Nostrum in Mare Mortuum, il Mediterraneo da culla della civiltà a tomba della dignità. È il grido soffocato dei fratelli e delle sorelle migranti…”, queste le parole del Papa.
C’è bisogno di legalità
Il Papa, a settembre, si esprime anche sulla questione della legalità contro la mentalità mafiosa. In un incontro a piazza San Pietro con l’Arma dei Carabinieri, li esorta a rendere “più giusta e umana la società” in un tempo “inquinato” da individualismo e insofferenza verso il prossimo, dall’inasprimento di tante forme di violenza e odio, in un tempo in cui c’è “bisogno di legalità”.
Ci viene chiesta responsabilità per fermare la crisi climatica
Come promesso, il 4 ottobre il Papa pubblica la seconda parte dell’Enciclica Laudato si’, l’Esortazione Apostolica Laudate Deum, tutta incentrata sulla crisi climatica. “Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti. Nessuno può ignorare che negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni estremi, frequenti periodi di caldo anomalo, siccità e altri lamenti della terra che sono solo alcune espressioni tangibili di una malattia silenziosa che colpisce tutti noi”, afferma il pontefice.
Alcuni danni e rischi di questa crisi climatica sono già “irreversibili”, sottolinea Francesco, come “l’aumento della temperatura globale degli oceani, l’acidificazione e la riduzione dell’ossigeno”. “Non ci viene chiesto nulla di più che una certa responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo”, questa l’esortazione del Papa.
Nel Laudate Deum Papa Francesco accenna anche al ruolo delle Conferenze delle Parti dell’ONU, in particolare della COP28 che si sarebbe tenuta due mesi più tardi negli Emirati Arabi Uniti. “Gli Emirati Arabi Uniti ospiteranno la prossima Conferenza delle Parti. È un Paese del Golfo Persico che si caratterizza come grande esportatore di energia fossile, anche se ha investito molto nelle energie rinnovabili. Nel frattempo, le compagnie petrolifere e del gas ambiscono lì a nuovi progetti per espandere ulteriormente la produzione. Dire che non bisogna aspettarsi nulla sarebbe autolesionistico, perché significherebbe esporre tutta l’umanità, specialmente i più poveri, ai peggiori impatti del cambiamento climatico”, ribadisce il pontefice, lasciando un messaggio di speranza sull’efficacia della COP28.
Nell’Esortazione Francesco sottolinea anche però che in generale, gli accordi per il clima stipulati fino ad oggi tra gli stati hanno avuto un basso livello di attuazione perché “non si sono stabiliti adeguati meccanismi di controllo, di verifica periodica e di sanzione delle inadempienze. I principi enunciati continuano a richiedere vie efficaci e agili di realizzazione pratica”. Inoltre, “i negoziati internazionali non possono avanzare in maniera significativa a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale”.
Il Medioriente ha bisogno di pace
Con lo scoppio del conflitto tra Israele e Palestina, il pontefice intensifica anche gli inviti a fermare le guerre in atto. “Il Medio Oriente non ha bisogno di guerra ma di pace, di una pace costruita sulla giustizia, sul dialogo e sul coraggio della fraternità”, le parole del Papa a pochi giorni dall’inizio del conflitto.
Non restate indifferenti alla violenza sulle donne
Altra questione, estremamente attuale, su cui si pronuncia il pontefice è quello della violenza sulle donne. Nella giornata dedicata al tema, il 25 novembre, il Papa definisce il fenomeno “una velenosa gramigna che affligge la nostra società e che va eliminata dalle radici”, con un appello a “non restare indifferenti” e ad “agire subito, a tutti i livelli, con determinazione, urgenza e coraggio” per dare voce alle “nostre sorelle senza voce”. Secondo Francesco, in particolare è urgente “un’azione educativa che, a partire dalla famiglia, ponga al centro la persona con la sua dignità” e favorisca “relazioni giuste ed equilibrate basate sul rispetto e sul riconoscimento reciproci”.
Usare i soldi delle armi per Fondo contro fame e povertà
Il pensiero di Papa Francesco arriva anche alla COP28, nonostante la sua assenza fisica. Il pontefice, rinnova in occasione della COP l’invito già espresso in passato, ad uscire dalle “strettoie dei particolarismi e dei nazionalismi”, che sono “schemi del passato” e che hanno rappresentato, in taluni casi, un ostacolo a frenare avidità, sfruttamento, deliri di onnipotenza. “Abbracciamo una visione comune, impegnandoci tutti e ora senza rimandare per una necessaria conversione ecologica globale”.
Nel suo discorso, il pontefice evidenzia anche l’urgenza di creare un Fondo contro fame e povertà con i soldi che attualmente vengono destinati al settore delle armi. E lancia poi un ultimo appello: “per favore: andiamo avanti, non torniamo indietro. È noto che vari accordi e impegni assunti hanno avuto un basso livello di attuazione perché non si sono stabiliti adeguati meccanismi di controllo, di verifica periodica e di sanzione delle inadempienze”. Ma tanto è cambiato in questi anni e “qui si tratta di non rimandare più, di attuare, non solo di auspicare, il bene dei vostri figli, dei vostri cittadini, dei vostri Paesi, del nostro mondo”.
Sappiate sperare contro ogni speranza
In una lettera indirizzata ai fedeli di tutti i riti e confessioni che si apprestano a celebrare la Pasqua, Francesco esprime vicinanza, affetto e incoraggiamento a chi sta “patendo più dolorosamente il dramma assurdo della guerra“. “Grazie per la vostra testimonianza di fede, grazie per la carità che c’è tra di voi, grazie perché sapete sperare contro ogni speranza”. La “speranza” è il concetto chiave, ripetuto per sei volte.
“Da tempo vi penso e ogni giorno prego per voi. Ma ora, alla vigilia di questa Pasqua, che per voi sa tanto di Passione e ancora poco di Risurrezione, sento il bisogno di scrivervi per dirvi che vi porto nel cuore”, conclude il Papa.