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Integrazione ESG nel settore bancario: focus maggiore per la parte sociale

Se sui temi ambientali, ma soprattutto climatici, vi è una certa convergenza tra le esigenze che emergono dai vari governi, le regole che si stanno perfezionando e l’operatività dei mercati finanziari, questa stessa convergenza non c’è ancora sui temi sociali, anche per le difficoltà di costruire delle metriche di valutazione condivise. La fiducia degli investitori è un bene che va preservato, per questo deve esserci una grande attenzione in questi ambiti e occorre evitare zone d’ombra da parte dei soggetti regolatori. Sono questi alcuni degli aspetti emersi nell’intervista ad Andrea Giannini Senior Expert – CONSOB da parte di ESGnews , media partner di Forum Banca, la manifestazione che fa il punto sul settore creditizio e giunta quest’anno alla 14esima edizione.

La non perfetta coincidenza degli ambiti applicativi delle norme può complicare sia il lavoro di armonizzazione generale del sistema che la capacità di mettere in pratica tali norme da parte degli stessi operatori. Giannini, in particolare, ha ripercorso le principali tappe normative in ambito ESG in Europa a partire dall’accordo di Parigi del 2015 che ha impresso una prima poderosa spinta alla normativa sulla finanza sostenibile. Tra gli atti normativi più rilevanti l’Action Plan sulla finanza sostenibile della Commissione Europea nel 2018, il regolamento tassonomia, trasversale sia agli operatori del mercato finanziario che alle società soggette alla DNF (dichiarazione non finanziaria),  in relazione ai prodotti finanziari e alle obbligazioni societarie ecosostenibili, il regolamento disclosure, del marzo 2021, più focalizzato sull’intermediazione mobiliare e in base al quale dovranno essere rese evidenti le modalità di integrazione dei fattori ESG nelle politiche di investimento e il regolamento benchmark con un focus preciso sui soggetti che amministrano gli indici di riferimento per il mercato finanziario.

Degna di nota, infine, anche la proposta di direttiva UE dell’aprile 2021 dalla Commissione Europea che aumenta il numero dei soggetti chiamati a redigere il sustainability reporting (termine che sostituisce l’espressione non-financial reporting e promuove una visione integrata tra informazioni finanziarie e non).