La Commissione Europea ha inviato lettere a 17 Stati membri dell’UE, avviando procedure di infrazione per il mancato recepimento della nuova direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità delle Imprese (CSRD) nelle rispettive legislazioni nazionali. Tra questi, non v’è l’Italia che ha invece approvato il 30 agosto il decreto che recepisce la direttiva. La CSRD, che rappresenta un aggiornamento significativo della precedente Direttiva sulla Rendicontazione Non Finanziaria (NFRD), amplierà notevolmente il numero di aziende obbligate a fornire informazioni sulla sostenibilità, passando da circa 12.000 a oltre 50.000 imprese le quali dovranno pubblicare un bilancio integrato che si basa sui nuovi standard europei di rendicontazione della sostenibilità (ESRS) e introduce requisiti più dettagliati riguardo all’impatto delle aziende su ambiente, diritti umani, standard sociali e rischi legati alla sostenibilità. La direttiva è entrata in vigore all’inizio del 2024 per le grandi aziende di interesse pubblico con oltre 500 dipendenti che dovranno pubblicare i bilanci compliant alla normativa nel 2025. Seguiranno le aziende con più di 250 dipendenti o 50 milioni di fatturato l’anno successivo, e le PMI quotate un anno dopo.
Il termine per il recepimento della CSRD nelle leggi nazionali era fissato al 6 luglio 2024. Tuttavia, la Commissione ha dichiarato che 17 Stati membri non hanno ancora completato questo processo, tra cui Belgio, Repubblica ceca, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Finlandia. L’istituzione dell’UE ha sottolineato che, senza il recepimento di queste nuove regole, non sarà possibile raggiungere l’armonizzazione necessaria della rendicontazione di sostenibilità nell’UE, impedendo agli investitori di valutare adeguatamente le performance di sostenibilità delle aziende nelle loro decisioni di investimento.
Secondo le procedure di infrazione dell’UE, la Commissione può intraprendere azioni legali contro gli Stati membri che non implementano le leggi europee, iniziando con una lettera di costituzione in mora. Se lo Stato non risponde entro due mesi o non adegua la legislazione, la Commissione può inviare un parere motivato, chiedendo formalmente di conformarsi, e successivamente deferire la questione alla Corte di Giustizia dell’UE, richiedendo eventualmente l’imposizione di sanzioni.
Oltre alla CSRD, la Commissione ha avviato procedure di infrazione contro 26 Stati membri per il mancato recepimento delle disposizioni volte ad accelerare le procedure di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile, nell’ambito della Direttiva sulle Energie Rinnovabili. Questa direttiva stabilisce che l’energia rinnovabile costituisca almeno il 42,5% del consumo energetico complessivo dell’UE entro il 2030, con un obiettivo indicativo del 45%. Nel 2021, le energie rinnovabili rappresentavano circa il 22% del mix energetico dell’UE, e ad oggi solo la Danimarca ha rispettato la scadenza di luglio 2024 per il recepimento completo della direttiva.