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Forum della Finanza Sostenibile

Infrastrutture sociali servono 1300 mld nei prossimi 10 anni, il ruolo della finanza sostenibile

La pandemia da Covid-19 ha evidenziato l’urgenza di migliorare la qualità ed allargare l’accesso a tre diritti fondamentali quali l’abitazione, l’istruzione e la sanità. E la finanza sostenibile può giocare un ruolo decisivo per accelerare le risposte a queste sfide veicolando il risparmio verso investimenti socialmente utili. Per analizzare le modalità attraverso le quali si possono coniugare un impatto socio-ambientale positivo con rendimenti competitivi nel lungo-periodo, Forum per la Finanza Sostenibile, in collaborazione con Franklin Templetion, ha organizzato un webinar, introdotto dal segretario generale del Forum Francesco Bicciato, dal titolo “Finanza sostenibile e infrastrutture sociali”.

In Europa servono 142 miliardi di euro all’anno di investimenti per le infrastrutture sociali in più rispetto al livello corrente. Attualmente vengono investiti 170 miliardi di euro, una cifra inferiore del 20% rispetto al 2009. E’ quanto emerge da un’indagine effettuata a livello europeo sugli investimenti nelle infrastrutture sociali da Franklin Templeton.

“A questa cifra, secondo quanto indicano le stime, bisogna aggiungere altri 1300 miliardi di investimenti necessari nei prossimi 10 anni. Questo gap” spiega Antonio Gatta co-branch manager per l’Italia di Franklin Templeton, “è dovuto a al trend demografico. Secondo le proiezioni, nel 2060 il 30% della popolazione sarà over 65 anni e il 40% di questa fetta sarà over 80 anni. In questo senso bisogna investire in infrastrutture che garantiscano il giusto livello di cure e sostegno per la parte finale della vita dei cittadini europei, nel prossimo futuro”. 

In questo senso è opportuno trovare modalità di investimento che riescano a coniugare i fondi pubblici a quelli privati, per riuscire a mettere in campo un ammontare di risorse sufficiente a coprire le sfide in campo. Ma per potere attirare gli investimenti del settore privato, anche quelli con specifica attitudine all’impatto, è necessario potere garantire una sostenibilità anche economica dei progetti.

Un aspetto interessante dell’indagine riguarda infatti il concetto del “dual return”, ossia che l’investimento deve appunto rispettare le metriche dell’impatto, ma anche quelle della finanza. In particolare, è stato analizzato il Franklin Templeton Social Infrastructure Fund. Il fondo è alla ricerca di opportunità di investimento capaci di realizzare contemporaneamente obiettivi positivi di Impact Return e di Financial Return, proprio secondo il concetto del “dual return”.

Dal punto di vista prettamente finanziario l’investimento in infrastrutture sociali manifesta tre vantaggi: flussi di cassa stabili, una bassa volatilità e una bassa correlazione con la volatilità del PIL e del mercato. Un interessante modo di impiegare il denaro anche per gli investitori istituzionali alla ricerca di opportunità che permettano di investire in coerenza con le proprie linee guida in termini di beneficio per la società e di stabilità dell’investimento. Soprattutto in una fase storica di tassi di interesse praticamente a zero.

Sulle sfide degli investimenti nelle infrastrutture sociali e sulle previsioni per il futuro di questo settore si sono poi confrontati Rafaella Abate di Fondazione Cariplo, Luciano Greco di Criep ed Emilio Pastore di HDI Assicurazioni, in una una tavola rotonda, moderata da Arianna Lovera, del Forum per la finanza sostenibile.

“Gli investimenti in infrastrutture sociali sono interessanti perché” ha dichiarato Pastore, Head of Finance and Treasury di HDI, “consentono di ricercare rendimento e di intervenire sul miglioramento dei servizi e la promozione dell’inclusione sociale.”

Un punto condiviso dai partecipanti è stato l’utilità delle partnership pubblico-privato come strumento di sinergia tra la solidità e gli obiettivi del settore pubblico con l’innovazione e le competenze degli investitori sul fronte del settore privato. Questo concetto lanciato da Pastore, è stato ripreso anche da Rafaella Abate. In qualità di rappresentate di un investitore istituzionale come la Fondazione Cariplo,

“Come fondazione” ha commentato Abate “ci siamo impegnati una serie di investimenti nel social housing. Siamo stati pionieri nel primo Fondo Investimento Alternativo (FIA), lanciato da Cassa Depositi e Prestiti, sul social housing. Questi investimenti hanno garantito tre obiettivi quali la capacità di dare una risposta migliore alle esigenze abitative e ai servizi dei quartieri, oltre che un metodo efficace di supporto al terzo settore.”

Un altro aspetto importante è la misurazione dell’impatto. “La misurazione d’impatto è un ottimo punto di partenza” ha affermato Greco, professore presso l’Università di Padova e Criep, “occorre andare avanti condividendo protocolli standardizzati e adeguati alle esigenze dei singoli settori. In questo senso la partnership tra pubblico e privato ha un ruolo importante per migliorare l’efficienza produttiva e l’innovazione dei servizi.”

Infine, Bicciato, salutando i partecipanti alla tavola rotonda, ha dichiarato: “l’impegno del Forum su questi temi continuerà anche per seguire e per dare il nostro contributo alla creazione di modello di crescita sostenibile e al processo del Recovery Plan.”