Assicurazioni ESG

Assicurazioni e ESG, ecco le azioni da intraprendere per QBE Italia

Il mondo delle assicurazioni si muove verso la sostenibilità, spinto da normative e esigenze di mercato. Un processo che vede il mondo assicurativo iniziare ad affrontare un cambiamento che riguarda le compagnie come entità, i loro prodotti, ma che coinvolge anche la loro capacità di influenzare il contesto di controparti nel quale sono inserite. “Nel dibattito sull’applicazione dei princìpi ESG in corso tra gli attori della business community assicurativa (compagnie, intermediari e imprese), c’è una premessa che induce all’ottimismo sull’esito finale. I princìpi sociali del nuovo ordine sostenibile, ai quali le imprese sono chiamate oggi ad aderire, sono gli stessi che ispirano la missione assicurativa: mutualità, solidarietà, sussidiarietà”, afferma Angela Rebecchi, general manager di QBE Italia, assicuratore e riassicuratore attivo a livello globale. Compagnie e intermediari, dunque, hanno la vocazione adeguata ad affiancare le imprese in questo passaggio storico. Si tratta di tradurlo in pratica. E per sostenerli nel farlo, QBE Italia fornisce quello che definisca un “catalogo” dei compiti ESG, ossia le principali azioni che le compagnie dovranno mettere in campo per rendersi protagoniste del cambiamento.

Il compito delle compagnie di assicurazione

“Norme e regolamenti hanno già indirizzato le imprese di assicurazione verso prodotti e politiche d’investimento degli attivi conformi al nuovo paradigma. Numerose sono anche le iniziative che vanno oltre il quadro normativo. Le compagnie devono però trasferire questo impegno nel mercato”, avverte l’esperta di QBE Italia. Una ricerca condotta da QBE, ha rilevato che nel Regno Unito quasi la metà delle medie imprese (46%) teme le responsabilità legate all’impatto ambientale della propria attività. Servono, quindi, strumenti per valutare correttamente i rischi. 

Le compagnie, infine, devono accelerare la capacità di risposta. “Oggi può capitare che modelli di business innovativi, in linea con i princìpi ESG, siano difficili da assicurare perché mancano i modelli per misurare i rischi: sono limiti da superare”, sottolinea Rebecchi.

Il compito degli intermediari

La fiducia sulla quale normalmente si fonda la loro relazione con le imprese, pone agenti e broker nella naturale condizione di ambasciatori del cambiamento in atto, soprattutto nelle situazioni di assenza nell’impresa di una professionalità dedicata al risk management. “Agenti e broker possono indirizzare le imprese sul percorso da compiere e dare impulso al loro cambiamento culturale. La conoscenza diretta delle imprese li pone nella condizione di diffondere esempi virtuosi e indirizzare l’offerta assicurativa verso le imprese effettivamente orientate ad accogliere i princìpi ESG”, sostiene la general manager di QBE. Gli intermediari, insomma, hanno un ruolo strategico, da svolgere anche rafforzando l’interazione con le compagnie, che richiede, data la complessità dei temi da affrontare, un impegno nella formazione.

Il compito delle imprese

È ormai chiaro, anche alle piccole e medie imprese, che dimostrare di aver incorporato i princìpi ESG nella gestione sarà essenziale. Ma certo lo scenario normativo e regolamentare che detta le regole non è ancora definito. “Dall’Unione Europea stanno arrivando crescenti indicazioni ma non siamo ancora arrivati a una tassonomia e a metriche operative condivise, il che lascia ampio spazio alla discrezionalità d’imprenditori e manager. Risultato: fin qui è prevalsa un’azione basata su esigenze di breve termine (finanziarie o di comunicazione), mentre la conformità ai princìpi ESG richiede un orientamento al lungo periodo”, evidenzia Rebecchi. Non sono poche, nel variegato universo delle piccole e medie, le imprese che stanno investendo per evolvere in un’ottica ESG compliant, ma non sono la maggioranza. Già oggi e sempre di più in futuro, il valore dell’azienda dipenderà essenzialmente dalla reputazione creata dall’adesione effettiva al nuovo paradigma. Il che vuole dire che la strategia e l’intera organizzazione non potranno che essere ESG. “Oggi non è ancora così ed è questo il passaggio da compiere”, conclude la general manager.