Il dovere fiduciario degli asset owner richiede che essi considerino, valutino e prendano decisioni basate su ciò che sostiene i migliori interessi dei loro stakeholder. Si tratta di una responsabilità individuale, dal momento che ogni proprietario di asset rappresenta asset diversi e, quindi, interessi differenti. Ma, secondo Günther Thallinger, presidente del gruppo direttivo della Net-Zero Asset Owner Alliance, è necessario che gli asset owner collaborino per rispondere alla complessità dei rischi sistemici portati dal cambiamento climatico.
Per gli investitori istituzionali a lungo termine, gli impatti negativi sul clima rappresentano una minaccia esistenziale, sottolinea Günther. Il settore assicurativo è quello più eclatante tra gli investitori istituzionali in termini di conseguenze materiali che sta già affrontando, con il ritiro degli attori dalle aree ad alta esposizione alle catastrofi. Ne sono un esempio gli assicuratori che si sono ritirati dal mercato californiano delle assicurazioni sulla casa, lasciando alcuni proprietari senza copertura.
Per esercitare la propria libertà di investire in modo responsabile gli asset owner devono disporre di dati, strumenti e metodologie per valutare adeguatamente il rischio climatico e integrarlo nel proprio processo decisionale di investimento. “Inserire considerazioni sul clima in ogni parte dell’attività di un asset owner non è sempre semplice, ma è essenziale per ciò che la Net-Zero Asset Owner Alliance Alliance considera le basi del processo decisionale. Quindi, come possono i proprietari di asset affrontare il rischio climatico per garantire che continuino ad agire in base alle loro responsabilità fiduciarie individuali e uniche?”, si domanda Günther.
Costruire le basi del processo decisionale e renderle operative significa valutare e ridurre la propria esposizione ad attività ad alta emissione, riconoscere le motivazioni commerciali per investire in soluzioni climatiche e coinvolgere diversi stakeholder, poiché affrontare il rischio climatico richiede un cambiamento sistemico che va oltre le strategie di allocazione del portafoglio. “Per ottenere risultati ottimali è necessaria la collaborazione”, sottolinea Günther.
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Misurare l’esposizione e ridurre le emissioni nel proprio portafoglio e nelle proprie attività commerciali
Per proteggere il proprio patrimonio e indicare all’economia reale che l’allineamento all’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento a 1,5°C è la strada più prudente da percorrere, un asset owner dovrebbe innanzitutto cercare di ridurre la propria esposizione ad asset ad alta emissione. “I membri dell’Alleanza lo fanno impegnandosi individualmente a raggiungere l’azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2050 nei loro portafogli”, evidenzia Günther.
“Tuttavia, garantire che il portafoglio di un proprietario di asset sia effettivamente allineato a zero emissioni nette, in tutte le classi di attività e in tutti i mercati, non è un’impresa semplice”, avverte l’asset owner. Ad esempio, la misurazione dei dati relativi alle emissioni Scope 3 delle società rimane scarsa e inaffidabile. “È qui che la collaborazione si rivela essenziale. In quanto parte dell’alleanza, i membri contribuiscono e beneficiano di metodologie di decarbonizzazione all’avanguardia nel settore, nonché di opportunità per sollevare in modo incisivo la necessità di una rendicontazione climatica completa, ad esempio, sia con le aziende che con i responsabili politici”, spiega Günther.
Ampliare le opportunità di investimento in soluzioni climatiche
Con l’inclusione delle considerazioni sul clima nel processo decisionale, gli investimenti a basse emissioni di carbonio appaiono semplicemente come investimenti migliori. “Tuttavia, i singoli proprietari di asset potrebbero scoprire che le opportunità di investire in soluzioni climatiche non sono così abbondanti, perché gli attuali profili di rischio degli investimenti più necessari – come lo sviluppo di forniture energetiche a basse emissioni di carbonio nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo – rimangono difficili per gli investitori istituzionali. In questi casi, gli strumenti che forniscono capitale agevolato, come i finanziamenti misti, potrebbero essere utilizzati per adeguare i profili di rischio nei mercati di destinazione”, afferma Günther.
Anche in questo caso, però, l’Alleanza svolge un ruolo fondamentale, utilizzando la propria voce per avvicinare le istituzioni preposte al cambiamento su questioni cruciali per garantire agli asset owner un universo investibile a basse emissioni di carbonio. In mancanza di collaborazione, invece, un singolo asset owner può trovarsi ostacolato nello sviluppo di soluzioni per il cambiamento climatico.
L’engagement con le società partecipate, i gestori patrimoniali e i responsabili politici
Come si è visto nel caso dell’aumento del rischio percepito per alcuni investimenti in soluzioni climatiche, la mancanza di un ambiente politico favorevole limita la transizione dell’economia reale e l’azione degli investitori. Il rapporto dell’UNEP sul gap di emissioni del 2022 ha confermato che sia le politiche attuali sia i contributi nazionali determinati dell’Accordo di Parigi aggiornati sono insufficienti per limitare il riscaldamento a 1,5°C. “Pertanto, per contribuire ad affrontare il cambiamento climatico in modo sistemico, un asset owner potrebbe considerare di aggiungere un terzo livello ai suoi sforzi: l’impegno politico. I proprietari di asset possono far leva sulla loro influenza attraverso l’impegno con le società partecipate, i gestori di asset e i responsabili politici”, sottolinea Günther.
Tuttavia, anche in questo caso l’unione fa la forza. Per un singolo asset owner, infatti, sarà sicuramente difficile agire efficacemente da solo, ma contribuire a un’iniziativa di settore offre la possibilità di estendere la propria portata e il proprio impatto. “Come parte dell’alleanza, un membro può sostenere l’elevazione di discussioni politiche cruciali, che vanno dalla divulgazione obbligatoria ai prezzi governativi del carbonio. In questo modo, i singoli proprietari di asset possono incoraggiare e potenziare l’azione politica che affronta la crisi climatica a livello sistemico”, sostiene Günther.
Il futuro della collaborazione
Gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici e il rischio di imminenti sconvolgimenti economici su larga scala che essi comportano non sono stati pienamente riconosciuti da tutti gli stakeholder, sottolinea Günther. Ma, secondo l’asset owner, questo non fa che evidenziare quanto gli attori con una visione a lungo termine, come i proprietari di asset, siano ben posizionati nel guidare e spingere verso una giusta transizione a zero. “Gli investitori istituzionali comprendono la necessità di agire immediatamente, efficacemente e in modo sistemico. Si rendono sempre più conto che agire all’interno di un’alleanza guidata dal settore facilita notevolmente questo compito. Pertanto, l’alleanza continua a fornire strumenti e a sostenere i suoi membri nelle rispettive transizioni net zero, che essi intraprendono nell’adempimento delle loro responsabilità fiduciarie individuali”, conclude Günther.