Immagine di un ramo su sfondo verde

Sondaggio Ninety One

Investimenti sostenibili: in Italia il 47% li preferisce indipendentemente dal rendimento

Secondo un sondaggio di Ninety One gli investitori italiani sono pronti a sostenere la spinta verso le emissioni nette zero: quasi la metà (47%) del campione intervistato ha infatti dichiarato che sceglierebbe gli investimenti sostenibili indipendentemente dal ritorno finanziario, contro una media globale che si attesta al 32%. Questo è uno tra i risultati più rilevanti che emergono dalla seconda edizione della Planetary Pulse survey “Investire per un mondo carbon free: ecco cosa vogliono gli investitori” di Ninety One.

La ricerca, condotta su oltre 6mila  investitori professionali in dieci mercati (Regno Unito, Germania, Italia, Danimarca, Svezia, Sudafrica, Singapore, Hong Kong, Stati Uniti e Canada) ha rilevato che gli investitori sono pronti ad utilizzare il loro capitale per investire in soluzioni sostenibili che aiutino a raggiungere l’obiettivo delle emissioni nette zero, e che gli asset manager dovrebbero usare la loro influenza come azionisti di società con emissioni elevate, per aiutarle ad agevolare la riduzione delle emissioni di Co2.

Nonostante un chiaro gap nelle conoscenze, il concetto di impiegare il proprio capitale in investimenti sostenibili per permettere di raggiungere lo zero netto piace a quattro investitori su cinque. Tuttavia, molti rimangono scettici sulla loro reale capacità di contribuire agli sforzi per affrontare il cambiamento climatico, con il 61% che ritiene che il compito di affrontare queste problematiche dovrebbe spettare a coloro che sono i veri responsabili dell’inquinamento.

La ricerca di Ninety One, attraverso il questionario, ha permesso poi agli investitori di riflettere brevemente sui possibili esiti sia delle azioni di engagement sia, invece, del disinvestimento: ebbene, al termine dell’analisi è risultato che, nelle loro preferenze, il disinvestimento ha perso 6 punti percentuali, mentre ne ha guadagnati 5 l’engagement proattivo con le aziende per ridurre le emissioni di carbonio. Ciò indica che dedicare del tempo a chiarire il tema dell’impatto degli investimenti è vitale. Tutte le tipologie di investitori identificate hanno perciò cambiato punto di vista su come affrontare l’investimento per lo zero netto quando hanno avuto la possibilità di discutere la questione.

È evidente che disinvestire dalle società che sono responsabili delle maggiori emissioni creerà rischi significativi e conseguenze inevitabili per i mercati emergenti, privandoli di capitali. Mentre quasi la metà (49%) degli investitori si è detta consapevole dell’impatto negativo che la strada del disinvestimento avrà sul mondo in via di sviluppo, è necessaria maggiore condivisione per aumentare la consapevolezza sull’importanza dell’allocazione di capitali in investimenti sostenibili per garantire una transizione globale e inclusiva verso lo zero netto, spiega la nota di Ninety One.

Sebbene permanga un consistente divario di conoscenza in Italia su cosa sia realmente il principio dello zero netto in relazione agli investimenti, il concetto di investire per raggiungere le emissioni nette zero ha un appeal positivo per 8 investitori su 10. Al punto che il 65% pensa che nei prossimi 12 mesi aumenterà la quota di risparmi investiti in società o fondi che stanno aiutando il mondo a raggiungere questo obiettivo.

Infine, gli investitori italiani si dicono piuttosto ottimisti sulla COP26: il 61% si aspetta infatti che dalla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici usciranno accordi e linee di azioni che permetteranno di tenere sotto controllo il climate change.

“Crediamo concretamente nella sostenibilità”, ha dichiarato Hendrik du Toit, fondatore e CEO di Ninety One. “Tuttavia – prosegue – c’è un fatto incontrovertibile e che fa riflettere sulla spinta verso net zero: qualsiasi sforzo che non coinvolga tutti i 7,9 miliardi di persone nel mondo è destinato a fallire. Per salvare davvero il pianeta, dobbiamo aiutare i mercati emergenti a diventare green. Questo richiede solidi mercati del carbonio, accordi che permettano di utilizzare una parte del debito a favore del clima e opzioni di finanziamento per accelerare la transizione. In quanto società che affonda le sue radici in Sudafrica, comprendiamo questa esigenza forse meglio di molti altri. Le economie emergenti, dopo tutto, non sono responsabili della maggior parte delle emissioni fino ad oggi”.

Deirdre Cooper, Co-Portfolio Manager del Global Environment Fund di Ninety One, ha aggiunto“La crisi climatica presenta sia enormi opportunità sia rischi per gli investitori. La nostra ricerca evidenzia che gli investitori di tutto il mondo stanno cercando di allocare i loro capitali in fondi che investono in società e paesi che stanno lavorando per un futuro sostenibile. L’industria dell’asset management ha un ruolo fondamentale nell’affrontare questo tema nell’economia reale, ma questo non può avvenire offrendo competenze di investimento agli investitori che si orientano verso settori asset-light, drenando capitali dai Paesi emergenti o vendendo asset a player meno responsabili e outsourcing. È nostra responsabilità fornire agli investitori finali soluzioni in grado di contrastare la crisi climatica”.