Candriam e KEDGE Business School hanno recentemente completato una ricerca intitolata “ESG & Fixed-Income – Climate Sensitivity in EURO Corporate Bonds“, con l’obiettivo di comprendere il legame tra sensibilità climatica e rendimenti dei bond corporate dell’Eurozona – ovvero come l’esposizione al cambiamento climatico delle aziende dell’area euro impatti i rendimenti delle loro emissioni obbligazionarie.
Lo studio identifica quali obbligazioni resistono meglio ai rischi legati alle normative sul clima. Un portafoglio che include attività più sensibili alle regolamentazioni climatiche è più esposto ai fattori comuni di rischio (rischio di liquidità, rischio di default, rischio di downside associato a perdite) nel mercato obbligazionario, poiché il mercato non ha incorporato completamente i rischi climatici nei prezzi delle obbligazioni.
Il più delle volte, l’analisi extra-finanziaria dipende dai punteggi ESG di provider esterni ma la mancanza di consensus sulle metodologie di punteggio ESG rende difficile la valutazione per le obbligazioni corporate in quanto i punteggi ESG sono legati alle pratiche aziendali e non alle caratteristiche specifiche delle obbligazioni. Per superare questo bias di valutazione e stimare il rischio climatico di un asset, la metodologia di ricerca valuta la sensibilità al clima attraverso la costruzione di un Climate Awareness Index, che integra una serie di notizie come fonte esterna per ottenere informazioni sul clima. Lo studio fornisce quindi un indicatore, “Climate Change Beta”, che riflette l’intensità del rischio climatico delle obbligazioni corporate del campione.
La ricerca evidenzia come le obbligazioni con un Climate Change Beta più alto sono associate a rendimenti futuri più bassi. L’effetto del rischio climatico è più visibile durante i periodi in cui l’attenzione sul clima è maggiore, nei momenti precedenti e successivi alle conferenze climatiche globali.
A livello settoriale, le industrie più sensibili al cambiamento climatico non sono quelle che emettono più CO2 (per esempio, il settore immobiliare non è il maggiore emettitore, ma è legato al diritto immobiliare, che è altamente regolamentato per quanto riguarda le questioni del cambiamento climatico).
Infine, le obbligazioni a scadenza più lunga sono più influenzate dalle notizie sul clima, in relazione all’evoluzione degli obiettivi definiti dall’UE per il 2030 e il 2050 (le obbligazioni con una data di scadenza precedente deadline climatiche come la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990, e “net-zero” entro il 2050, sono meno interessate).